La Cassazione in aiuto a Rovelli Non è reato sollecitare prestiti di Ruggero Conteduca

La Cassazione in aiuto a Rovelli Non è reato sollecitare prestiti Una sentenza che farà naufragare parecchie inchieste La Cassazione in aiuto a Rovelli Non è reato sollecitare prestiti La Corte Suprema annulla mandati di cattura nei confronti dell'industriale e dell'ex presidente Calieri di Sala per i «fondi bianchi» dell'Italcasse ROMA — Un importante principio è stato stabilito dalla Corte di Cassazione con la motivazione della sentenza mediante la quale è stato annullato il mandato di cattura nei confronti dell'industriale Nino Rovelli emesso nell'ambito dell'inchiesta sui «fondi bianchi» dell'Italcasse. In sostanza, sostengono i giudici della Suprema Corte, non si può parlare di concorso in peculato per quei privati che si rivolgono a istituti finanziari pubblici sollecitando e ottenendo finanziamenti, senza far nulla per influenzare, in qualsiasi modo, la concessione dei prestiti stessi. La decisione rischia ora di far naufragare la maggior parte delle inchieste su presunti finanziamenti illeciti ottenuti da industriali e imprenditori da parte di enti pubblici, ed in molti casi viene a limitare gli effetti penali sino ad oggi previsti per alcuni protagonisti di dette inchieste. Dopo Nino Rovelli, infatti, anche i fratelli Gaetano e Francesco Caltagirone «contestano» il mandato di cattura emesso nei loro confronti dal giudice istruttore Antonio Alibrandi nell'ambito dell'inchiesta sui «fondi bianchi» dell'Italcasse. L'istanza di annullamento o, comunque, di revoca del provvedimento è stata presentata al magistrato ieri mattina, a meno di quarantotto ore dal deposito della sentenza con la quale la Corte di Cassazione ha annullato il mandato di cattura emesso il 3 marzo scorso contro Rovelli. Quest'ultimo, insieme con i fratelli Caltagirone e gli imprenditori Carlo Aloisi e Raffaele Ursini e l'ex presidente dell'Egam, Mario Einaudi, sfuggi alla cattura. Assieme ad altri industriali erano stati coinvolti nell'inchiesta sotto l'accusa di concorso in peculato con gli amministratori dell'Italcasse per aver ottenuto finanziamenti, ritenuti irregolari, per centinaia di miliardi. Contro il provvedimento del giudice Alibrandi ricorsero immediatamente in Cassazione i legali di Rovelli. Il 5 agosto scorso la sezione feriale della Suprema Corte decise di annullare il mandato di cattura. Sabato scorso, con il deposito della sentenza, i motivi sono divenuti pubblici. Dicono infatti i giudici della Cassazione che «per aversi concorso di persone nel reato di peculato è necessario che i partecipanti siano consapevoli della situazione di fatto in cui operano, vogliano conseguire il medesimo evento antigiuridico, portino ognuno per la propria parte, un contributo causale nel crogiuolo delle condotte volte alla realizzazione dell'evento». Ebbene, sostengono 1 supremi giudici, nel caso di Rovelli la sua attività si sarebbe •esaurita nella richiesta e nella ricezione di prefinanziamenti, ancorché dall'Italcasse, cioè da terzi, irregolarmente deliberati'. Tale comportamento, spiegano nella motivazione, non è censurabile sotto il profilo penale poiché il giudice di merito nella contestazione delle accuse non indica «qua/e attività di ingerenza, pressione o altro abbia potuto svolgere il Rovelli nei confronti dei pubblici -ufficiali per determinarli alla erogazione di somme a favore di società da lui gestite: Partendo, dunque, da que¬ sti presupposti anche i fratelli Caltagirone, fuggiti negli Stati Uniti per evitare il carcere in Italia oltre che per la storia dell'Italcasse anche per la bancarotta delle loro società, hanno dato incarico ai loro legali (avvocati Vitalone, Dean e Di Pietropaolo) di sollecitare la revoca del mandato di cattura emesso da Alibrandi per i finanziamenti ottenuti dall'istituto di credito (257 miliardi di lire), sostenendo che la loro posizione è identica a quella di Rovelli e di Ravello Lei. La Cassazione ha annullato anche un mandato di cattura contro Calieri di Sala. I giudici della Suprema Corte escludono, infatti, che per il reato di peculato cosi come contestato all'ex presidente dell'Italcasse possa configurarsi l'aggravante prevista della partecipazione di più di cinque persone. Il fatto che per l'approvazione della delibera fosse necessario l'assenso di almeno sei consiglieri sarebbe sufficiente secondo i giudici a far rientrare il caso fra quei cosiddetti reati plurisoggettivi. Ruggero Conteduca

Luoghi citati: Caltagirone, Italia, Roma, Stati Uniti