Alunni al processo ignora Vallanzasca

Alunni al processo ignora Vallanzasca L'evasione dal carcere di San Vittore Alunni al processo ignora Vallanzasca DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MILANO —Renato Vallanzasca, ex re della Comasina, passa una mano sui capelli di Daniele Lattanzio, già rapinatore, ora politicizzato, e li accarezza lentamente. Poi si gira verso la madre dell'amico e le dice con un sorriso: «Che bel ragazzo che ha, signora...: Nel gabbione dell'aula in cui stanno per processarlo insieme ad altri nove che con lui hanno tentato in primavera di scappare da San Vittore (quattro ci sono riusciti e sono ancora latitanti) il bel René ha ancora il piglio del capo. Disinvolto, ha solo uno scatto d'ira quando non riesce a parlare con la moglie. Impreca poi minaccia: «/ carabinieri per me sono come le transenne e io le transenne le butto per terra». Poi lo lasciano andare in un angolo a parlare con la ragazza, sposata quando già era in carcere. Il colloquio dura parecchio nelle lunghissime pause di questo processo per la sanguinosa evasione del 28 aprile, quando detenuti comuni e reclusi politici chiusi insieme nella sezione di massima sicurezza di San Vittore fecero un accordo temporaneo. Ieri mattina nella gabbia degli imputati i gruppi sono divisi di fatto. Corrado Alunni conversa solo con Paolo Klun, insieme a lui già condannato per l'attività di Prima linea. Lattanzio preferisce rimanere dalla parte dei comuni anche se di recente nel carcere di Fossombrone ha imbastito una protesta contro il supercarcere dell'Asinara insieme al brigatista Raffaele Fiore. Si nominano gli avvocati e Antonio Colia, già luogote¬ nente di Vallanzasca che ora «recita» il «politico», revoca il mandato al suo difensore e gliene assegnano uno di ufficio. Alunni dice «presente» e fa il nome del suo legale con un borbottio. Poi è la volta della scelta dei giurati. Nessuna rinuncia per paura. Ottengono di essere lasciati a casa in due: uno ha avuto rapporti di lavoro con un imputato e l'altro deve andare in questi giorni in ospedale per operarsi d'ernia. «£' uno sforzo tremendo fare il giurato» commenta scherzoso un avvocato. L'udienza finisce qui con il rinvio a mercoledì mattina. Vallanzasca continua a parlare con la moglie che esibisce sopra il tailleur grigio una striscia sottilissima di volpi argentate. L'ex pericolo pubblico continua a fare lo spiritoso. Si rende conto che buona parte del pubblico sta ascoltando il colloquio e prosegue apposta. Si colgono frasi al volo: «Quel che dice mia moglie va bene...», poi si finge seccato e fingendo che le sbarre non esistano sbuffa: •■Questa qui me la devo sopportare tutta la vita». Sarà più seria la prossima udienza. Quando gli imputati dovranno raccontare come fu che arrivarono nelle loro mani due pistole e parecchi coltelli e come prepararono il piano di fuga. Se fosse riuscita sarebbe stata la più clamorosa evasione dal carcere milanese, ma una pattuglia della Volante era arrivata davanti al portone al momento giusto e dopo una sparatoria d'inferno. Alunni e Vallanzasca erano a terra feriti e altri sei già ripresi. m> f. Milano. Giuliana Brasa, moglie di Vallanzasca, in aula

Luoghi citati: Fossombrone, Milano