Il pci al psi di Luca Giurato
Il pci al psi Il pci al psi (Segue dalla l'pagina) 'Dialogo con il psi e dibattito, con critiche e autocritiche, sulla vertenza Fiat, son due cose diverse. Certo, anche per le future lotte, piii unità c'è a sinistra e meglio è», ci dice, alle Botteghe Oscure, un autorevole esponente della segreteria, che ha chiesto di rimanere anonimo. In altre parole, al pei si nega qualsiasi ipotesi di isolamento e si nega, nel modo più secco, che al prossimo comitato centrale di novembre la linea Berlinguer per la Fiat possa essere messa sotto accusa. •Isolati noi?! — esclama Giancarlo Pajetta, al telefono da Torino —. Non si è capito bene, a Torino, se agli operai Fiat venivano le omelie di Novelli e la solidarietà del cardinale Balestrerò oppure la solidarietà di Novelli e le omelie del cardinale! Andavano, però, nella stessa direzione e questo è l'importante. Sia in Consiglio comunale che alla Regione, poi, si è sempre votato all'unanimità». Pajetta respinge, definendole «provocatorie*, le voci di una lacerazione del gruppo dirigente comunista per il caso Fiat. A Roma, il nostro anonimo interlocutore della segreteria sorride: -Non c'è nessun dissenso all'interno delpartito sulle cose dette e fatte da Berlinguer a Torino. La decisione fu presa collegialmente dal gruppo dirigente del pei». Non fu un colpo di testa del segretario? »Non esistono colpi di testa tra di noi». Neppure la sconfitta finale ha provocato dissensi? 'Non è stata assolutamente una sconfitta. Su questo nel pei sono tutti d'accordo: Se non è una sconfitta, che cosa è? «E' una intesa difficile da gestire.. Senza discussioni? 'La discussione c'è sulle tattiche. Sulle forme specifiche della lotta ci possono essere discussioni a non finire». Anche Antonello Trombadorì, eterno demolitore di ogni ortodossia del partito tanto da trovarsi, a volte, in odor di eresia, non ha dubbi: -Si tratta di vedere—spiega — da chi ci si isola e con chi ci si unisce. Il pei, malgrado tutte le tare e le necessarie critiche che si debbono fare non tanto alla sua linea quanto alla sua condotta nel rapporto con le forse sindacali a livello aziendale e centrale, credo non si sia isolato affatto dalla grande maggioranza dei lavoratori, se non a Torino, sul piano nazionale». Sarà, Però ha fatto degli errori. Qual è il più grosso? Trombadorì: «Lo ha già detto Pajetta: lo sciopero poteva cessare prima, sulla base del medesimo accordo. Noi, aggiungo io, dovevamo far pesare tuttala nostra forza politica in questa direzione». Un altro errore, onorevole? •Non aver continuato a sottolineare, come Berlinguer aveva già efficacemente fatto alla prima massiccia richiesta di cassa integrazione, le ragioni della crisi oggettiva della Fiat nel quadro della più generale crisi dell'industria dell'auto». Perchè il pei non l'ha fatto? « Mi interessa fortemente il futuro, non il passato». Nessun isolamento, dunque, ma l'impressione, che si ricava anche in contatti con quadri medio-alti, che la vertenza Fiat abbia fatto non esplodere, ma rientrare vecchi dissensi. Si avverte la tendenza a scaricare sul sindacato colpe vere o presunte, divisioni o contrasti. La manifestazione dei 40 mila non provoca autocritiche? 'Siamo in regime democratico — dice Pajetta —. Ci può anche essere, come c'è stata, una manifestazione che non segue la linea dei sindacati. Però si è svolta in modo civile e non è stata contrastata in modo incivile da nessuno. Oggi, onorevole Pajetta, non lo dice più nessuno, ma il giorno che Berlinguer andò a Torino nel pei c'era chi parlava di scavalcamento di Lama. 'Perchè? Gli operai hanno chiesto ai segretari di tutti i partiti di venire a Torino. Berlinguer non ha scavalcato Lama, ha scavalcato i segretari, da Piccoli a Craxi, che erano stati invitati e non sono andati». I contrasti tra Berlinguer e Lama, però, ci sono stati e ci sono. «Noi abbiamo appoggiato con tutte le nostre forze la lotta alla Fiat che è stata diretta dal sindacato — replica Pajetta —. Ciò non toglie die ci sarà piena autonomia di giudizio quando la vertenza sarà discussa dal sindacato. Non abbiamo la pretesa di dirigere per telefono, dalle Botteghe Oscure, nessuna organizzazione della classe operaia». Per telefono infatti, talvolta le comunicazioni si sentono male. Ma quando ci si trova seduti attorno a tavole separate? Luca Giurato
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