La vera «guerra» è tra Giappone e General Motors?
La vera «guerra» è tra Giappone e General Motors? La vera «guerra» è tra Giappone e General Motors? Quando si parla di crisi dell'automobile occorre tener presenti tre fattori: l'andamento della congiuntura, da qualche mese sfavorevole ma superabile, l'evoluzione della domanda di fronte ai problemi energetici e inflazionistici, la tendenza a una •mondializzazione» del mercato. I quattro quinti circa della produzione automobilistica sono controllati da una dozzina di società o gruppi: General Motors, Ford, Toyota, Nissan, Peugeot, Volkswagen, Renault, Fiat, Chrysler, Toyo Kogyo, Mitsubishi, Honda. Ma a medio termine la «guerra» per la conquista di una larga fetta del mercato mondiale avrà come protagonisti la General Motors e le case giapponesi. La G. M. è la più grande firma automobilistica del mondo. Fino a ieri possedeva il controllo della metà del mercato americano, poi è andata rapidamente perdendo posizioni per effetto della penetrazione giapponese, e in misura minore della Volkswagen. Comunque, la sua forza si è sempre fondata sul mercato domestico, al contrario della Ford che da molti anni è più installata anche in Europa, La stessa Ford, che quest'anno sta perdendo fortemente negli Stati Uniti, è dunque più •internazionale» della G. M. La quale è pertanto costretta a cambiare politica e strategia, da un lato per contenere l'avanzata giapponese all'interno, dall'altro per lanciarsi all'assalto del mercato europeo e in qualche misura anche di quelli asiatici. Questo obiettivo impone una completa riconversione delle tecnologie e della mentalità commerciale, cominciando dalla produzione di nuovi modelli di tipo e dimensioni eurogiapponesi. E' quanto la sta G. M. sta cominciando a fare, investendo le enormi somme che la sua capacità finanziaria le consente. Ma l'Europa starà a guardare, Inerte o impossibilitata a reagire? No di certo. Il pericolo giapponese d! oggi e quello americano di domani non si esorcizzano lanciando grida di allarme. Certo le condizioni politico-sociali e le strutture economiche (su questi punti l'Italia è purtroppo In coda al gruppo) sono ben diverse, però gli europei posseggono un patrimonio culturale e capacità inventive tali da poter guardare al domani senza complessi di inferiorità. Tuttavia sarebbe necessario tracciare una strategia continentale nuova, liberata dagli schemi di egoismi nazionalistici. Per esempio proseguire nelle collaborazioni e per certi versi integrazioni sovranazionali, specie nella ricerca e nella componentistica, che avranno un'importanza crescente con l'Introduzione su scala sempre più vasta dell'elettronica nell'automobile. Ma occorre fare in fretta. •La sfida è ormai a livello politico europeo — ha scritto Michel Drancourt, noto economista francese. In mancanza di una risposta europea, rischiamo di dover scegliere, entro cinque anni, tra la rivincita di General Motors e il trionfo di Toyota». Ferruccio Bernabò
Persone citate: Ferruccio Bernabò, Michel Drancourt
Luoghi citati: Europa, Giappone, Italia, Stati Uniti
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