I seni nudi in spiaggia ora non sono più reato di Francesco Santini

I seni nudi in spiaggia ora non sono più reato Una sentenza della Corte di Cassazione I seni nudi in spiaggia ora non sono più reato Le donne potranno abbronzarsi liberamente, senza la paura dei carabinieri - Dovranno però essere in gruppo e senza atteggiamenti provocanti ROMA — Per il seno, infine, è arrivata la Cassazione. In questo autunno pieno di pioggia, i magistrati del Palazzaccio chiudono una pagina di storia italiana: accettano una donna distesa al sole, in monokini, su una spiaggia, per un'abbronzatura più completa. Ma soltanto il seno potrà affrontare, senza incomode costrizioni, le estati degli Anni Ottanta; il suo grande rivale, esaltato dalla rediviva moda dei jeans, molto tempo ancora dovrà aspettare. E' la vittoria di Federico Pellini che montò una campagna pubblicitaria a favore del latte mostrando le tette di Anita Ekberg; è la sconfitta dei poliziotti di Sceiba che nel dopoguerra inseguivano le bagnanti della -Vecchia pineta» per misurarne i centimetri di bikini. Da allora molta strada s'è fatta, cominciando proprio dal cinema, da Cinecittà. Scoperto dal neorealismo, esaltato con la Loren e la Lollobrigida, il seno esplose con la Ekberg. Si arrivò, poi, al paradosso di Jane Mansfield e del suo doppio maschile, il marito «mister muscolo», quel Mike Hargitay, con i pettorali gravidi di paraffina. A decretarne la vittoria è oggi una ragazza di Grosseto, Cinzia Cappellini, sorpresa dai carabinieri di Marina Alberese nell'agosto del '78. Cinzia se ne stava sulla battigia, circondata da amici, senza reggiseno. Scherzavano, ridevano. Qualcuno giudicò il suo atteggiamento «inaccettabile». La voce di protesta raggiunse gli uomini della benemerita. Denuncia e condanna del pretore. Assoluzione in appello, vittoria finale in terzo grado: a Cinzia è andata bene Avversato dagli stilisti di moda che non sanno mai che uso farne, il seno, oltre che davanti ai giudici la spunterà quest'inverno anche nelle collezioni d'alta moda che offrono abiti velati e camicette trasparenti. Ma i problemi restano: molte sono le limitazioni dei giudici del Palazzaccio. Accettano una donna in monokini, soltanto in spiaggia, d'estate, senza atteggiamenti provocanti. In più, deve essere in gruppo, proprio come era Cinzia due anni fa, a Marina Alberese. Non con un solo uomo né, ma questo la Cassazione non lo dice esplicitamente, con una sola donna o in campagna. La sentenza è stata accolta, in un rapido sondaggio, con sollievo e molte perplessità. Non risponde, naturalmente, il castigatissimo giudice Di Bartolomei dell'Aquila, mentre Rossana Rossanda, che in queste ore si occupa soltanto di «Fiat e Polonia», ammette: «Ho la testa altrove, ogni cosa che va contro il moralismo facile è però positiva'. Tacciono i collettivi femministi, Elena Giannini Bellotti, l'autrice di «Dalla parte delle bambine», subito si domanda: 'E se Cinzia di Marina Al¬ berese fosse stata non in gruppo, ma da sola assieme ad un uomo, ammettiamo, in campagna, che cosa sarebbe accaduto?'. Se a Sperlonga, come accadde, a Santa Teresa di Gallura, il monokini suscita offesa al pudore, non conta. I giudici debbono avere come rife¬ rimento 'il pensare e il sentire dall'intera comunità nazionale e non di gruppi o di porzioni di essa'. Questo anche nelle aree geografiche dove sopravvivono costumi arcaici, poco meno che medioevali. Donatella Damiani che nella «Città delle donne» di Fellini concentra in sé i due simboli del regista (la Ekberg e la Ciangottini de «La dolce vita») ha accolto la sentenza con favore. Prima del film i suoi seni l'imbarazzavano: -Per strada gli uomini mi dicevano delle cose; sul set le ragazze mi venivano a palpare, ora mi sento riconciliata col mio corpo'. Dice l'avvocatessa Laura Remiddi, sempre in prima fila per i diritti civili: 'Sarebbe interessante fare una ricerca sulle sentenze precedenti. Ancora due anni fa la posizione era opposta. La magistratura, in genere, è l'ultima a recepire il cambiamento del costume. Non mi meraviglierei se, sempre dalla Cassazione, ora arrivasse un giudizio totalmente contraddittorio. Chi sa, con papa Wojtyla di là dal Tevere, tutto è possibile'. Francesco Santini

Luoghi citati: Grosseto, Polonia, Roma, Sperlonga