Un massone è implicato nel «rapimento» Sindona?

Un massone è implicato nel «rapimento» Sindona? Sarebbe un membro della loggia P2 Un massone è implicato nel «rapimento» Sindona? MILANO — Giuseppe Miceli Crimi, un presunto aderente alla loggia massonica P2 (la cosiddetta «coperta», i cui membri si conoscono solo tra loro), è stato raggiunto da una comunicazione giudiziaria emessa nell'ambito dell'inchiesta sul misterioso «rapimento» di Michele Sindona, il bancarottiere che i giudici statunitensi hanno riconosciuto legato alla mafia e condannato a 25 anni di reclusione. Anche Miceli Crimi avrebbe contatti con la mafia! Nella vicenda Sindona, la loggia P2 ha avuto più occasioni di venire citata; subito dopo il crack della «Banca Privata Italiana», Licio Gelli — capo della P2 — chiese al dottor Carmelo Spagnolo, allora procuratore generale della Repubblica di Roma, di svolgere un'indagine .sul fratello Sindona» a proposito del suo comportamento nell'intera vicenda. Spagnolo concluse che Sindona era innocente, e .vittima di un complotto politico' (sottinteso: della sinistra). Poco dopo, sospettato di connivenza e con la P2 e con la mafia. Spagnolo fu costretto a dimettersi dalla magistratura. Della P2 fece parte, tra gli altri, Vito Miceli, attuale deputato del msi, arrestato (e poi rilasciato) durante l'in¬ chiesta sul «golpe» Borghese. Quale sia l'addebito a Giuseppe Miceli Crimi, per ora non si sa; anche il personaggio è, almeno per il momento, sconosciuto. Il misterioso rapimento di Sindona avvenne nell'agosto dello scorso anno; il bancarottiere aveva ottenuto la libertà provvisoria dopo il pagamento di tre milioni di dollari, ma avrebbe dovuto non muoversi da New York. Invece spari, per ricomparire a Vienna nell'autunno, ferito a una gamba e munito di un passaporto falso. Con quel documento, secondo le accuse, avrebbe viaggiato parecchio: in due Paesi almeno, cioè nel nostro e in Grecia. Anche gli eventuali contatti di Sindona con alcuni ambienti greci hanno suscitato l'interesse dei magistrati milanesi. Tutta l'inchiesta si svolge — come è comprensibile — nel riserbo più assoluto. Un particolare tuttavia si è appreso: nell'ottobre dello scorso anno, qualcuno, a Palermo, servendosi del falso passaporto di Sindona, cambiò in una sede locale della «Cassa di Risparmio» un assegno di centomila dollari. La perizia grafica dimostrò successivamente che la firma sull'assegno non era quella del bancarottiere.

Luoghi citati: Grecia, La Loggia, Milano, New York, Palermo, Roma, Vienna