Vita quotidiana nella rivoluzione di Lia Wainstein
Vita quotidiana nella rivoluzione L'ALLUCINANTE DIARIO DELLA POETESSA CVETAEVA Vita quotidiana nella rivoluzione 'Non vi è, credo, nei miei ricordi, una figura più tragica di quella di Marina» scrisse in Uomini, anni, vita, vent'anni or sono, Erenburg, di Marina Cvetaeva, di cui Guanda pubblica, a cura di Serena Vitale, Indizi terrestri. 'Ogni cosa nella sua biografia è instabile, illusoria: e le idee politiche, e i giudizi critici, e i drammi personali, tutto, fuorché la poesia. Sono rimaste poche persone tra quante conobbero la Cvetaeva, ma la sua poesia sta appena iniziando a penetrare nel mondo di molti». Una diffusione che sembra diventata più ampia in questi ultimi anni, all'avvicinarsi del centesimo anniversario della nascita (1882). Nel 1978. nella rivista sovietica Voprosy literatury (numero 4) usci una scelta delle lettere scambiate, nel 1926, tra la Cvetaeva, Pasternak e Rilke e nella scorsa primavera la prima edizione mondiale dell'intero epistolario venne pubblicata in Italia (Il settimo sogno - Lettere 1926, Editori Riuniti). Nel 1979 usci da Fel¬ trinelli la raccolta Poesie, e attualmente è in corso di pubblicazione presso la Casa Russica Book & Art Shop di New York un'edizione critica in cinque volumi delle opere poetiche, integrata da un'introduzione di Josif Brodskij e da un saggio biografico della nota evetaevista russa Viktoria Schweizer. Tanto fervore editoriale però non ha rivelato ancora la produzione completa di Marina Cvetaeva. Indizi terrestri è un diario scritto tra il 1917 e il 1919. Queste centocinquanta pagine, divise in otto capitoli, videro la luce, negli anni successivi (1924-1927) in alcune riviste russe di Praga, Parigi, Berlino e Bruxelles, ma i tentativi della Cvetaeva per trovare un editore che le pubblicasse tutte insieme non approdarono a nulla. Un insuccesso causato dall'atteggiamento ambiguo, negli ambienti dell'emigrazione, nei confronti dell'Urss, e quindi dalla perplessità suscitata dalle critiche formulate In Indizi terrestri. Alla fine del 1917 Sergej Efron, marito della Cvetaeva, parti da Mosca per andare a combattere contro i bolscevichi sul Don. Ricevuta da Erenburg, nel 1921, la notizia che Efron si trovava a Praga, la poetessa raggiunse tosto il marito. Aveva portato con sé il diario, un allucinante documento sulla vita quotidiana di una giovane donna, rimasta sola con due bambine piccole in un paese squassato dalla rivoluzione. Il leit-motiv della fame - .Per due giorni e mezzo né un boccone né un sorso. è la frase iniziale — serpeggia in questa cronaca tra un susseguirsi di rovine, distruzioni, montagne di cadaveri, angosciose incertezze. Per sopravvivere, la Cvetaeva si sobbarca alle più dure fatiche : baratta dai contadini stoffa e sapone contro lardo e miglio, va a prelevare la razione di patate gelate: 'Sono sul pavimento... all'estremità sono meno marce. Ma per raggiungerle non c'è altra via che camminarci sopra... Come su una specie di montagna di meduse. Bisogna prendere con le mani: tre pud». (Quasi 50 chili). E poi trasportare le patate attaccandosi come un cane allo slittino della figlia. A tarda sera riprende il diario: 'Non ho annotato la cosa più importante: l'allegria, l'acutezza di pensiero... l'appassionata tensione di tutto l'essere — tutti i muri sono coper- | # ai versi e di NB! per il tac 1 cujn0.. Sono di quel periodo le raccoite liricne verste 2. j L■accampamento dei cigni e la \ fiaba Lo sar-fanciulla. Il 7 lu , gn0 1919 legge al Palazzo delle | artl n su0 drammatico E vi sta bene la tripli- 1 Fortuna. Lì conosce LunacarI skij. il commissario del popolo | per l'istruzione, e lo giudica 1 incapace di fare il male. Si j rammarica però di aver deI clamato i suoi versi provoca| tori ( ce menzogna i Di Libertà, | Uguaglianza e Fraternità!») »in faccia a Lunacarskij e non a... volevo scrivere Lenin, ma Lenin non capirebbe Lia Wainstein
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