Non così male l'agricoltura

Non così male l'agricoltura Intervista a Marcerà sulle contraddizioni del settore agricolo Non così male l'agricoltura Il vino è il settore che va peggio - Quest'anno prodotti più latte e zucchero - Gli investimenti si fanno DAL. NOSTRO INVIATO SPECIALE VERONA — Le cifre della crisi agricola sono gravi, ma contraddittorie: gli allevatori chiudono le stalle, ma la produzione di latte è aumentata; importiamo carne, ma ne esportiamo anche, addirittura nei Paesi arabi; alcuni prodotti vanno decisamente bene, come lo zucchero. Parliamo di queste contraddizioni con Giovanni Marcerà, ministro dell'Agricoltura. Una contraddizione è rappresentata dal settore lattiero-caseario. Il prezzo del latte in Lombardia era di 340 lire nel gennaio scorso, di 342 dal 1° luglio, ma il pagamento è stato differito da 30 a 90 giorni, cosi gli allevatori ci rimettono 30 lire il mese per litro. Ma il settore, nei suo insieme, va bene o va male? «Posso dirle che la produzione di latte è aumentata: nel '75 ne abbiamo fatti 86 milioni 443 mila quintali, l'anno scorso 97 milioni 812 mila, nei primi mesi di quest'anno 43 milioni 200 mila (arriveremo a 100 milioni alla fine deil'80, con un aumento del 6 per cento)». E' aumentato anche il numero delle vacche? «Si, dal '75 al '79 sono passate da 2.882.600 a 3.074.200 e nei primi sei mesi deil'80 sono salite ancora a 3.134.600». Come spiega questa contraddizione? «Forse gli allevatori avran¬ no fatto come me. Io ho detto ai miei dipendenti: guardate, col latte adesso si guadagna meno, perciò bisogna aumentare la produttività: se abbiamo dieci vacche, dobbiamo tenerne venti, ma con la stessa manodopera». Questo è sufficiente? «Bisogna anche investire. Ha presente gli impianti di mungitura meccanica, quelli che costano 50 milioni l'uno? Una grossa grossa Casa ne ha venduti 3500 in poco tempo». Ma importiamo sempre molto latte. «Meno; nei primi cinque mesi dell'SO le importazioni sono scese del 17 per cento». E il formaggio grana? «C'è ancora la crisi del grana, ma il prezzo alla produzione sta salendo, anche perché l'Alma (Azienda di Stato per interventi sul mercato agricolo) ha ritirato 100 mila quintali di grana e altrettanti di par¬ migiano». L'Alma finalmente funziona? «Si, e andrebbe meglio se mi dessero un centinaio di persone in più. Ma mi rispondono che non c'è personale». Come mai lo zucchero è un settore che tira? «In sei anni — da quando »o sono andato all'Agricoltura — slamo passati da 9 milioni 400 mila quintali a 17 milioni 200 mila, cioè all'autosufficienza. Ciò vuol dire un risparmio di 600 miliardi di lire l'anno». Il vino però va male. •E' il settore dove le cose vanno peggio». SI può conoscere l'entità esatta delle giacenze? «Sono meno di quanto si dice in giro. Senta, le do le cifre uffidali dell'Istat: oggi in Italia abbiamo 34 milioni di ettolitri di vino invenduto (in Piemonte 2 milioni 670 mila ettolitri di vino da tavola e un mi¬ lione 90 mila ettolitri a doc)». Come possiamo sperare di venderlo? «Per 5 milioni di ettolitri vi sono già contratti di distillazione, che è stata chiesta per altri 3 milioni; quindi ne restano 26 milioni. Non sono molti, se si pensa che lo stoccaggio fisiologico è sui 25 milioni di ettolitri». Poiché importiamo mangimi per il nostro bestiame, non sarebbe meglio mettere il granoturco al posto delle vigne? «Certo, si produce troppo vino, specie il vino dequalificato della pianura con rese altissime (440 quintali l'ettaro, rispetto agli 80 delle colline)». Non abbiamo ottenuto soldi dalla Cee per estirpare i vigneti? «SI, 57 miliardi, ma ci vuol tempo, perché non si riesce a far rispettare i divieti». Non ci sono multe? «Sono irrisorie. Ma ora ho presentato un provvedimento alle Camere che prevede 5 milioni di multa per chi fa nuovi impianti di vigneti dove non dovrebbe». La Cee ci dà molti aiuti per superare la crisi vinicola? ■Parecchi: 72 miliardi per la distillazione speciale, 48 miliardi per lo stoccaggio, 18 miliardi per esportare in Russia (dove abbiamo già venduto un milione e mezzo di ettolitri), 5 miliardi per lo stoccaggio del mosto, 3 miliardi e mezzo per l'uva da tavola, altrettanti per le cantine sociali che devono trasferire l'uva». E gli aiuti nazionali? «Prima della caduta del governo avevo presentato un disegno di legge che stanziava 50 miliardi in conto interessi alle cooperative e 50 miliardi per le spese di commercializzazione». Livio Burato

Persone citate: Giovanni Marcerà, Livio Burato

Luoghi citati: Alma, Italia, Lombardia, Piemonte, Russia, Verona