Calce viva sui morti a El Asnam Sono 200-300 mila i senzatetto di Francesco Santini

Calce viva sui morti a El Asnam Sono 200-300 mila i senzatetto La terra ha di nuovo tremato nella città algerina distrutta Calce viva sui morti a El Asnam Sono 200-300 mila i senzatetto Si lotta contro il pericolo di epidemie - Appello al mondo del presidente Chadli - Manca l'acqua - Ancora impossibile valutare il numero esatto delle vittime - Un italiano disperso DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE EL ASNAM — E' arrivata la calce viva. Si respira l'odore dolciastro della decomposizione. La pioggia della notte ha soffocato la polvere di El Asnam, ma c'è l'incubo dell'epidemia. Nella «città degli idoli» cancellata dal terremoto di venerdì, l'acqua potabile diventa un bene prezioso: quella in bottiglia si conserva per i bambini più piccoli. Il cibo scarseggia per tutti. Gli aiuti internazionali sono in marcia. Le strade da Algeri e da Orano si stringono in colonne lentissime. L'esercito è mobilitato. Moltiplica gli sforzi mentre, nel suo «appello al mondo», il presidente della Repubblica, Chadli Bendjeddid, porta da 200 mila a 300 mila il numero dei senzatetto. Per le vittime, ancora incertezza nel lutto algerino. Mai come in queste ore l'Algeria ha vissuto una mobilitazione più vasta. Nelle ambasciate danno soltanto un punto di riferimento, il 1962, nei giorni dell'indipendenza. Tutti danno un contributo. Anche la cerimonia del «sacrificio del montone», in occasione del Id el-adha, è stata annullata. Gli agnelli non saranno sgozzati. Nessun festeggiamento religioso, nessuna ora di lavoro perduta. Il presidente ha suggerito di devolvere la spesa per gli animali in favore dei terremotati di El Asnam. I dinari già affluiscono su un conto speciale da tutto il Paese, sin dai centri interni toccati dal deserto. La calce viva blocca il pericolo del contagio. Il responsabile amministrativo dei soccorsi, Jourgen Vittani, ha rassicurato il primo ministro Benahmed che ancora ieri ha visitato El Asnam: la notte fredda respinge la minaccia epidemica. Vittani ha sollecitato l'invio di tende e coperte. In sede politica fanno notare come sia necessario un «segnale particolare» dalle industrie europee impegnate in Algeria. Tutto deve essere coordinato dalle autorità di Algeri, ma si aspetta anche dall'Italia un interesse «distinto». Per El Asnam spazzata via dalla pianura di Chelif anche ieri ci sono state nuove ore terribili, al mattino, alle 7,40, quando con un boato sordo la terra ha ripreso a tremare. Raccontano di un nuovo sussulto nel momento in cui dalle tende di cartoni e di stracci i sopravvissuti si risvegliavano da una notte fredda di pioggia. Erano scosse di assestamento, ma il panico si è riacceso. Poi sono arrivati i militari con la calce. L'hanno cosparsa attorno a edifici ormai famosi, dal liceo femminile alle gallerie della Singa, dalla scuola paramedica all'edificio della polizia, al liceo Leblond, all'albergo Baudouin, all'notel Chelif. E' proprio dal disastro delYhotel Chelif che sì è salvato un tecnico di Varese, Antonio Di Maddalena, 34 anni, installatore tecnico di una ditta di piastrelle. Il suo racconto comincia nel più grande albergo della regione quando, alle 13,30 di venerdì, d'improvviso, 'tutto tremava e sono scappato via perché prima degli altri ho intuito il terremoto-. E' schizzato al centro della strada e ha visto il vecchio edificio coloniale 'abbassarsi nel terreno». Alla nostra ambasciata il tecnico di Varese ha comunicato la presenza di un italiano sotto le macerie. Ne ha forni- to le generalità, e i telex per l'Italia sono già partiti. Sarebbe Renzo Boldrini, 50 anni, abitante a Scandicci in provincia di Firenze. Un altro italiano, richiuso nel carcere di El Asnam per traffico di droga, è salvo: la vecchia fortezza spagnola dai bastioni gialli ha resistito. Il tecnico di Varese racconta la sua notte d'inferno. «Sono rimasto per tutto il pomeriggio tra le macerie; anch'io ho dato un aiuto. Il freddo della notte mi ha costretto a cercare riparo in un'automobile. Soltanto oggi sono riuscito a rassicurare mia moglie in Italia. A bbiamo due bambini sono stati momenti inenarrabili». Nella tendopoli dei morti le autorità comunicano di avere dato un nome a 1500 vittime. Per gli altri 'nulla è possibile dire». Il responsabile della prefettura di El Asnam, che ieri tentava un censimento, afferma: 'Molte famiglie recuperano i corpi dei parenti, ma subito lì seppelliscono: questo rende più difficile il nostro lavoro, ora che i municipi sono distrutti e i registri della popolazione, in particolare nelle zone interne, sono sepolti dalle macerie». Tutti a El Asnam, battuta dalla pioggia, insistono sulla necessità delle tende, delle coperte, delle cucine da campo. Per l'acqua, mentre arrivano le prime colonne di autobotti, si fa molto affidamento sul grande impianto di depurazione promesso dall'Italia. Il mare in queste ore si è calmato. I tecnici della marina suggeriscono l'approdo nel porto di Tenes, a metà strada tra Algeri e Orano, a cinquanta chilometri dal luogo del disastro. Altre necessità: le vaccinazioni in massa. A questo hanno cominciato a provvedere sei crocerossine arrivate l'altra notte dall'Italia con il ponte aereo degli Hercules C-130. All'aeroporto Boumedienne ne sono atterrati sette. I prossimi voli scenderanno su Orano, perché le piste e i magazzini di Algeri cominciano a sovraffollarsi. Grossi problemi vengono dalle comunicazioni. Ieri squadre di operai erano al lavoro sulla strada ferrata scardinata dal terremoto. Il primo ministro Benahmed ha ispezionato la zona dove un treno con 40 vagoni si è rovesciato. Ha sollecitato un 'lavoro più celere». In elicottero si è allontanato per incontrare l'ambasciatore giapponese accorso sulle macerie dell'hotel Chelif per informarsi sulla sorte di 40 connazionali che mancano all'appello. Dall'Algeria chiedono soccorso al mondo, ma non desiderano l'intervento di tecnici stranieri. Per le sei crocerossine italiane è stata fatta un'eccezione. I sanitari sovietici e francesi che operano nell'ospedale da campo della caserma militare e nella tendopoli alzata nel giardino delle palme erano già in Algeria. Al ministero delle Informazioni ripetono: «12 Paese è mobilitato: abbiamo bisogno di materiali, ma all'evacuazione, alle cure provvedono i nostri militari che stanno alzando nuovi ospedali da campagna». Al El Asnam l'odore della morte si mescola a quello della calce e dei disinfettanti. Si prepara un'altra giornata di lavoro per strappare nuove vittime alla distruzione, tra le macerie, tra le quinte di case sgretolate, nello spettacolo del massacro. Francesco Santini I primi soccorsi a un bambino estratto ancora vivo dalle macerie svd

Persone citate: Baudouin, Chadli, Chadli Bendjeddid, Leblond, Renzo Boldrini, Vittani