E assolto dall'accusa di «tentato suicidio»

E assolto dall'accusa di «tentato suicidio» E assolto dall'accusa di «tentato suicidio» Un militare che aveva preso troppi barbiturici Due autieri accusati di procurata infermità sono stati assolti dal nostro tribunale militare (pres. Bosso, p.m. Garino). Sono due giovani di Napoli, Giuseppe Pigliaceli!, 21 anni e Giuseppe Stendardo, 20 anni, entrambi in servizio presso il 3" Autogruppo «Fulvia» di Milano. Il primo era accusato di avere rubato un tubetto di tranquillanti dall'infermeria e di avere tentato il suicidio per sottrarsi al servizio militare. Il secondo era accusato di essersi messo alcune gocce di una sostanza ignota nell'occhio destro per evitare di accompagnare delle reclute a Monza. Gli episodi risalgono all'anno scorso. La sera del 21 novembre '79 il Pigliacelli, rimasto solo in infermeria dopo una visita, era stato ritrovato poco tempo dopo accasciato: in mano aveva un tubetto di sedativi vuoto. L'autiere ha dichiarato in aula di non avere mai pensato al suicidio. Era in cura per esaurimento nervoso e gastrite. Quella sera aveva preso una dose più abbondante di pillole. Il tribunale ha accolto la tesi difensiva dell'avv. Siliquini, assolvendo l'autiere per la procurata infermità e anche dal furto: il tubetto di sedativi non era dì proprietà dell'autorità militare. L'avv. Siliquini ha fatto assolvere anche lo Stendardo, dimostrando che a soli 7 giorni dal congedo, l'autiere non poteva avere in animo di commettere alcunché di grave contro se stesso. Tanto pili che il servizio di trasporto reclute era considerato -assai divertente» dai «nonni» che approfittavano degli ultimi giorni di naja per fare scherzi ai nuovi arrivati.

Persone citate: Bosso, Garino, Giuseppe Pigliaceli, Giuseppe Stendardo, Siliquini, Stendardo

Luoghi citati: Milano, Monza, Napoli