La svalutazione no
La svalutazione no Arcangelo Lobianco (Coldiretti) La svalutazione no ROMA — Chiediamo al vicepresidente vicario della Coldiretti, Arcangelo Lobianco, se, a suo giudizio, una svalutazione della lira sarebbe utile all'agricoltura italiana. R. — C'è chi sostiene che l'agricoltura si può difendere attraverso la svalutazione della lira. Secondo me costoro non si rendono conto che, per una economia come la nostra, cosi fortemente dipendente dalle importazioni di energia e di materie prime, chiedere un adeguamento del tasso di cambio significa accelerare gravemente l'inflazione. Del resto sulla linea non svalutazionistica si sono chiaramente posti sia Von. Cossiga nel suo discorso di Bari («La svalutazione non può essere considerata un valido rimedio ai mali dell'economia»), sia lo stesso La Malfa. D. — Perché la svalutazione non sarebbe utile? R. — Nell'attuale situazione, una svalutazione della lira, anche se dopo qualche mese potrebbe portare all'adeguamento della «lira verde» per 1 prezzi agricoli fissati dalla Cee, una volta esaurite le scorte, provocherebbe Inevitabilmente maggiori costi valutari e quindi un nuovo aumento dei prezzi interni, ulteriormente aggravato da quella «cinghia di trasmissione» rappresentata dal nostro sistema di indicizzazione. D. — Lei parla a titolo personale o a nome della Coldiretti? R. — La Coldiretti è contraria ad un provvedimento di svalutazione della lira sul mercato dei cambi. Questa posizione, che rispecchia unanimemente il pensiero degli organi collegiali della confederazione, sarà da me ribadita alla 25' assemblea generale, che si svolgerà a Roma la prossima settimana. La svalutazione avrebbe, si, ripercussioni favorevoli sull'andamento delle nostre esportazioni ma, come contropartita, accentuerebbe l'inflazione con il conseguente aumento dei costi di produzione, aumenterebbe 11 peso economico delle importazioni e faciliterebbe l'instaurazione di montanti compensativi monetari la cui forza distruttiva è tristemente nota, come dimostra l'esperienza degli Anni 70. D. — Potrebbero anche tornare i montanti compensativi? R. — Non ci si vuol rendere conto che, nel caso di un ritocco della parità della lira, nessuno ci garantirebbe quell'adeguamento della «lira verde» che molti danno per scontato ma che, in effetti, non lo è affatto. Troppo facilmente si dimenticano 1 giorni in cui i montanti compensativi penalizzavano duramente i nostri coltivatori perché la lira non faceva ancora parte dello Sme e si svalutava liberamente sul mercato dei cambi. D. — In linea economica generale, che cosa propone la Coldiretti? R. — La nostra organizzazione ha fatto della lotta all'Inflazione uno dei capisaldi del suo orientamento tanto che, sin dalla primavera del 1978, in contrasto con altre forze sociali anche agricole, si schierò a favore dell'ingresso dell'Italia nello Sme, nella convinzione che tale decisione avrebbe dovuto comportare più coerenti comportamenti nella lotta contro l'inflazione. Comunque, l'aver evitato più gravi conseguenze per i produttori agricoli con l'ingresso della lira nello Sme, non attenua certo l'Insopprimibile esigenza di adeguare i ricavi dei coltivatori al ritmo sempre crescente dell'inflazione interna. Come? Con un adeguamento dei prezzi agricoli in sede comunitaria, applicando quel «metodo obiettivo» che tiene conto del differenziale inflattivo degli Stati membri della Cee.
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