Tante crisi in una
Tante crisi in una Il direttore di «Terra e Vita» Tante crisi in una BOLOGNA — Anche a Luigi Perdisa, direttore di «Terra e Vita» il più diffuso settimanale agricolo italiano, chiediamo un'opinione sulle difficoltà attuali. R. — La crisi attuale è evidente. Un giudizio su di essa non è però generalizzabile. D. — Quali distinzioni bisogna fare? R. — Le conseguenze sull'agricoltura provocate dallo sviluppo economico (in particolare sugli aspetti afferenti al lavoro) sono state diversamente assorbite dalle struttute produttive (grandi o piccole aziende, imprese con salariati, coltivatrici, cooperative) e nei diversi ambienti (montagna, pianura, Nord, Sud), o per 1 singoli settori produttivi (vigna, mais, allevamenti, ecc.). Perciò non tutte le singole realtà operative sono in crisi, anche se vi sono diffuse, effettive e gravi difficoltà. D. — Non è mancata, in Italia, una politica per l'agricoltura? R. — Ai gravi problemi di adeguamento strutturale allo sviluppo si aggiungono le conseguenze di una politica economica che tende a marginalizzare l'agricoltura e di una politica agraria che, nell'impostazione e nella prassi applicativa, crea vincoli notevoli all'elasticità imprenditoriale. D. — Qual è 11 risultato di tutto ciò? R. — Fatto contingente, rilevante, è il crescente divario fra andamento del costo dei fattori (sostanzialmente allineato ai tassi d'inflazione) e andamento dei prezzi (condizionato dalla politica comunitaria e dal tasso di cambio della lira). D. — Come mai, in questa dilagante crisi agricola, «Terra e Vita» continua a espandersi, anche con iniziative regionali? R. — L'espansione di «Terra e Vita» è In chiave logica. Infatti la reazione alla crisi non può essere che la ricerca dei modi per valorizzare al massimo 1 mezzi produttivi di cui si dispone.
Persone citate: Luigi Perdisa
Luoghi citati: Italia
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