Gli industriali piemontesi sono solidali con la Fiat
Gli industriali piemontesi sono solidali con la Fiat Frignarli accusa di «scorrettezza» il sindacato Gli industriali piemontesi sono solidali con la Fiat TORINO — Il Consiglio federativo delle Associazioni Industriali del Piemonte, riunitosi ieri sotto la presidenza dell'ing. Giorgio Frignarli ha espresso «piena e totale solidarietàm alla Fiat nell'attuale vertenza. Il comitato Piccola industria dell'Unione industriale di Torino domani, alle 17, riunirà in assemblea i propri delegati per discutere i problemi dell'indotto Fiat e dell'Indesit. Martedì gli oltre cento membri del consiglio direttivo dell'Unione industriale incontreranno rappresentanti del commercio, dell'artigianato e dell'agricoltura di Torino e provincia sempre in merito alla vertenza Fiat ed alla crisi economica torinese e piemontese. Da segnalare inoltre una lettera Inviata dal presidente dell'Anima (industriali metalmeccanici), Turatti, ai titolari delle aziende associate. La Federpiemonte ha diffuso una nota nella quale, 1) lamenta che «la crisi in atto non è recepita dalla controparte sindacale come elemento che dovrebbe condurre ad un accordo*; 2) invita a «sdrammatizzare» le conseguenze sociali «di tutta la vicenda», chiarendo che «il vero danno dei lavoratori è determinato dalla perdita di denaro per il protrarsi di agitazioni che non servono né aiutano nessuno»; 3) definisce una «necessità» per la Fiat («ai fini di rimanere competitiva») l'adeguamento degli organici «alle richieste del mercato ed allo sviluppo tecnologico, utilizzando lo strumento previsto della mobilità esterna». Commenta l'ing. Frignani: «Solo di fronte all'atteggiamento del sindacato che ha rifiutato di applicare un contratto liberamente sottoscritto, l'azienda ha avviato le procedure di licenziamento; strada responsabilmente abbandonata per la crisi di governo. Tutto ciò in contrapposizione all'operato assolutamente scorretto del sindacato, il cui spregio del contratto è arrivato al punto di far ritenere che anche la parte industriale — così come stanno le cose — possa mettere in discussione gli impegni assunti». A giudizio della Federazione l'azione intrapresa dalla Fiat rappresenta in definitiva «il tentativo di una robusta iniezione di efficienza imprenditoriale all'interno del sistema economico italiano». Ecco 11 motivo della solidarietà degli imprenditori piemontesi alla Fiat: essi sono convinti «di essere di fronte ad una sfida che vede da un lato una economia assistita; dall'altro la possibilità dì gestire ancora in termini capitalistici le aziende, con il riconoscimento pieno della libertà e del rischio di chi si impegna a tutti i livelli con il proprio lavoro, le proprie capacità, il proprio patrimonio». Anche a parere del presidente dell'Unione industriale, Pininf arina, in questa vertenza «sono in gioco principi che vanno al di là dei problemi posti da una crisi aziendale». Essi «toccano da vicino l'efficienza di un intero sistema economico e la reale libertà d'impresa». Per questo, spiega Pininf arina nella lettera d'invito alle altre categorie (commercio, artigianato e agricoltura), «abbiamo deciso di aprire il nostro parlamentino ad altre categorie, altrettanto interessate e coinvolte negli aspetti di questa crisi». H presidente dell'Amma, Turatti, nella lettera ai titolari delle aziende associate, rileva fra l'altro che l'attuale vertenza «non è una battaglia privata della Fiat, ma riguarda la totalità delle aziende metalmeccaniche», poiché avrà «pesanti conseguenze», non solo per la casa automobilistica, «ma ancor più per i suoi fornitori, impossibilitati, a causa del blocco degli stabilimenti, da un lato a consegnare i rifornimenti, dall'altro a ricevere il pagamento delle forniture effettuare nei mesi scorsi». Giuseppe Sangiorgio
Persone citate: Frignani, Giorgio Frignarli, Giuseppe Sangiorgio, Turatti
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