A terra dopo sei mesi i cosmonauti sovietici

A terra dopo sei mesi i cosmonauti sovietici Hanno vissuto 185 giorni a bordo della Salyut 6 A terra dopo sei mesi i cosmonauti sovietici MOSCA — Sono rientrati ieri mattina sulla Terra, dopo aver vissuto per 185 giorni nello spazio a bordo della «Salyut 6» i cosmonauti sovietici Leonid Papov e Valeri Ryumin. Erano le 12,50 quando la navicella «Soyuz 37», in precedenza staccatasi dalla «Salyut 6», ha toccato terra posandosi a 180 chilometri dalla città di Dzezkarzagan, nel Kazakistan sovietico, in Asia Centrale. A un primo controllo medico effettuato sul posto le condizioni di salute di Popov e Ryumin sono apparse ottime. I due cosmonauti, che avevano iniziato il 9 aprile scorso la loro avventura, non hanno risentito della lunga permanenza nello spazio, la più lunga mai sopportata da un uomo. L'eccezionale impresa ha consentito al trentaquattrenne Popov, pilota dell'aeronautica militare al primo volo nello spazio, e a Ryumin, ingegnere civile di 41 anni, di portare a termine in oltre sei mesi di attività sulla «Salyut 6» una serie dì ricerche medico-biologiche per accertare l'effetto dei voli spaziali sull'organismo umano, e di dedicarsi allo studio delle piante e di altri organismi. Secondo gli scienziati, il lavoro svolto da Popov e Ryumin, che si sono avvalsi della collaborazione di cosmonauti ungheresi, vietnamiti e cubani che li hanno via via raggiunti, è destinato a trovare ampia applicazione in vari settori. Il felice esito della missione premia l'impegno dei protagonisti diretti e quello degli scienziati e dei tecnici della missione di controllo, che da terra hanno seguito ora per ora quanto avveniva sulla «Salyut 6» la stazione orbitale che da oltre tre anni gira intorno alla Terra. Il 27 maggio scorso la «Soyuz 36» con a bordo i cosmonauti Valéry Kubasov e Betralan Farkas, quest'ultimo ungherese, si agganciò alla «Salyut 6» che Popov e Ryumin avevano già sottoposto a una serie di controlli e riparazioni, necessari a far funzionare il laboratorio. Tra il 24 e il 31 luglio sulla «Salyut 6» lavorò un'equipe internazionale di astronauti, formata oltre che da Popov e Ryumin dal sovietico Viktor Gorbatkov e dal vietnamita Pham Tyan. Il 19 settembre si agganciarono alla nave-madre il sovietico Yuer Romanenko e il cubano Arnaldo 'ramavo Mendez. Tre mesi prima, il 6 giugno, alla «Salyut 6» si era agganciata una versione modificata di «Soyuz», la «Soyuz T-2», con a bordo i cosmonauti Yuri Malyshev e Vladimir Aksybov. Gran parte del lavoro svolto dagli equipaggi alternatisi a bordo del complesso orbitale è consistito in ricerche geofisiche, i cui risultati troveranno applicazione pratica soprattutto nelle discipline economiche. I cosmonauti hanno effettuato osservazioni della superficie terrestre e dell'oceano. In particolare la ricognizione fotografica ha riguardato una considerevole parte del territorio sovietico, ungherese, vietnamita e cubano. Sono stati raccolti molti dati sulla ricerca mineraria e dì materie prime, la dinamica delle frane naturali, i mutamenti di stagione nelle terre agricole e negli oceani. 1 cosmonauti Valer)' Ryumin e Leonid Popov poco dopo il ritorno sulla Terra (Telefolo Ap)

Luoghi citati: Asia Centrale, Kazakistan