Bani Sadr: «Avvertiremo la popolazione se costretti a colpire le città dell'Iraq»

Bani Sadr: «Avvertiremo la popolazione se costretti a colpire le città dell'Iraq» «Un mezzo corazzato si può sostituire, la vita umana no» Bani Sadr: «Avvertiremo la popolazione se costretti a colpire le città dell'Iraq» DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE TEHERAN — La minaccia di una rappresaglia sulle città dell'Iraq, fatta venerdì notte alla tv da Bani Sadr, è stata ieri mattina in qualche modo ridimensionata dallo stesso presidente. E' stato, quello della rappresaglia, il primo tempo della conferenza stampa ai giornalisti stranieri, e in risposta a una precisa domanda sull'inquietante argomento, Bani Sadr ha esattamente detto: 'L'Iran ha sempre cercato, in precedenza e in questa guerra, di distinguere i popoli dai governi, gli eserciti dai regimi. Fedeli a codesto principio e in ossequio all'etica islamica, ci siamo preoccupati in questa infausta guerra che ci è stata imposta di colpire le cose, non gli uòmini; i carri armati, non i soldati. Noi, infatti, rispettiamo gli uomini, perché un mezzo corazzato si può rimpiazzare, la vita umana no. Se gli iracheni continueranno a colpire gli inermi nostri fratelli, saremo a nostra volta costretti a bombardare le loro città, ma preavvisando le popolazioni, perché possano mettersi in salvo». n presidente ha continuato: «Abbiamo questa capacità di rappresaglia, ma non l'intenzione di praticarla. Sempre che, ben inteso, non vi saremo obbligati. Le azioni disperate dell'Iraq (bombardamenti di abitati) sono la dimostrazione migliore dell'efficacia dei nostri bombardamenti aerei, continueremo a concentrarci sugli obiettivi militari». L'ufficio del primo ministro Rajai ha comunicato che l'Iran parteciperà ai lavori dell'Onu per esporre le sue ragioni al Consiglio di sicurezza. Ciò significa che voi siete orientati a non respingere una nuova eventuale risoluzione? «Secondo me la faccenda non va posta in questi termini. Intanto una premessa: onestamente non riusciamo a capacitarci come la comunità internazionale abbia potuto accettare una simile situazione: un Paese che aggredisce un altro per rivendicare presunti diritti con la forza anziché avviare trattative pacifiche. Se non fosse stato per la nostra resistenza, veramente epica, e lo dico senza retorica, la sopraffazione sarebbe stata perpetrata ai nostri danni. Veniamo alla risoluzione prossima ventura del Consiglio di sicurezza. Il problema è uno solo: deve essere giusta nella sostanza; l'Iraq e le due superpotenze debbono accettarla, l'Iraq dovrà ritirarsi dai territori occupati con la forza». In margine ai lavori dell'Onu avrete contatti con gli americani, parlerete degli ostaggi? •Tanto per cominciare, io non vado a New York, come qualcuno ha scritto. Il mio posto è qui, debbo badare alla guerra. Né ritengo utile che i nostri rappresentanti si incontrino con quelli degli Usa. La questione per noi sarà risolta quando il Parlamento avrà fissato le condizioni per il rilascio degli ostaggi. Gli Usa potranno accettarle o rifiutarle. E'tutto». Vi risulta che l'Iraq continui a ricevere aiuti dall'Unione Sovietica? «JVon lo sappiamo, non abbiamo prove irrefutabili in merito. Stiamo studiando le informazioni in nostro possesso e facendo ricerche. Ho convocato l'ambasciatore Vinogradov per sottoporgli tre quesiti: 1) Mosca continua tuttora a rifornire d'armi l'Iraq? 2) Poiché da un documento in possesso del nostro ministero degli Esteri risulta che i Tupolev furono venduti all'Iraq con la clausola limitativa del loro impiego solo contro Israele, non pensa l'Urss che sia suo dovere intervenire perché codesti aerei strategici non vengano impiegati per bombardare le nostre città, le popolazioni civili? 3) Se è vero che l'Urss ha fornito e continua a fornire informazioni militari all'Iraq». E sulla presunta collusione fra Stati Uniti e Iraq, che cosa ha da dirci? •Attraverso l'ambasciata svizzera abbiamo diffidato gli Usa da fornire informazioni al nostro nemico. Gli americani ci hanno assicurato di non averlo mai fatto e che non lo faranno mai». E non teme che gli Awacs (i radar volanti) assegnati dall'America all'Arabia Saudita possano svolgere l'identico compito? «JVon è che ce ne importi molto: anche in Vietnam operavano simili ordigni bellici, eppure l'America non ha vinto la guerra». Accettereste l'eventuale invio di forze cuscinetto dell'Onu? -In passato si sono dimostrate strumenti niente affatto validi. C'è da tener conto, poi, come l'Iran e l'Iraq siano due nazioni amiche, musulmane, costrette alla guerra perché una delle due è retta da un regime criminale». Interrogato sull'attacco aereo contro la centrale nucleare irachena di Tammur, Bani Sadr ha detto: *Non è nostro costume mentire. Non abbiamo scelto il reattore nucleare come obiettivo, ma altri bersagli nelle vicinanze. Alcune delle nostre bombe sono però cadute sulla centrale nucleare», i. m.

Persone citate: Bani Sadr, Rajai, Vinogradov