Gli studenti correggevano gli errori dell'insegnante
Gli studenti correggevano gli errori dell'insegnante La vicenda in una scuola media di Trento Gli studenti correggevano gli errori dell'insegnante È stata licenziata per «inettitudine» - La professoressa laureata in lettere ha presentato ricorso contro la decisione del ministero TRENTO — Non succede spesso che lo Stato licenzi un proprio dipendente. A trento è capitato ed il caso merita di essere raccontato per la sua singolarità. A perdere il posto è toccato ad un'insegnante di scuola media, la prof. Grazia D'Ascari, 30 anni, laureata in Lettere all'Università di Messina, «incaricata» fino al giugno scorso alla media di Revò, piccolo centro della Val di Non. La motivazione del licenziamento resa nota dal provveditore agli studi di Trento, dottor Marco Janeselli, è formulata nel solito linguaggio burocratico. 'Sulla base di una relazione effettuata da un ispettore centrale, abbiamo licenziata a partire dall'anno scolastico 1980-81, la prof. D'Ascari, incaricata a tempo determinato, per inettitudine all'insegnamento». Che cosa significa inettitudine all'insegnamento nel linguaggio burocratico? 'A voler essere gentili — confessa il provveditore dott. Janeselli —possiamo dire che la prof. D'Ascari può essere bravissima a fare tutto tranne che l'insegnamento. Non capisco come abbia scelto questa professione. E non mi faccia aggiungere altro». Il resto lo raccontano i genitori degli alunni di prima e terza media di Revò che l'hanno avuta come insegnante l'anno scorso. « Abbiamo cominciato ad avere forti dubbi sulle capacita didattiche della professoressa D'Ascari — hanno dichiarato — nel leggere i giudizi di merito da lei compilati sui singoli alunni. Una cosa penosa: clamorosi errori grammaticali, sintattici e d'ortografia, frasi sema senso, verbi coniugati al plurale col soggetto al singolare. Insomma, un disastro. Abbiamo informato il preside della scuola per sollecitare un'indagine». Più caustici gli allievi dell'insegnante: «La prof. D'Ascari? Che ridere... dovevamo noi spesso correggere i suoi errori a scuola. Era una continua contraddizione, un giorno ci spiegava una cosa, il giorno dopo sosteneva il contrario». Irrefrenabile ilarità spesso anche tra i colleghi quando l'insegnante prendeva la parola nelle riunioni dei docenti. -Nessuno di noi pretende di far parte dell'Accademia della Crusca — ha mormorato uno degli insegnanti di Revò — ma c'è un limite anche alllmpreparazione. Comunque noi non vogliamo entrare nel merito della vicenda». Ma nel merito s'è deciso ad entrare il provveditore agli studi di Trento dopo le insistenti proteste di allievi, genitori e personale della media di Revò. Da Roma è arrivato un ispettore per una verifica. Al termine, un responso inequivocabile e il conseguente licenziamento dell'Insegnante per .inettitudine all'insegnamento». Ma l'interessata non s'è data per vinta. Ha preso carta e penna e ha presentato, com'è nei suoi diritti, un ricorso contro il provvedimento che 11 Ministero dovrà esaminare entro 90 giorni. Nel frattempo la prof. D'Ascari non intende starsene a casa quest'anno scolastico e ha chiesto un incarico non soltanto al Provveditorato di Trento ma anche in altre città. «Afa nella nostra provincia — dichiara il dottor Janeselli — l'insegnante non troverà certamente un posto per motivi comprensibili. A Revò andrà un altro docente già designato. Non escludo che possa insegnare in altre città, ma in tal caso non dipenderà da me». Guido J. Paglia
Persone citate: D'ascari, Grazia D'ascari
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