Lunedì la decisione sugli aumenti Sip?

Lunedì la decisione sugli aumenti Sip? In Commissione centrale prezzi Lunedì la decisione sugli aumenti Sip? ROMA — Almeno fino a lunedi prossimo il gettone del telefono continuerà a costare 50 lire, ammesso che qualche fortunato riesca a trovarlo. E' questa l'unica notizia certa di una storia, quella delle tariffe Sip, sempre più confusa e grottesca. Grande incertezza anche per la bolletta relativa al quarto trimestre. L'azienda telefonica invita gli utenti a pagarla regolarmente, salvo conguaglio. Le organizzazioni dei consumatori, al contrario, consigliano gli abbonati di rispettare la sentenza del Tar del Lazio e di procedere tranquillamente all'autoriduzlone. Visto quel che è successo questa settimana, poi, sembra quasi scontato che anche lunedi prossimo non accadrà niente, lasciando tutto e tutti nel caos. Il guaio è che la Commissione centrale prezzi (Ccp), l'organo tecnico-consultivo del Cip, non se la sente o non ha l'autorità necessaria per uscire allo scoperto sul nuovo aumento delle tariffe e altro non può fare che aggiornare i propri lavori. Ieri, ad esempio, nonostante la polemica assenza dei rappresentanti del sindacato e dell'Unione consumatori (contrari a nuovi aumenti), c'era il numero legale per decidere. Ma tutti i presenti, di fronte alla sentenza del Tar, hanno assunto un atteggiamento d'estrema prudenza nell'esaminare i conti presentati dalla Sip e dal ministero delle Poste. Di conseguenza, la Commissione ha preferito far slittare 1 lavori a dopodomani senza la prospettiva di una qualche via di sbocco. In sostanza, la preoccupazione della Commissione, oltre all'aperta ostilità di sindacati e Unione consumatori, è quella di non ripetere l'esperienza dello scorso dicembre e di non incappare nuovamente in possibili rischi di nuovi ricorsi per vizi di forma che potrebbero pregiudicare i nuovi adeguamenti tariffari. n Cip a questo punto potrebbe anche procedere senza il parere preventivo della Commissione ma i ministri del governo dimissionario che fanno parte del Cip non mostrano grande entusiasmo a prendere una decisione che, al limite, potrebbe procurare loro soltanto grattacapi. Quindi, difficilmente il Cip sarà convocato prima che la Ccp non abbia concluso qualcosa. A detta di molti esperti, la vicenda potrebbe trascinarsi fino al 21 ottobre, giorno in cui la sesta sezione del Consiglio di Stato dovrebbe pronunciarsi sulla richiesta di sospensiva avanzata dalla Sip contro la decisione del Tar di riportare le tariffe telefoniche al 30 dicembre 1979. Se il Consiglio di Stato dovesse accogliere la sospensiva, ritenendo sussistere i perìcoli di grave donno invocati dalla Sip, verrebbe ripristinata, In attesa della sentenza definitiva, la situazione tariffaria preesistente alla pronuncia del Tar. In queto caso non ci sarebbe più bisogno dell'intervento del Cip, che Invece dovrebbe occuparsi soltanto della nuo¬ va richiesta d'aumento (mediamente il 17 per cento) avanzata dalla Sip. Per quell'epoca, poi, la situazione politica dovrebbe essere più chiara, forse con il nuovo governo In funzione. Si tratterebbe però di costringere la cittadinanza ad un'altra decina di giorni di confusione e di disagi. I comunisti intanto, portavoce il senatore Libertini, chiedono la convocazione di Palazzo Madama per un esame della situazione della Sip. La richiesta è stata avanzata con lettera Inviata al presidente della Commissione Lavori Pubblici e Telecomunicazioni, Alfonso Tanga. «Cipermettiamo di ricordarle — dice Libertini nella missiva — che la Commissione ha in corso un'indagine conoscitiva sulle telecomunicazioni e che la presema a queste sedute di un governo nella sua pienezza dei poteri non è condizione vinco- lante'- e.p.

Persone citate: Alfonso Tanga, Libertini

Luoghi citati: Lazio, Roma