I siriani firmato sono delusi dall'accordo a Mosca da Haffex Assad di Livio Zanotti

I siriani firmato sono delusi dall'accordo a Mosca da Haffex Assad I sovietici non hanno offerto una protezione incondizionata I siriani firmato sono delusi dall'accordo a Mosca da Haffex Assad DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA — Sembra misurato con il bilancino il trattato ventennale di amicizia sottoscritto da sovietici e siriani. Ieri, sebbene non ne sia stata data notizia, sono continuati, per la seconda giornata, i colloqui tra Hafez Assad e i dirigenti moscoviti. E' stato discusso l'aiuto che l'Urss accorderà alla Siria per rafforzare il suo potenziale difensivo e sono state prese alcune decisioni, si è saputo in serata. Si è trattato degli aerei, dei carri armati e dei missili che l'industria bellica sovietica fornirà al regime di Damasco. Il tema è troppo delicato perché se ne parli nei comunicati destinati alla stampa, ma l'indiscrezione è più che attendibile. Appaiono significativi, adesso, i silenzi più delle parole. La loquacità dei funzionari siriani che hanno seguito Assad nella capitale sovietica è finita nel momento stesso in cui è stato reso noto il testo del trattato firmato tra i due Paesi. Il suo esame, infatti, rivela che salvo il contenuto delle clausole segrete che accompagnano il documento, i sovietici si sono ben guardati dall'offrire all'alleato mediorientale una protezione senza condizioni. Non è semplicemente propaganda pacifista, cosi a buon mercato sulle bocche del leader del Cremlino, quanto ha dichiarato Breznev all'ospite brindando in suo onore nella sala della Grande Caterina. Troppo marcata era la preoccupazione del segretario generale del pcus di rassicurare tutti gli altri Paesi della regione e, al di fuori di essa, gli Stati Uniti. «La nostra è un'alleanza di pace, non di guerra: non è diretta contro nessun altro Paese. Ciò sarà dimostrato dai fatti», ha dichiarato. Mentre Assad rispondeva con parole altrettanto pacate, che tradivano nondimeno una certa insoddisfazione. Questo, infine, è il punto: place al capo siriano il posto che i sovietici gli hanno trovato sotto il loro ombrello militare? La metafora è stata usata per la prima volta da alcuni diplomatici di Damasco, quando nei giorni scorsi assicuravano che «l'ombrello dell'Armata Rossa avrebbe offerto il massimo riparo». Ora l'accordo politico è totale: una certa comune diffidenza nei confronti dell'Iraq, molte aspettative dalla federazione di Siria e Libia, decisione di opporsi agli accordi di Camp David per un'intesa generale sul Medio Oriente che tenga conto dei diritti palestinesi. Ma sul terreno militare la coincidenza non è altrettanto sicura. A Mosca vogliono mantenere le mani libere. E' la condi¬ zione indispensabile per continuare a pensare a una conferenza internazionale sul Medio Oriente che assicuri un'influenza sulla regione ai sovietici, un accesso al petrolio agli Occidentali ma senza alcuna esclusiva, e un territorio alla gente di Arafat. Perciò, recita l'articolo 6 del trattato: «In caso di minaccia alla pace o alla sicurezza di una delle parti o di pericolo per la pace, o di deterioramento della pace e della sicurezza nel mondo intero, le parti sottoscritte entreranno immediatamente in contatto per coordinare le rispettive posizioni e la loro cooperazione per eliminare la minaccia e ristabilire /a pace». L'accordo non prevede quindi alcun automatismo, la misura dell'impegno reciproco è tutta da determinare e lo sarà di volta in volta. «Le parti proseguiranno la loro cooperazione sul piano militare, conformemente agli specifici accordi conclusi nell'interesse del rafforzamento delle loro capacità difensive»: neanche l'articolo 10, il più esplicito sulla collaborazione militare, ha allarmato molto gli esperti delle ambasciate occidentali, che non vi hanno colto un sostanziale salto di qualità rispetto al rapporto già esistente tra Urss e Siria. Maggiori interrogativi ha sollevato un paragrafo dell'articolo 8, che parla di «...estendere gli scambi commerciali e la navigazione marittima tra i due Paesi sulla base dell'eguaglianza». Tale formulazione, secondo alcuni, potrebbe prevedere la concessione di facilitazioni per la flotta russa. Livio Zanotti

Persone citate: Arafat, Assad, Breznev, Hafez Assad