Classici omogeneizzati (in confezioni-scuola)

Classici omogeneizzati (in confezioni-scuola) AL MERCATINO DEI NUOVI LIBRI DI TESTO Classici omogeneizzati (in confezioni-scuola) Paziente come un vecchio elefante, Castel S. Angelo — la Mole Adriana — in questa lunga estate fragorosa e festaiola ha sopportato di tutto: ha ospitato mostre, congressi, complessi jazz e cantautori; ha visto Feste dell'Unità e dell'Amicizia, e, lungo le rive del Tevere, stands di vendita (il Tevere Expo) sfavillanti non solo di lumi ma anche di fuochi d'artificio, di immensi riflettori che, con notevole spreco di energia, hanno investito di fasci di luce tricolori quei mattoni venerabili che, quando li colpisce il sole, sembrano, anziché ricevere, restituire i raggi assorbiti nei millenni. Il vecchio monumento — mausoleo, fortezza, castello — sopporta ogni mercoledì l'assedio dei pullman che scaricano i pellegrini per l'udienza papale — oh, non pensate a penitenti in saio e piedi nudi: viaggiano forniti di aria condizionata, w.c, bar e t.v. a bordo. C'è stato perfino un Convegno bandistico nazionale, bande convenute dai più remoti paeselli, con majorettes in minigonna alla testa; e c'è, immancabile, lo strascico di cumuli di rifiuti. L'ultimo assembramento, il più simpatico, è quello dei ragazzi: hanno stabilito in questa zona il mercato dei libri scolastici usati: frangia estrema, in centesimi, di quella grossa speculazione editoriale e commerciale che ogni anno crea grossi problemi alle famiglie. Non accade più, come un tempo, che l'insegnante in classe dica: «Portate la Divina Commedia o La Gerusalemme Liberata o il De Bello Gallico, quello che avete in casa, o, se non l'avete, quello che troverete usato su le bancarelle. Penserò io, eventualmente, a farvi saltare qualche canto. Ma, volendo, potete anche leggerlo per intero». Oggi, la scelta è fatta da chi ha «curato» l'edizione, l'ha corredata di note, e, se il testo è in altra lingua, ne ha tradotto interi brani a pie' di pagina. L'insegnante in cattedra e l'alunno sul banco recepiscono una selezione già confezionata. Il fine supremo è vendere; e poi c'è anche quello, inconfessato, di rassicurare i giovani, non spaventarli, persuaderli che non si stancheranno e che si può diventare «colti» anche assimilando la cultura a piccole dosi; come se i genitori, anziché con minestra, pane e bistecche, li nutrissero a suon di pillole. Attraversando la festosa calca di questi ragazzi, ho dato un'occhiata ai titoli: non c'è un'opera completa. Si tratta sempre di Motivi e Personaggi, Proposte di Letteratura, Brani Scelti, Principi, Cenni, Nozioni, Elementi, Antologie, Raccolte ecc. L'importante è che tutto sia filtrato, sminuzzato, predigerito; che di ogni autore si conosca qualche passo, poco più di una citazione: ma che cosa non si riesce a far dire a un autore, se si isola un pensiero dal contesto? Di questo passo, si arriva alle cartine dei cioccolatini. Povero Croce, quanto lo hanno condannato per avere scritto che della Divina Commedia voleva salvare i brani lirici e buttare alle ortiche la struttura architettonica (che peraltro, nel suo disegno formale, rispecchia tutta la teologia e la concezione dell'universo d'un uomo del Medioevo). Limitare la conoscenza di Dante ai versi famosi («la bocca sollevò dal fiero pasto» e «Amor che a nullo amato amar perdona») è come far visitare la Cappella Sistina mostrando i particolari ingranditi: la mano languente di Adamo, il profilo impetuoso del Profeta Ezechiele. Ogni autore ha nella mente un suo schema, simmetrie, numeri, un suo disegno; ed è meglio comprenderne a fondo uno solo anziché avere una infarinatura di molti; frantumarlo significa snaturarlo, avvilirlo, tradirlo. Lidia Storoni

Persone citate: Cenni, Gallico, Lidia Storoni, Principi, Profeta Ezechiele