Petrolio: la vera crisi in gennaio

Petrolio: la vera crisi in gennaio Al Fondo monetario si è parlato degli approvvigionamenti energetici Petrolio: la vera crisi in gennaio DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE WASHINGTON — Uno spettro, da nessuno menzionato ma presente a tutti, ha preso quotidianamente parte alla 35" assemblea del Fondo monetario internazionale: quello di una nuova crisi petrolifera causata dalla guerra tra Iran e Iraq. Esso si è fatto minaccioso ieri quando a Washington il governo americano ha annunciato che le esportazioni di petrolio iraniane e irachene resteranno sospese almeno cinque mesi, e quando a Parigi l'agenzia internazionale per l'energia ha invitato i 21 Paesi membri a non compiere acquisti «anormali» di greggio sui mercati liberi. In margine ai lavori, è giunta la notizia, poi smentita, secondo cui l'Arabia Saudita aumenterebbe la produzione petrolifera «per sopperire temporaneamente' al fabbisogno internazionale Il Kuwait, il Venezuela e gli Emirati Arabi hanno dichiarato che non prenderanno una decisione del genere. La Libia ha detto che farà solo •tagli selettivi-, diretti cioè contro particolari clienti La situazione energetica emersa al Fondo monetario è la seguente. La totale sospensione delle esportazioni petrolifere iraniane e irachene per tre mesi priverebbe l'Occidente di 350 milioni di barili in tutto. Esso si troverebbe tuttavia con forniture ancora più alte di quelle del gennaio '79, quando la rivoluzione di Khomeini bloccò gli approvvigionamenti dall'Iran. La vera crisi scoppierebbe il prossimo gennaio. Abbiamo chiesto previsioni all'iraniano Rashidzadeh e all'iracheno Saleem. che si sono ignorati per tutta la durata dei lavori (hanno fatto sedere in mezzo i guatemalte- La Savio incontra Miller e Volcker TORINO — Alla sessione annuale del Fondo monetario internazionale a Washington hanno partecipato l'on. Emanuela Savio, presidente della Cassa di Risparmio di Torino, ed 11 dottor Alberto Galletto, direttore della Cassa di Risparmio di Torino. Durante la sessione si sono svolte varie riunioni fra ministri economici, banchieri ed economisti. Il ministro del Tesoro americano G. William Miller ed il governatore della Federai Reserve, Paul Volcker, hanno avuto un Incontro con i banchieri dei diversi paesi fra cui l'on. Savio. Il tema centrale è stato l'approvvigionamento energetico ed I riflessi che determina sull'inflazione e sull'opportunità di investimenti. chi). Rashidzadeh ha asserito che l'Iran voleva aumentare la sua produzione e la sua esportazione di petrolio già prima della guerra. «Tutto dipende dalla pace-, ha aggiunto. Saleem ha spiegato che non sono stati ancora valutati i danni inflitti dai bombardamenti iraniani agli impianti dell'Iraq. Entrambi hanno però reso chiaro — e lo ha confermato il ministro delle Finanze saudita Abal Khail — che senza una sollecita soluzione del conflitto gli altri Paesi produttori di petrolio non potranno riempire il vuoto a partire dall'inizio dell'81. Abal Khail anzi ha fatto intendere che per ottenere «uno sforzo supplementare- dall'Opec l'Occidente dovrà pagare un alto prezzo politico. Da un lato, dovrà accrescere 1 suoi aiuti economici ai Paesi emergenti privi del greggio. Dall'altro dovrà risolvere la questione dell'Olp. I Paesi islamici vorrebbero inoltre un accomodamento tra gli Stati Uniti e l'Iran. Tra le nazioni occidentali, gli Stati Uniti sono forse i meno esposti a rischi: le loro scorte segnano un primato storico, e rispetto al '77 le loro importazioni sono scese del 24%, ma si sono impegnati ad assistere gli alleati in difficoltà, e hanno bisogno di petrolio extra. Perciò il ministro dell'Energia americano Duncan ha incominciato una serie di visite all'estero per coordinare gli interventi dei vari governi. Abal Khail ha toccato i temi degli aiuti economici ai Paesi emergenti e dell'Olp nel discorso ufficiale all'assemblea del Fondo. Egli ha ricordato che gli Stati deU'Opec forniscono aiuti nella misura dello 0,7% del loro prodotto nazionale lordo, e quelli occidentali nella misura soltanto dello 0,3, e ha chiesto un allineamento. Ha poi smentito che i rincari del greggio siano la fonte principale dell'inflazione, esortando Stati Uniti ed Europa a conservare energia -in assonanza col senso di responsabilità dimostrato dai Paesi produttori-. Le sue dichiarazioni sull'Olp hanno sorpreso tutti, perché esisteva un'intesa a non parlarne pubblicamente. •L'Olp-, ha affermato il ministro delle Finanze saudita, «non ha potuto partecipare ai lavori come osservatore per gravi pressioni politiche-. Né la questione degli aiuti né quella palestinese potranno essere superate in fretta. Le discussioni sulla prima coinvolgono l'Onu e procedono a rilento. Quelle sulla seconda sono all'esame del comitato procedurale del Fondo, che rischia di trovarsi oggi alla chiusura dell'assemblea senza un nulla di fatto. e. c.