Il Labour Party avrà due leader? di Mario Ciriello
Il Labour Party avrà due leader? Si aggrava la spaccatura Il Labour Party avrà due leader? Callaghan: «Non accetteremo Benn come capo» - Sì al disarmo nucleare unilaterale DAL NOSTRO CORRISPONDENTE LONDRA — Ombre sempre più oscure calano sul futuro del partito laborista britannico. Ieri sera, dopo una giornata di furenti battaglie, il congresso, riunito a Blackpool, ha respinto una volta di più le proposte dell'esecutivo per l'elezione del leader, e ha rinviato la decisione a un congresso eccezionale che si terrà in gennaio o in febbraio. L'esecutivo, dominato dalla sinistra, ha ottenuto però un'altra vittoria, dopo il successo della sua mozione per un divorzio dal Mec: ha convinto il congresso ad approvare il «disarmo nucleare unilaterale» della Gran Bretagna. Mai il Labour Party è stato lacerato da divisioni tanto profonde, mai ha perso in misura tanto drammatica il senso della realtà. Soltanto la sinistra, capeggiata da Anthony Wedgwood Benn, ha un obiettivo ben preciso, ed è il potere. Lo volesse per condurre il Labour Party verso politiche nuove, moderne, intelligenti non sarebbe affatto un male: ma, come l'ex premier Callaghan ha ricordato durante la tempestosa riunione dell'esecutivo, la sua filo- sofia e la sua strategia non saranno mai accettate dalla maggioranza dell'elettorato. La cronaca è più eloquente di ogni analisi. Mercoledì, dunque, il National Executive Committee (in cui, ripetiamo, la sinistra ha una superiorità schiacciante) ha visto trionfare la sua mozione che chiede a un futuro governo laborista di «staccare» immediatamente l'Inghilterra dalla Comunità Europea, senza ulteriori negoziati, senza neppure un nuovo referendum nazionale. Ieri mattina, l'esecutivo ha ottenuto il consenso del congresso a due altre controverse proposte: 1) un futuro governo socialista dovrà proclamare unilateralmente il disarmo nucleare. (Venf anni fa, questa stessa politica incrinò pericolosamente il partito, e fu poi abbandonata); 2) l'amministrazione dovrà chiudere tutte le basi atomiche sul territorio nazionale e cessare tutte le vendite di armi. Gli euromissili non troverebbero dunque posto su quest'isola. C'era una terza proposta, l'uscita dalla Nato, ma è stata ripudiata. Finite queste votazioni, l'esecutivo si è isolato e ha riaffrontato il problemachiave, quello della leadership. E' un problema che non esisteva, l'ha creato la sinistra che, nella speranza d'innalzare al vertice del partito capi più vicini alle sue idee, si è battuta per trasferire dal solo gruppo parlamentare a un collegio elettorale il privilegio di scegliere il leader. Manovra abile, perché il gruppo parlamentare è tradizionalmente l'organo più moderato del partito. Mercoledì, il congresso aveva ratificato la riforma in linea di principio, ma aveva respinto due diverse formule per la composizione del collegio elettorale. La ricerca di una terza formula ha scatenato ieri nell'esecutivo alterchi rabbiosi. Callaghan ha gridato: «Il gruppo parlamentare non permetterà mai che il partito gli imponga per leader Tony Benn». Alla fine, però, la sinistra è prevalsa nuovamente e l'esecutivo è divenuto cosi promotore di una formula che offriva un collegio elettorale cosi diviso: 30 per cento al gruppo parlamentare, 30 per cento alle sezioni del partito, 40 per cento ai sindacati. n testo è stato messo ai voti nella sala del congresso e, come i due precedenti, non ha ottenuto la maggioranza. Caos totale, applausi, fischi. Se ne riparlerà a gennaio. Frattanto si delinea una possibilità: che in novembre, data irrevocabile, il gruppo parlamentare elegga un leader e che, qualche mese dopo, il partito ne elegga un altro. Qualcuno rammenta che è quanto fanno i socialisti tedeschi. Ma è con humour amaro e inquieto che a Blackpool i delegati commentano: «Finiremo con l'avere due papi». Mario Ciriello
Persone citate: Anthony Wedgwood Benn, Benn, Callaghan, Tony Benn
Luoghi citati: Gran Bretagna, Inghilterra, Londra
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