La Nato potrebbe chiedere all'Italia di ospitare armi chimiche americane di Renato Proni
La Nato potrebbe chiedere all'Italia di ospitare armi chimiche americane Dopo la decisione degli Usa di riprenderne la produzione La Nato potrebbe chiedere all'Italia di ospitare armi chimiche americane DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BRUXELLES — L'Italia è uno dei Paesi della Nato ai quali potrebbe essere chiesto di ospitare armi chimiche americane. Già da alcuni mesi l'America discute con gli alleati bilateralmente e in sede atlantica, la possibilità di dislocare negli Anni Ottanta un potenziale bellico chimico in Europa, come deterrente alle armi chimicìie che la Russia ha a disposizione. Questa esigenza, secondo il Pentagono, è dimostrata anche dal fatto che i russi hanno impiegato armi chimiche contro i guerriglieri afghani La Germania ha subito spiegato che sul suo territorio non intende ospitare alcuna arma chimica per ragioni politiche e psicologiche. L'Inghilterra, invece, ha ammesso con cautela che «il problema è all'esame». // governo italiano, al quale una richiesta precisa da Washington non è ancora pervenuta, preferirebbe non accettare le bombe con il gas nervino, ma l'America potrebbe comunque decidere di dislocare armi chimiche nelle basi della Nato in Italia. Nessuna decisione è imminente, ma la questione è sul tappeto per gli strateghi e i politici della Nato, quindi anche per quelli italiani La questione è diventata d'attualità dopo che il Senato americano ha votato, il mese scorso, a favore di uno stanziamento di 20 miliardi di lire per costruire una fabbrica capace di produrre gas nervino tra quattro anni. Gli Stati Uniti avevano cessato di produrre armi chimiche undici anni fa, ma ora vogliono avere a disposizione anche questi terribili mezzi di distruzione. Un rapporto segreto del «Comitato per la scienza» del Pentagono, attualmente allo studio dei servizi della Nato, sollecita un deterrente credibile nel settore delle armi chimiche e chiede che esse siano dislocate nelle basi aeree e navali degli Stati Uniti e della Nato in Europa, quindi anche in Italia. La delicatezza di questo eventuale riarmo chimico è evidente a tutti peri riflessi politici che comporta, mentre ancora divampa la polemica interna e internazionale sugli euromissili della Nato. Renato Proni
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