«La bomba di Monaco non influirà sul voto dell'elettorato tedesco» di Tito Sansa

«La bomba di Monaco non influirà sul voto dell'elettorato tedesco» L'attenzione di Bonn ora è sulle elezioni «La bomba di Monaco non influirà sul voto dell'elettorato tedesco» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BONN — L'attentato di Monaco di Baviera nel quale hanno perduto la vita 13 persone (ieri è morto uno dei dieci feriti più gravi) non avrà alcun effetto sul risultato delle elezioni politiche di domenica prossima in Germania. Inutili sono gli insulti e le accuse che in questi giorni si scambiano gli uomini politici e i partiti, addossandosi a vicenda la responsabilità della strage. Non serviranno a far cambiare opinione ai 43 milioni di elettóri iscritti al voto. Questa è la convinzione degli esperti dell'Istituto di scienze sociali applicate di Bad Godesberg (Infas). specializzato in inchieste demoscopiche e in analisi del voto. «Gli elettori — dicono all'Infas — prendono le loro decisioni lentamente, le elaborano a lungo termine, una bomba non è in grado di provocare spostamenti repentini da un fronte all'altro (dai socialdemocratici ai democristiani, o viceversa), ha soltanto l'effetto di rafforzare le tendenze in corso e al massimo di mobilitare gli indecisi, che sono oltre 5 milioni». L'attentato «serve» tanto a Schmidt quanto a Strauss: al Cancelliere perché molti si rafforzano nella convinzione che i cristiano sociali bavaresi hanno permesso la rinascita di gruppi nazisti nella loro regione, al suo avversario perché altri invece si convincono ancor di più che occorre un «uomo forte». La decisione per domenica prossima — in sostanza — è già stata presa dall'elettorato. Ma quale? Mentre altri istituti demoscopici danno per scontata la vittoria della coalizione di governo socialdemocratico-liberale di Schmidt e Genscher, all'Infas non ci si esprime «per non influenzare l'elettorato». All'inizio dell'estate — dicono all'Istituto — la socialdemocrazia e Helmut Schmidt godevano di un credito assai maggiore che non i partiti cristiani e Franz Josef Strauss. Da sette-otto settimane questi ultimi stanno risalendo la china, e i socialdemocratici la stanno discendendo, vi è attualmente una polarizzazione dell'elettorato, i due contendenti «sono quasi alla pari» e «la situazione è incerta». A decidere sulle preferenze dell'elettore tedesco sono in primo luogo — da dieci anni a questa parte — problemi di politica interna connessi con le paure dei singoli, soprattutto di natura economica: paura della disoccupazione, paura dell'inflazione, paura di attentati, paura di una guerra. Tre avvenimenti — avevano detto alcune settimane fa un alto dirigente socialdemocratico — potrebbero farci perdere le elezioni: un aumento forte della disoccupazione, un intervento sovietico in Polonia, un grave atto terroristico. C'è stato soltanto il terzo avvenimento, ma — secondo gli esperti — è «venu¬ to troppo tardi». Lo stesso vale per la paura causata dalla guerra tra Iraq e Iran, mentre l'Afghanistan è ormai troppo remoto e dimenticato. Tra il cancelliere in carica Helmut Schmidt e lo sfidante Franz Josef Strauss potrebbe esserci — secondo i sondaggi — un tète-à-tète. Ma la situazione politica in Germania non dovrebbe cambiare, grazie ai risultati che otterranno gli alleati nella coalizione di governo, i liberali di Gen scher. Tutti i sondaggi li danno per sicuri nel prossimo Parlamento. Molto dipenderà dal tempo (che si prevede sarà buono), dalle preferenze di quasi 4 milioni di giovani neo elettori (più preoccupati dei problemi privati che di quelli pubblici) e dall'affluenza alle urne. Si prevede che sarà alta, benché la quasi totalità della popolazione tedesca — sempre secondo i sondaggi il 94 per cento — non abbia alcuna fiducia nei partiti politici. Tito Sansa

Persone citate: Franz Josef Strauss, Helmut Schmidt, Schmidt, Strauss