Signor presidente mi rimetto

Signor presidente mi rimetto Signor presidente mi rimetto Se il prossimo sarà peggiore, il governo Cossiga potrebbe venir rimpianto: ma non si proverà nostalgia per un'innovazione del costume politico che nella sua gestione è risultata più evidente. E' l'uso di «rimettere nelle mani» del presidente del Consiglio quelle faccende spinose che i conflitti tra ministri o tra parti sociali sembrano rendere irrisolvibili, di «demandare» a lui la decisione o la trattativa, di «delegargli» poteri impropri. Più che dalla tentazione d'affidarsi all'uomo provvidenziale o dalla speranza nell'efficacia d'un carisma personale che è poi modesto, l'uso pare nascere dalla voglia di liberarsi delle responsabilità: decidere è rischioso, pochi hanno voglia d'attirarsi impopolarità, alcuni neppure saprebbero come cavarsela. Allora ci pensi il presidente, noi «ci rimettiamo». Oppure, più spesso, si fa finta che la mediazione del presidente possa essere risolutiva soltanto per prendere tempo o salvare la faccia: sapendo benissimo che servirà a niente nel caso peggiore, e nel caso migliore produrrà soluzioni tanto ambigue, o mille usi da diventare impraticabili. Castità Un sussulto, l'altra settimana. Concordi, i due settimanali più diffusi annunciano insieme che l'amore non si fa più, che la castità conquista sempre nuovi adepti, che adesso il vero piacere sessuale consiste nel dire di no, che nel rapporto tra i sessi l'ultima moda è l'astinenza, e forniscono pure spiegazioni del terrificante fenomeno: reazione all'ipersessualisrao degli ultimi anni, forse anche riflusso e repressione, di sicuro neopuritanesimo. Si può anche essere abituati allo stile dei settimanali all'italiana, al ritmo incalzante e precario che secondo loro hanno i fenomeni del costume sessuale, uno nuovo ogni sette giorni: addio maschio, cambiano le fantasie erotiche delle donne, adesso il petto femminile domina l'immaginario erotico degli italiani, a tredici anni ora fanno l'amore, il travestitismo fenomeno del nostro tempo, è cambiata la puttana oggi in Italia, omosex amore mio, la maternità diventa sensuale, meglio il nudo o il trasparente? Si può essere abituati, ma il sussulto resta irreprimibile: come sarebbe, l'amore non si fa più? Come mai, cos'è successo? Possibile? Eppure è 11, scritto chiaro. Sull'Espresso, a simboleggiare questa rovinosa mutazione antropologica c'è anche la foto: una ragazza nuda, distesa bocconi al centro d'un disteso cerchio di supini uomini in smoking che, rifiutando di guardarla, hanno gli occhi chiusi con le palpebre suggellate da margherite bianco-gialle. Bella fotografia, forse un po' lambiccata, opera del brasiliano Sebastiao Barbosa. Ma non s'era già vista? Come no. E' esattamente la stessa foto usata da Panorama, nell'agosto dell'anno scorso, per simboleggiare la gran voga della seduzione, un recentissimo bisogno di sedurre e d'essere sedotti che cambia il rapporto tra i sessi, insomma «ff voglio, dunque ti avrò»: nuovo fenomeno del costume sessuale pure quello, ma tutto diverso dalla casata. «Hammett» E' l'autunno italiano di Hammett, Samuel Dashiell di nome, 1894-1961, investigatore privato e iniziatore della «scuola dei duri» del romanzo poliziesco americano, scrittore bravissimo e persona abbastanza straordinaria da diventare eroe d'un libro di Joe Gores e d'un film di Wim Wenders: l'uno da poco pubblicato in Italia, l'altro ancora incompiuto in America, entrambi intitolati semplicemente Hammett. Ad Hammett è stato in parte dedicato a Cattolica il festival del giallo e del mistero; ad Hammett la televisione rende omaggio trasmettendo dal dieci ottobre in tre puntate // bacio della violenza, protagonista James Coburn. Alla nota e sofisticata banda internazionale di maniaci dediti al culto di Hammett si aggiungono migliaia di nuovi fans italiani. Incantati dalla personalità e dall'«aura» dello scrittore, stregati da vecchi film come // mistero del falco, tratti dai suoi libri, adesso che vengono ripubblicati La chiave di vetro e Continental Op hanno anche la possibilità di conoscerne l'opera, di cui spesso non conoscono una riga. Vale invece la pena di leggerli, i romanzi della «scuola dei duri»: non soltanto perché sono divertenti e belli, anche perché forniscono interessanti informazioni o riflessioni. Si può venire a sapere in Hammett perché gli investigatori privati americani si chiamino da sempre private ève, occhio privato: perché la leggendaria agenzia Pinkerton aveva come marchio un grande occhio spalancato e fisso, accompagnato dallo slogan «Noi non dormiamo mai». Si può capire qualcosa rileggendo, nella Donna nel lago di Raymond Chandler, una frase cosi: «Il lavoro della polizia è un problema infernale. Assomiglia un po' alla politica. Richiede uomini di primissimo ordine, ma non ha nulla per attirare uomini di primissimo ordine: perciò bisogna accontentarsi di quelli che abbiamo...)).

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