Le banche si augurano che la stretta sia breve

Le banche si augurano che la stretta sia breve Le banche si augurano che la stretta sia breve TORINO — L'aumento di un punto e mezzo del tasso di sconto, cioè dell'interesse praticato dalla Banca d'Italia sui prestiti al sistema bancario, ha avuto immediate ripercussioni sui tassi attivi, quindi sul costo del denaro. Da ieri, infatti, sia pure in modo difforme (anche perché il «giro di vite» ha colto quasi tutti i banchieri a Washington, dove seguivano i lavori del Fondo monetario internazionale), quasi tutte le banche hanno allineato automaticamente i tassi attivi (cioè quelli praticati sui prestiti alla clientela) in attesa che il «gruppo dell'Intesa, in pratica le 14 grandi banche che fanno il bello e il cattivo tempo all'interno dell'Assobancaria, si riunisca per prendere una decisione comune. Cosa che, salvo imprevisti, avverrà soltanto a metà della prossima settimana. «Certo è che quando aumenta il tasso di sconto, specie se il ritocco è ai massimi storici come quello deciso dal ministro Pandolfi, un adeguamento dei tassi è inevitabile», aveva fatto sapere ieri da Washington il presidente dell'Istituto Bancario San Paolo di Torino. E ieri i telex che i banchieri hanno fatto pervenire in Italia erano tutti sulla stessa onda. Una dopo l'altra le banche si sono adeguate alle direttive di Pandolfi e in poche ore il «prime rate», cioè l'interesse minimo sui finanziamenti alle imprese, è salito al 22-2.1%, toccando punte, per i prestiti minori, del 24-25%, tra le più alte del dopoguerra. «Era l'unica via per impedire la speculazione e raffreddare il mercato, nell'attesa che si torni a una normalità del potere centrale», ha detto il vicedirettore generale del San Paolo, Giovanni umani, un giudizio condiviso dal vicedirettore generale della Cassa di Risparmio, Carlo Bruni, un istituto che si allineerà forse già da oggi alle decisioni di Pandolfi. «Pur conprendendo perfettamente la situazione finanziaria, in cui vengono a trovarsi oggi le aziende —ha detto ieri Bruni — l'aumento è un inequivocabile segnale che chiede al si- stema creditizio di operare un restringimento delle liquidità». Per conoscere comunque decisioni più precise, bisognerà attendere almeno le prossime ore, quando l'intero stato maggiore del sistema bancario italiano sarà tornato da Washington, non senza essersi prima incontrato con il ministro Pandolfi, arrivato ieri sera a Washington per partecipare ai lavori del Fondo Monetario. Gli uomini rimasti però in Italia a guardia del sistema bancario, ieri si sono consultati ininterrottamente con i loro presidenti, ma sono cauti nelle loro previsioni. L'indicazione più frequente die emerge dai loro discorsi è che la «stretta» che si profila è durissima, una delle più severe degli ultimi anni, ma che per lo meno ha un pregio: quello di «tagliare le unghie» alla speculazione; in ogni modo, auspicano quasi tutti, se «servirà a rafforzare gli argini a difesa della lira», non dovrebbe avere «effetti disastrosi» sull'economia (prezzi, occupazione, etc) se sarà rimossa in tempi brevi la causa principale che ha determinato la «stretta», cioè la crisi di goerno e la conseguente caduta del «decretone». Se i tempi dovessero invece essere lunghi, ogni conseguenza è possibile, soprattutto in un momento in cui le aziende, die hanno già l'acqua alla gola, devono sopportare una nuova, imprevista, pesantissima penalizzazione, tanto da vedere il «prime rate» balzare al 23% e i tassi normali, quelli efie vengono praticati alla clientela comune balzare addirittura al 24-25%. Anche per questo sta montando la protesta da molti settori prodULtivi che, con i nuovi tassi, temono di vedere penalizzati se non vanificati, molti sforzi per reggere la concorrenza sui mercati internazionali. Cesare Roccati Così i tassi nel mondo i 3 5 c oj § 1 o £ a ■5 $ F, 5 sf s rt w oj u oj > S D O £ OS to O 1970 5,50 5,50 6,00 7,00 7,00 3,75 6,00 1971 4,50 4,50 4,00 6,50 5,00 3,75 4,75 1972 4,00 4,50 4,50 7,50 9,00 3,75 4,25 1973 6,50 7,50 7,00 11,00 13,00 4,50 9,00 1974 8,00 7,75 6,00 13,00 11,50 5,50 9,00 1975 6,00 6,00 3,50 8,00 11,25 3,00 6,50 1976 15,00 5,25 3,50 10,50 14,25 2,00 6,50 1977 11,50 6,00 3.00 9,50 7,00 1,50 4,25 1978 10,50 9,50 3,00 9,50 12,50 1,00 3,50 1979 15,00 12,00 6,00 9,50 17,00 2,00 6,25 1980 genn. 15,00 12,00 6,00 9,50 17,00 2,00 6,25 febbr. 15.00 13,00 7,00 9.50 17,00 3,00 7,25 marzo 15,00 13,00 7,00 9,50 17.00 3,00 9,00 aprile 15,00 13,00 7,50 9,50 17,00 3,00 9,00 maggio 15,00 12,00 7,50 9,50 17,00 3,00 9,00 giugno 15,00 11,00 7,50 9,50 17,00 3,00 9,00 luglio 15,00 11,00 7,50 9,50 16,00 3,00 9.00 agosto 15,00 10,00 7,50 9,50 16,00 3,00 8,25 sett. 16,50 11,00 7,50 9,25 16,00 3,00 8,25

Persone citate: Carlo Bruni, Cesare Roccati, Pandolfi

Luoghi citati: Italia, San Paolo, Torino, Washington