L'Iraq denuncia le crudeltà degli iraniani ««Bombardano ospedali, dilaniano i civili» di Robert Fisk

L'Iraq denuncia le crudeltà degli iraniani ««Bombardano ospedali, dilaniano i civili» Visita ai feriti (moltissimi bambini) ricoverati a Bassora L'Iraq denuncia le crudeltà degli iraniani ««Bombardano ospedali, dilaniano i civili» NOSTRO SERVIZIO PARTICOLARE BASSORA — L'ospedale distrettuale di Bassora è un edificio a padiglioni piastrellati di un pallido azzurro. Lo si riconosce dall'andirivieni dei medici e dalla presenza continua e affannosa del dottor Sa'Adun Khalifa Al-Tikriti, sottosegretario iracheno alla Sanità. Dovunque egli vada, è accolto dagli applausi dei ricoverati: è un uomo piccolo, con grossi baffi e un sorriso amichevole. Lo salutano tutti con esagerato calore. L'ospedale accoglie quasi tutti i cinquecento feriti della città, ma il dottor Al-Tikriti non pensa solo ai pazienti quando si aggira per i reparti. I giornalisti stranieri sono accolti con un breve discorso sui danni dei bombardamenti ai civili; Al-Tikriti smette di sorridere e batte le dita sul tavolo quando denuncia che gli aerei iraniani uccidono deliberatamente bambini iracheni. E' un argomento, questo, che affronta subito. Entra in un padiglione di bambini, una lunga stanza difesa da pesanti tendine, dove minuscole facce sbirciano da sotto le bende, mentre le madri in silenzio osservano con sguardi di intensità contadina i medici vestiti di bianco. «Prendete, per esempio, questa ragazzina», dice il medico, fermandosi un attimo accanto a una bimba dai begli occhi scuri e i capelli neri ricci. «Ha solo tre anni: ha perso una gamba». Mentre parla, il dottor Al-Tikriti alza il lenzuolo e mostra che davvero la gamba sinistra della bambina non c'è più. La piccola si acciglia, imbarazzata per la sua nudità improvvisa, ma il dottor Al-Tikriti se ne è già andato, preceduto da un soldato in divisa. Nella vita civile, il miliziano era guardarobiere all'ospedale, ma la sua giubba e la pistola che porta al fianco fanno uno strano effetto mentre si aggira tra i letti, soprattutto quando arriviamo al fondo del secondo padiglione dei bambini. Qui, su un letto sistemato in un angolo scuro, c'è un bambino di cinque anni avvolto nelle bende, terribilmente ustionato da una bomba incendiaria iraniana e ormai vicino alla morte. Piccoli tubi di plastica gli entrano nelle narici, gli occhi sono gonfi di lacrime: una porta su un piccolo mondo privato, di dolore, al quale non vorremmo dover pensare. Il bambino ha girato la faccia verso il cuscino, respirando con affanno; il miliziano perciò lo volta, afferra la piccola testa bendata e la gira per mostrarla ai giornalisti. Il piccolo sussulta per il dolore, ma quando un giornalista protesta gli vien detto che il miliziano è pratico, si intende di medicina. Il dottor Al-Tikriti allora ci accompagna sbrigativamente al letto vicino e il bambino viene lasciato alla sua sofferenza, dimostra zione inconsapevole di una ferocia che certo lui non comprenderà mai. Fuori, suona una sirena; lontano, si vede il fuoco della contraerea. Entriamo in altri padiglioni: ci sono marinai del Bangladesh colpiti dai jet iraniani, uomini magri che guardano imbarazzati quando Al-Tikriti mostra i loro corpi nudi: una nuova generazione di mendicanti destinati a vivere senza gambe per le strade di Dacca. Ci sono operai degli impianti petroliferi sorpresi dalle esplosioni delle raffinerie, facce devastate dalle fiamme che fissano il soffitto; per un terribile istante il medico inizia a svolgere le bende da uno di quei volti. •• Alcuni di questi uomini — dice —parlano inglese. Perché non chiedete loro che cosa è accaduto?». Nessuno raccoglie l'invito, ma il vice ministro iracheno sta g.à guidando i suoi ospiti all'ospedale che sorge vicino allo Shatt El Arab, un edificio che pare più un ministero che un centro medico. I cannoni iraniani hanno colpito il quarto piano, quattro pazienti sono stati feriti e i medici dicono che anche in questo caso si è trattato di un attacco voluto, dal momento che sull'ospedale sventolavano le bandiere della Croce Rossa. Robert Fisk Copyright Times Netvspapers e per l'Italia La Stampa

Persone citate: Arab, Tikriti

Luoghi citati: Bangladesh, Bassora, Iraq, Italia