Pertini tornato dalla Cina riceve Cossiga al Quirinale di Alberto Rapisarda
Pertini tornato dalla Cina riceve Cossiga al Quirinale Il presidente della Repubblica si è riservato di accettare le dimissioni Pertini tornato dalla Cina riceve Cossiga al Quirinale Stamane si decide sulla crisi - Le condizioni del psi per continuare l'alleanza con la de: Craxi primo ministro? Liberali e socialdemocratici puntano a entrare in un governo a cinque - Oggi si riuniscono le direzioni del pei e della de ROMA — Il presidente Pertini, rientrato in anticipo dal viaggio In Cina (è atterrato Ieri sera poco dopo le 20 a Clampino) ha ricevuto al Quirinale il presidente del Consiglio dimissionario Cossiga, accompagnato dai presidenti del Senato Fanf ani e Della Camera Jottl. TI presidente della Repubblica si è riservato di decidere, dopo le consultazioni che inizierà questa mattina stessa, e ha invitato il governo a rimanere in carica per l'ordinaria amministrazione. Si avvia ora una crisi difficilissima, per la quale nessuno è in grado di prevedere la conclusione. Il modo con il quale il governo è stato fatto cadere, con l'azione di «franchi tiratori» della maggioranza, complica ulteriormente le cose e inasprisce i rapporti tra i partiti ex alleati de, psi e pri. I socialisti, in particolare dopo gli attacchi a caldo di sabato, continuano ad accusare la de di essere stata la causa vera della caduta di Cossiga. Il segretario Craxi all'ini- zio della settimana scorsa, fiutando le manovre che miravano ad abbattere il tripartito, aveva ammonito la de a stare attenta, perché dopo aver rotto l'Intesa con il psi, sarebbe stato quasi impossibile ricucirla. E sarebbero diventate probabili elezioni anticipate. Ieri i socialisti non accennavano più alle elezioni anticipate, ma ponevano però dure condizioni alla de per una eventuale ripresa dell'alleanza che è stata cosi brutalmente interrotta. Da quel che si è capito, Craxi ora chiede subito la presidenza del Consiglio per sé. Non è ancora una richiesta esplicita. Per il momento è nascosta in una formula che lo stesso segretario socialista ha lanciato fin da giovedì scorso in un articolo sul\'*AvantU». I socialisti, scriveva ieri il direttore AeW-Avanti!» utilizzando le stesse parole di Craxi, -saranno inevitabilmente portati a richiedere un ben diverso quadro di garanzie per rinnovare una disponibilità ed un impegno di cui, a più riprese, gruppi di- versi della de hanno deliberatamente distorto il senso e sottovalutato l'importanza». Le varie forze che compongono la de dovranno quindi fare i conti con questa pregiudiziale. E sono conti difficili, perché uno dei motivi che hanno spinto i «franchi tiratori» a far cadere il governo, sarebbe stato proprio quello di sbarrare il passo all'ascesa di Craxi prima che il segretario socialista potesse avere la forza per pretendere di togliere la presidenza del Consiglio alla de. E' certo, comunque, che la de ha bisogno dei socialisti per governare, se non vuole formare un governo che ottenga in qualche modo l'appoggio dei comunisti. I repubblicani, come diceva ieri il segretario Spadolini, puntano a rafforzare il loro «raccordo» con i socialisti -nell'equilibrio complessivo fra cattolici e laici». Ma anche i socialdemocratici mirano a stabilire uno stretto legame col psi, nella convinzione di poter tornare al governo al seguito di Craxi. Ieri il segretario del psdl invitava i socialisti a avviare subito incontri per definire un programma comune. I liberali sono ben decisi a inserirsi subito nel gioco di questa crisi e, come ha annunciato il segretario Zanone, propongono un governo formato da partiti che hanno programmi «non incompatibili» e cioè, a quanto si capisce, dc-psi-psdi-pri-pli. I comunisti, per il momento, fanno finta di nulla in attesa che si muovano prima gli altri. Il segretario Berlinguer parlando ieri a Catania ha esaltato come un successo del pei la caduta del governo ed ha respinto con scherno le «invocazioni unitarie» venute dalla de «concepite nel senso che loro governano come gli pare e noi ce ne stiamo buoni». Oggi si riuniscono le direzioni de e pei. Alberto Rapisarda
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