Il fuorigioco costa molto caro al Torino di Giulio Accatino

Il fuorigioco costa molto caro al Torino I granata sconfitti a Catanzaro per una clamorosa incertezza della difesa Il fuorigioco costa molto caro al Torino Dopo aver subito il gol di Palanca, la squadra di Rabitti non ha saputo reagire e si è innervosita Determinanti, oltre al caldo, le assenze di Pecci e Van de Korput - Bene organizzati i calabresi Catanzaro 1 Torino 0 CATANZARO: Zaninelll; Sabadini, Ranieri; Mauro, Menichini, Morganti; Sabato, Oraci (59' Borghi), De Giorgis, Boscolo, Palanca. TORINO: Terraneo; Volpati, Cuttone; P. Sala, Danova, Salvador!; D'Amico, Sclosa, Graziani, Maccarelli, Mariani. Rete: Palanca al 35'. Arbitro: Bergamo. DAL NOSTRO INVIATO CATANZARO — Anche la ricerca del perfezionismo a voi te può creare guai. E'sue- . cesso ieri a Catanzaro, dove il Torino, impegnato a sfruttare la tattica del fuorigioco, dopo alcuni saggi quasi perfetti, ha dovuto subire un gol proprio nel «gioco di difesa», che prima dell'incidente aveva applicato cosi bene. Era trascorsa da poco la mezz'ora. La prestazione dei granata, in maglia gialloblù, non era stata eccezionale ma egualmente buona. Aveva provato Patrizio Sala con un tiro da lontano, sbagliando però la mira (12'), aveva ritentato Graziani con un tiracelo di sinistro su suggerimento di D'Amico (IT), e qui è stata sfortuna perché la palla sfiorava il montante sinistro della porta calabrese con Zaninelli fuori posizione. Infine si registrava una «pennellata» di D'Amico su punizione con grosso intervento dello stesso portiere calabrese. Non si poteva dire che il Torino dominasse, ma era più vigile del Catanzaro che peraltro rispondeva con la necessaria determinazione, senza affanno, anzi con sufficienti ordine e grinta. Ed arrivava il 35' con parità di gioco e di risultato. C'era un disimpegno dei torinesi su azione di attacco: la palla finiva in contrapposizione fra Boscolo e D'Amico e finiva verso Orazi che improvvisamente apriva a Palanca, forse commettendo fallo ai danni di Patrizio Sala. La difesa piemontese era aperta a ventaglio, Volpati e Danova erano presi in contropiede, Sclosa non riusciva più a recuperare. E Palanca aveva tutto lo spazio davanti alla porta. Salvadori cercava con lo sguardo il guardalinee sperando nel fuorigioco, ma fuorigioco non era perché Cuttone era dietro di un buon metro. Palanca avanzava, con Terraneo impegnato in uscita. Il tocco del calabrese non dava scampo al portiere e la palla filava verso l'angolo basso della rete torinese: 1-0 con folla in tripudio. Il gol è un episodio importante, ma se viene a circa un'ora dalla fine della partita anche un gol al passivo può essere rimontato quando una squadra ha maggior classe e superiore esperienza. Basterebbe tenere i nervi saldi e non cadere in errori marchiani. Invece i torinesi, subito il gol, hanno sbagliato tutto. Graziani si faceva ammonire per proteste, Zaccarelli ripeteva il gesto del compagno poco dopo e Bergamo alzava anche per lui il cartellino giallo. Tutto nello spazio di due minuti. In un clima cosi acceso, sarebbe stato difficile per chiunque recuperare. Ed il Torino, pur con tanta voglia, da quel momento ha sbagliato tutto Ha reagito si ma con affanno. Nella manovra erano scomparsi i punti di appoggio. Avanzava Volpati —uno dei migliori —ma non sapeva con chi dialogare. Sclosa giocava abbastanza bene ma con il difetto di tenere troppo il pallone. D'Amico non era in giornata felice. Era il solito tecnico alla ricerca del preziosismo, ma restava troppo arretrato, fra tanti avversari che tentavano solo di colpire. Cosi Mariani e Graziani rimanevano isolati all'attac¬ co. Non facevano molto, lo hanno dimostrato più volte, ma si deve anche ammettere che non hanno ricevuto aiuto dai compagni di appoggio. I difensori torinesi cercavano di spingere, ma non ricevevano sufficiente aiuto dai centrocampisti. Giocava con continuità e con rendimento Patrizio Sala, provava qualche appoggio anche Slosa, usciva in avanti a volte sia pure senza molta efficacia Salvadori che Rabitti aveva mandato in campo come libero. Sinceramente non abbiamo capito l'utilizzo di Cuttone. Il giovane è un terzino abile nel controllo dell'uomo, è bravo anche negli allunghi offensivi. Ieri non aveva avversario. Il Catanzaro infatti giocava con Sabato appiccicato a Zaccarelli, per cui Cuttone non aveva l'ala destra da controllare. II Torino in breve ha giocato più del Catanzaro ma non ha certo giocato meglio. Forse la fatica infrasettimanale di Bruxelles ha lasciato traccia, forse il caldo e il sole della Calabria sono stati nemici invincibili. Certo l'assenza di Pecci si è dimostrata un handicap gravissimo. E' mancato a centrocampo un giocatore che ragiona. La ripresa non ha avuto storia. E' stata un arraffarsi dei torinesi alla ricerca di un pareggio che non sarebbe venuto. Non tanto per merito degli avversari ma anche per demerito degli uomini di. Rabitti, arruffoni e inconcludenti come raramente li avevamo visti. Col passare dei minuti la fatica riduceva il ritmo a tutti, e nella ripresa si è visto molto poco. Menichini veniva ammonito al 55' per fallo ai danni di Graziani, cercava qualche affondo Salvadori ma senza riuscire a svegliare un Torino ormai in disarmo. Graziani, pressato, cadeva in area (75"), ma l'arbitro Bergamo era a pochi passi e non interveniva. . Dopo mesi di successi (se si esclude la finale di Coppa Italia con la Roma) il Torino è caduto a Catanzaro. Il campo difficile, il caldo, le fatiche della Coppa Uefa e l'assenza di Pecci e Van de Korput sono attenuanti a cui abbiamo già accennato. Ma Rabitti dovrà lavorare molto con questa squadra. Forse qualcuno si era illuso di poter comandare il gioco senza sacrifici. Il calcio non consente soste. Giulio Accatino ' IlBIIilililISIiliii Catanzaro. Menichini interviene su Graziani che sta per entrare nell'area giallorossa (Tel.