I nuovi idoli del rock

I nuovi idoli del rock I «disco di platino» che non conosciamo I nuovi idoli del rock NEW YORK —In questa torrida estate i newyorchesi hanno affollato più che mai i concerti notturni che si sono tenuti a Central Park. I più popolari sono stati quelli di musica d'opera, con star come PavarotU, la Cossotto o la New York Philarmonica Orchestra, con uno spettacolo di circa 200 mila persone organizza tissime ed intente a consumare succulenti picnic al lume di candela con fuochi d'artificio alla fine. Queste manifestasioni sono gratuite, ma non meno successo hanno riscosso i concerti di musica rock, sempre al parco, ma a pagamento. I concerti rock si tengono nello spasio che durante l'inverno è riservato per pattinare sul ghiaccio ed in genere vi si esibiscono nomi noti anche sul mercato internasionale, desiderosi di una conferma definitiva dal pubblico newyorchese. Il primo ad inaugurare la serie è stato Eddie Money. Eddie è uno dei nomi che meglio si stanno affermando in un mercato abbastanza fermo. Nato e cresciuto a Brooklyn, l'ultima cosa che si poteva immaginare nel suo futuro era che diventasse una rock star. Cresciuto in una famiglia di agenti di polizia. Si iscrisse anche lui alla New York Police Academy. Ma mentre studiava Eddie continuava a provare nello scantinato di casa con la sua band ed alla fine decise di abbandonare la divisa. I primi tempi furono duri tanto che dovette trasferirsi in California per poter trovare un po'di fortuna. Nella baia di San Francissco le cose andarono molto meglio ed oggi Money è riuscito a crearsi un ottimo mercato fino ad arrivare all'ambito «disco di platino*. A New York Eddie ha suonato il suo ultimo long playing Life for the taking, prodotto da Bruce Botnick. Il pubblico ha reagito bene ed ora Money guarda all'estero, è già stato in tournée in Europa ed il successo maggiore l'ha colto in Olanda. E' probabile che nel suo prossimo tour. Money tocchi anche l'Italia. Un altro artista che sta cogliendo buoni successi è Livingston Taylor «finalmente riesco ad ottenere qualche risultato — ha detto Taylor —. Ho lavorato per anni, ma per impormi ho dovuto davvero faticare, per fortuna il mio ottimismo mi ha sostenuto ed oggi sono soddisfatto di me e della mia carriera». Taylor ha 29 anni, è originario di Boston ma è cresciuto nella Carolina del Nord. Il successo è finalmente arrivato con 'Man's best friend'. Nel concerto a Central Park ha suonato anche molte delle vecchie canzoni soprattutto prese dall'album precedente, 'Three a way mirror». Kenny Loggins invece ha avuto meno problemi nel raggiungere il successo. Quando era ancora un ragasso è capitato nell'ufficio di un produttore discografico che si lamentava di un suo autore, pagato da due anni 100 dollari alla settimana sema aver però scritto neppure una consone in tutto il periodo. «Promisi al produttore che per 100 dollari alla settimana gli avrei portato una canzone ogni sette giorni». Ha funzionato ed oggi Loggins ha ottenuto due 'dischi di platino' e si è imposto sia in patria che all'estero. L'ultimo suo disco è Keep the f ire, album con molta at¬ mosfera postbeat, ma con una energia che può perfettamente tenere il passo al rock di oggi Ultimo e più importante di tutti è Johnny Winters. Forse nessun altro musicista blues bianco, nell'ultimo decennio, ha fatto più di Winters per cercare di preservare una tradizione blues. Winters è già uscito con 14 albums; alcuni hanno un taglio più rock, ma in tutti rimane profonda l'influenza blues. Nel suo ultimo LP, Raisin Gain, Johnny ha aggiunto una dose più sostanziosa di rock nella sua musica è stato registrato in Connecticut insieme al bassista Jon Paris ed al batterista Bobby Torello. Johnny Winter ha trascorso gran parte della sua vita a Beaumont, nel Texas. Suo padre era un suonatore di banjo e sax e voleva assolutamente che i suoi figli seguissero una carriera musicale. Cosi Johnny cominciò a studiare il clarino fino a quando il suo medico glielo proibì, cosi Johnny è passato alla chitarra, strumento al quale viene immediatamente associato da qualunque conoscitore di musica contemporanea americana. I primi passi li mosse con il fratello, a 14 anni formò una band appunto con il fratello chiamata T Jammers, un anno dopo grazie alla vincita in un concorso, Johnny incideva il suo primo singolo. Il primo grande sweesso venne nel 73, con Stili alive and e con le prime influenze rock sul suo rock allora purissimo. «Ogni cantante blues nel mondo, può scegliere fra il blue* e la chiesa, non puoi certo fare bene entrambi, almeno nel Sud» ha detto Winters. Che la vocazione musicale sia stata quella giusta è fuor dubbio, anche giudicando dal pubblico che affollava il suo concerto a New York. Winters passera dall'Italia nel prossimo inverno. Mano Hlatero La vecchia immagine della «voce del padrone» si adegua al «hi-fi» Un cantante truccato «rock»