L'accordo con Algeri I vantaggi dell'Italia di Mario Salvatorelli
L'accordo con Algeri I vantaggi dell'Italia Dichiarazioni di Manca, tornato a Roma L'accordo con Algeri I vantaggi dell'Italia Interessata, in particolare, l'industria impiantistica - Assistenza tecnica in cambio di petrolio e gas - Una banca congiunta DAL NOSTRO INVIATO ALGERI — n presidente della Commissione Esteri del Fronte di liberazione nazionale, il partito-guida della nuova Algeria, ha interrotto le sue vacanze per ricevere ieri e intrattenere in un lungo colloquio il nostro ministro del Commercio estero, Enrico Manca, in procinto di raggiungere l'aeroporto per rientrare a Roma dopo aver concluso la sua visita ufficiale ad Algeri. Manca ci ha detto che Slimane Hoffman, uno degli esponenti del Fin, ha sottolineato l'aspetto innovativo dell'accordo di cooperazione economica allo studio tra i due Paesi, con il passaggio ' dall'interscambio commerciale alla partecipazione al piano di sviluppo algerino. Il nostro ministro ha aggiunto che questo ultimo incontro, e quello di sabato con il primo ministro Abdelghani, significano una svolta, da un tipo di colloqui strettamente economico-commerciali, anche se impostati sulla cooperazione globale, a un dialogo politico. Da ambedue le parti si è posto l'accento sui rispettivi ruoli dei due Paesi: l'Algeria come Paese non allineato e porta aperta sull'Africa mediterranea e verso il mondo arabo, l'Italia come porta dell'Europa e ponte tra il vecchio continente e i Paesi di nuova industrializzazione. Abdelghani, che era perfettamente informato sull'andamento dei colloqui di questi giorni, ha detto a Manca che intende vigilare sul buon andamento dei prossimi negoziati, pronto a intervenire personalmente in caso d'intoppi. Appena rientrato a Roma, ci ha ancora detto Manca, è sua intenzione procedere alla costituzione del gruppo di esperti che dovrà preparare la bozza del «progetto Algeria», e mettersi in contatto con il ministero del Tesoro per studiare il relativo supporto finanziario, connesso con la costituzione della banca italo-algerina. n ministro ha concluso elencando i «progetti» che ha allo studio per allargare il nostro commercio con l'estero e la nostra collaborazione ai piani di sviluppo economico dei diversi Paesi. Dopo il «progetto Messico», scelto recentemente come capofila per l'area latino-americana, e questo dell'Algeria, capofila per l'area dell'Africa mediterranea, sono in programma, al principio e alla fine di ottobre, viaggi in Iraq e in Nigeria, rispettivamente per le aree del Medio Oriente e dell'Africa centro-occidentale. Seguirà un viaggio negli Stati Uniti, che avrà lo scopo di collegare organicamente all'esportazione nel Paese capofila del mondo occidentale industrializzato le imprese italiane minori, e in particolare le 25 mila esistenti nel Mezzogiorno, da quelle alimentari e vinicole a quelle specializzate nella meccanica di precisione. Prima dell'incontro con Slimane Hoffman, ieri mattina il ministro Manca aveva avuto un colloquio anche con il ministro algerino delle Finanze, Hametì Yala, durante il quale sono stati esaminati anche i problemi dell'assistenza tecnica, la possibilità di iniziative comuni nel campo della ricerca scientifica, l'apporto dell'Italia alla formazione dei quadri dirigenti dell'economia algerina, e l'invio di tecnici qualificati, di cui questo Paese è ancora scarso. Si può ricordare, a questo proposito, che il 58 per cento della popolazione locale ha meno di vent'anni e che appena il 7 per cento della popolazione attiva lavora nell'industria propriamente detta, contro il 45 per cento ancora assorbito dall'agricoltura. La presenza italiana in Algeria è già rilevante, ma non come sarebbe possibile e come gli stessi algerini desidererebbero. L'Algeria è un Paese che può fornirci, con il petrolio ma soprattutto con il metano, una quota rilevante dei nostri fabbisogni energetici e può comprarci un po' di tutto. Nell'impiantistica le imprese italiane occupano già il 20 per cento del mercato, ma è una quota che può aumentare, e sono in discussione grossi proget-, ti in questo campo, che interessano anche la Fiat. In altri settori il tradizionale monopolio francese è in via di superamento, e c'è ancora molto spazio per il nostro Paese. Il «progetto Algeria» e il probabile raddoppio del metanodotto già in costruzione, dovrebbero costituire il trampolino di lancio per occupare quello spazio, e stabilire una base duratura di eccellente collaborazione tra i due Paesi mediterranei, tra l'Africa settentrionale e l'Europa occidentale. Mario Salvatorelli
Persone citate: Abdelghani, Enrico Manca, Manca, Slimane Hoffman
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