«Pedalavo dietro una moto»

«Pedalavo dietro una moto» Baroncheili commenta l'impresa del francese «Pedalavo dietro una moto» li bergamasco soddisfatto, Panizza meno: «Pensavo di meritare il terzo posto» - Saronni; «Un blocco nervoso, che non riesco a spiegarmi» - Moser non cerca scuse SALLANCHES — «Hinault è di un altro pianeta» ha sospirato Baroncheili dopo l'arrivo. Un modo come un altro di consolarsi per una sconfitta che lui stesso, forse, considera una vittoria. «E' come fare una gara fra vetture di cilindrate diverse — ha detto "Tista" — Hinault non è soltanto di cilindrata superiore, ma ha anche una marcia in più». Baroncheili ha dichiarato di ritenerlo superiore, almeno in questa straordinaria giornata, al Mercks che l'aveva battuto per soli 12" al suo esordio al Giro d'Italia. •Eddy oltre a tutto faceva lavorare una squadra eccezionale, Bernard, invece, fa praticamente tutto da solo. Non mi ha tanto impressionato in salita, quanto in pianura; le sue trenate nel terzultimo e penultimo giro erano frenetiche: mi pareva di pedalare dietro una moto». ' Baroncheili. nonostante tutto, ha anche sperato di poter battere Hinault. «Si, mi sono illuso, ma stavo troppo bene per rassegnarmi. Non potevo dargli una mano perché mi sarei trovato in condizioni d'inferiorità: me lo ha chiesto al penultimo giro, gli ho offerto quattro o cinque cambi, ma nient'altro. Potevo farlo perché le mie condizioni atletiche erano buone, di energie ne avevo ancora». Ma perché Baroncheili, che stava tanto bene, si è fatto staccare, proprio nel finale? • Ho accusato i crampi, nel momento di reagire al suo ultimo allungo. Qualcosina avevo sentito anche nel giro precedente, ma mi era passato. E così ho dovuto lasciarlo andare, ma l'ho tenuto in vista, l'ho insto in discesa a velocità pazzesca, confesso di aver sperato, che potesse scivolare in qualche maniera, potesse perdere insomma tempo. So che non è molto sportivo, ma io ho pensato così. Martini mi ha sempre incitato. In ogni modo bisogna levarsi tanto di cappello di fronte a un campione di questa levatura». Baroncheili ha anche rivelato che stava preparando un plano tattico. Non avrebbe tentato di distaccare Hinault, sorprendendolo all'ultimo chilometro, ma sarebbe rimasto alla sua ruota. •Fino agli ultimi 200 metri, poi sarei scattato. Hinault in volata non è irresistibile». Tuttavia Bernard ha risolto il problema. Tutto sommato Baroncheili è contento, non lo è invece Panizza: «Ho sperato tanto, anche nei giorni scorsi, in questa corsa che si prestava, come pochissime altre, ai miei mezzi. Se non proprio vincere, volevo arrivare sul podio. Non ci sono riuscito per pochissimo, perché lo spagnolo Fernandez mi ha preso in contropiede proprio negli ultimi trecento metri. Ero stato fra i più forti anche nell'ultima scalata al Colle di Domancy, ma di forza ne avevo ancora. Pensavo proprio di meritare, alla mia età, questa soddisfazione:. Battaglin se l'è presa soprattutto col maltempo: •Col sole e con il caldo io rendo al massimo. Quella maledetta pioggia ha almeno dimezzato le mie capacità. Avevo i crampi al momento dell'attacco di Hinault, eppure ho potuto riagganciarmi, la prima volta, assieme a Panizza. E avevo ancora i crampi quando lo spagnolo ha frazionato il nostro gruppetto, altrimenti sarei rimasto con Miro. Il percorso, tuttavia, era di una durezza bestiale, addirittura inconcepibile». Saronni era molto amareggiato: «Sono venuto fino al box per spiegare il perché del ritiro, per assumermi insomma le mie responsabilità. Confermo che fino alla vigilia avevo una straordinaria sicurezza perché, nonostante sia eccezionalmente severo, questo circuito lo ritengo adatto alle mie possibilità. Ho accusato una sorta di blocco nervoso, perché già nei primi giri sentivo le gambe dure, non riuscivo a cavare energie dai muscoli. Ho avvertito Battaglin, Baroncheili e Panizza in modo che potessero fare la loro corsa. Io penso di essermi innervosito soprattutto per il freddo e la pioggia. In certe condizioni io divento un altro. Forse è una questione fisiologica. Non riesco a spiegarmi il perché. Credo che questa squadra fosse la migliore possibile: la rifarei uguale, cosi come rifarei la stessa preparazione. Voglio dire insomma che ho la coscienza a posto e non ho niente da rimproverarmi». Il suo rivale Moser non ha cercato scuse, è andato subito per le spicce: «Non ho niente da aggiungere a quello che dicevo nei giorni scorsi. Le mie condizioni erano quelle che sapete, in un percorso che non sarebbe stato buono nemmeno per il Moser più forte di tutti questi anni, cosa avrei potuto fare? Ho sperato soltanto in un miracolo. Ribadisco, comunque, che un circuito del genere non era adatto anche ad altri (è chiara l'allusione). Con queste gambe a pezzi non penso certo di disputare il campionato mondiate di inseguimento. Adesso andrò a casa a riposare per una settimana». Per concludere diremo che il et. Martini è apparecr soddisfatto per il secondo posto di Baroncheili e per il lavoro della squadra. Ha soltanto detto che Saronni ha forse sopravalutato la crisi, e avrebbe dovuto resistere di più. «In ogni modo contro un Hinault formato Merckx, Baroncheili ha compiuto un autentico exploit». Carlo Valeri Saronni (a sin.) prima del ritiro, con De Vlaeminck

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