Riprende dopo la crisi polacca il dialogo fra le due Germanie di Tito Sansa

Riprende dopo la crisi polacca il dialogo fra le due Germanie Soddisfazione comune per raccordo di Danzica e Stettino Riprende dopo la crisi polacca il dialogo fra le due Germanie gAlle dichiarazioni di Brandt e Bahr ha replicato distensivamente il leader di Berlino Est, Honecker: «Occorre aprire nuovi orizzonti» - fianca però una data per rincontro con Schmidt BONN — Con sollievo i tedeschi — tanto quelli della Germania Federale quanto quelli della Germania comunista — hanno accolto l'accordo raggiunto in Polonia fra gli scioperanti e il governo. Benché i timori delle scorse settimane fossero di natura diversa (politico-militari in Occidente, soprattutto economici in Oriente, poiché l'economia della Dar è strettamente connessa a quella polacca), la soddisfazione è comune. E la si avverte nella reazione degli uomini politici che è stata pacata e prudente, tanto a Bonn quanto a Berlino Est, dove gli avvenimenti polacchi sono sempre stati valutati come un «problema interno». Le uniche stonature vengono dai giornali domenicali conservatori, i quali esultano e in titoli enormi impiegano la parola «Vittoria». Parlando a Hannover ai sindacalisti, in occasione del quarantunesimo anniversario dell'aggressione tedesca alla Polonia, l'ex cancelliere Willy Brandt ha lodato la «disciplina e la disposizione al compromesso dimostrate da tutti i partecipanti, gli scioperanti, il governo, la Chiesa cattolica, che hanno portato al successo, il quale è una grande fortuna per il popolo polacco e per gli ai- tri» e si è augurato che «la soluzione trovata porti a vere riforme» e a un equilibrio interno «di basilare impor-tanza per una politica di stabilità e di collaborazione in Europa». Egon Bahr, segretario del partito socialdemocratico tedesco, ha definito gli accordi polacchi «un passo di portata storica» e gli avvenimenti delle ultime settimane «un test per la capacità di riforme del sistema comunista, che non verrebbe indebolito da esse». Il capo dei sindacati tedeschi, Oskar Vetter, ha assicurato dal canto suo che la Lega dei lavoratori della Germania Federale «farà di tutto» per appoggiare i lavoratori polacchi a raggiungere i loro obiettivi. Tutti a Bonn, a cominciare dal ministro degli Esteri Genscher per finire all'esperto di politica estera dell'opposizione democristiana Alois Mertes, sono dell'opinione che «ora più che mai è importante aiutare economicamente e finanziariamente la Polonia per superare le sue difficoltà». Soltanto Franz Josef Strauss, che nei giorni scorsi aveva messo in guardia da aiuti a Varsavia, ieri ha taciuto. Un clima di rinnovata distensione — si dice negli ambienti giornalistici di Bonn — non giova certo alla sua campagna elettorale a sole cinque settimane dal voto. Si ritorna a parlare anche — tanto nella Germania Federale quanto nella Germania comunista — del «dialogo intertedesco» rinviato appena dieci giorni fa su iniziativa del cancelliere Helmut Schmidt proprio a causa degli avvenimenti polacchi. Ne hanno parlato non solo i citati Brandt e Bahr (il che era prevedibile) ma anche il capo di Stato e di partito della Ddr, Erich Honecker che avrebbe dovuto ospitare la settimana scorsa Helmut Schmidt. Honecker ha rotto il silenzio inaspettatamente alla Fiera di Lipsia parlando al padiglione dell'industria chimica tedesco occidentale Hoechst, nel quale si è fermato per oltre 20 minuti. E ha detto cose molto incoraggianti, non solo per il dialogo fra tedeschi e tedeschi, ma anche per la distensione in Europa, anche lui evidentemente sollevato dalla soluzione trovata in Polonia. La collaborazione tra le due Germanie deve, venire intensificata, ha detto Honecker. Le relazioni devono venire «normalizzate», occorre «aprire nuovi orizzonti», è necessario che i due Stati tedeschi contribuiscano alla distensione internazionale, egli è personalmente interessato alla continuazione dei contatti e dei colloqui. Honecker in sostanza ha confer- mato pubblicamente quanto detto più volte da Helmut Schmidt, che «non esiste una crisi nelle relazioni intertedesche»; ha tuttavia rifiutato di accennare a una data per il suo prossimo incontro con il cancelliere federale. Interessante è che l'agenzia di notìzie della Germania comunista Adn ha fatto ben cinque «lanci» con gli apprezzamenti positivi di Honecker per Schmidt e la Germania Federale, e che i giornali di Berlino Est hanno riportato parte dell'intervista televisiva di Schmidt criticando con toni insolitamente duri non gli scioperanti ma i dirigenti di Varsavia, ai quali viene rimproverato uno stile burocratico e la mancanza di contatto con il lavoratori. Testualmente si legge: «Gli scioperi non avvengono perché nel sistema socialista qualcosa è fondamentalmente sbagliato, ma perché vi sono debolezze nella guida e una deformazione dei metodi socialisti». Otto giorni fa, gli avvenimenti in Polonia sembravano avere portato il gelo tra le due Germanie e fatto aumentare le chances elettorali di Strauss (che da sempre predica contro la Ostpolitik). E' bastato l'accordo in Polonia per spazzare via d'un colpo diffidenze e timori. Il dialogo nel cuore dell'Europa, nel punto focale costituito dalle due Germanie, può continuare. Tito Sansa Lipsia. Il leader tedesco orientale Erich Honecker