La Cina rilancia Pimpresa privata
La Cina rilancia Pimpresa privata All'Assemblea Nazionale la nuova economiaL Ci ili La Cina rilancia Pimpresa privata Poteri decisionali alle aziende, riconoscimenti ai più meritevoli - Autogestione sperimentale di 6600 aziende PECHINO — Maggiore spazio all'impresa e ai suoi poteri decisionali; tangibili riconoscimenti per quanti meglio opereranno; definitiva abolizione del concetto maoista secondo cui tutti avrebbero dovuto guadagnare nello stesso modo, a prescindere dall'impegno profuso. Sono questi i punti fondamentali della nuova economia cinese. E' una politica che da oltre un anno trova hi Cina attuazione pratica ma che soltanto ieri, con l'intervento del vice primo ministro Yao Yilin all'Assemblea Nazionale del Popolo, ha ricevuto il suggello ufficiale. L'intervento di Yao Yilin è stato quanto mai articolato e soprattutto chiaro. Se potevano esservi dubbi sulla nuova «via» intrapresa dall'economia cinese, questi sono stati definitivamente dispersi. Nel nuovo piano di sviluppo cinese esce, rivalutata in pieno, nelle sue funzioni e nella sua autonomia, l'impresa. E' un'economia che stride apertamente con i molti ideali propugnati dal defunto presidente Mao. Obiettivo di Mao era l'ega litarismo; tutti avrebbero dovuto guadagnare lo stesso al di la dell'impegno profuso nei rispettivi lavori. Che un'industria o una fabbrica chiudesse in attivo o in passivo non faceva grossa differenza. Sarebbe stato lo Stato a intervenire in soccorso delle aziende dissestate. Nella economia cinese degli Anni 80 viene invece ufficialmente privilegiata la produzione e vengono contemplati incentivi per i lavoratori. La Cina ricorda che sono due ì principi del socialismo; i mezzi di produzione, di proprietà dello Stato, e un salario, adeguato e proporzionale al lavoro svolto da ogni singolo cittadino. Ma, come ha detto il vice primo ministro Yao Yilin, la nuova politica economica cinese prevede anche una massiccia applicazione, per ora a livello sperimentale, dell'autogestione in 6600 imprese di proprietà dello Stato. «Le aziende dovranno avere maggiori poteri decisionali; saranno esse a dover trattare per le materie prime e la produzione oltre i limiti /issati dallo Stato. Esse potranno in altre parole far fruttare, secondo le regole di una vera e propria economia di mercato, le eccedenze. Dopo aver pagato le ritenute sui profit* ti potranno tenersi il resto», ha spiegato Yao Yilin. Per gli operai che lavorano meglio sono previsti «ad persona-m» di sapore capitalistico. «La nostra nuova politica porta nuova vita all'economia della Cina», ha esclamato il vice primo ministro. Le banche, nella nuova economia, dovranno operare in modo autonomo nella concessione dei prestiti e fare pieno uso dei ratei di interessi per accrescere i loro depositi. «Già dal prossimo anno — ha aggiunto Yao — alcune grosse aziende potranno avere diretti contatti commerciali con l'estero. Per quanto riguarda l'agricoltu-. ra, la programmazione governativa dovrà essere flessibile. Alle comuni, alle squadre di produzione e ai lavoratori riuniti in collettivo dovrà essere concessa maggiore autonomia». Alla concezione maoista di una agricoltura di massa, con paga eguale per tutti, si sostituisce una concezione molto più aperta che privilegia la divisione della terra in unita minori e prevede ricompense per coloro che riusciranno a conseguire i tetti produttivi fissati dallo Stato. Pechino. L'inaugurazione dell'Assemblea Nazionale (Tel. Ap)
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