Strade e ferrovie, secondo il pci di Lucio Libertini

Strade e ferrovie, secondo il pci Strade e ferrovie, secondo il pci Nei giorni scorsi si è discusso sulle posizioni del pei in materia di autostrade, superstrade e ferrovie. Ma il quadro che ne è uscito non dà affatto l'idea dei nostri reali orientamenti e dello stato della discussione in Parlamento. Noi comunisti non facciamo nessuna assurda contrapposizione ideologica e di principio tra ferrovie, strade, autostrade. La nostra logica è quella del sistema dei trasporti integrati e della programmazione delle risorse: dunque, soluzioni complesse, armonizzate tra loro e realizzate con i vari mezzi di volta in volta necessari. Perciò non è vero che noi si chieda il blocco di tutte le misure di viabilità sino a che non sia approvato il piano delle ferrovie. Al contrario, noi ci battiamo perché il Parlamento approvi subito il piano delle ferrovie, che da tre anni langue in Parlamento benché abbia la piena copertura finanziaria per i suoi 12 mila miliardi di investimenti, dei quali circa mille in Piemonte; ma nello stesso tempo chiediamo che il Parlamento approvi celermente un complesso di misure di grande viabilità, che hanno il carattere di comple¬ tamento di itinerari esistenti. Vogliamo che si voti subito il finanziamento della autostrada tra Torino e il Fréjus; vogliamo il completamento della autostrada tra Vercelli e il Sempione e misure adeguate per sanare le strozzature di traffico che si verificano nell'alto Novarese dopo l'apertura del Traforo del Gottardo in territorio svizzero. Insistiamo perché gli abitanti della Valle di Susa e dell'alto Novarese siano esentati dal pedaggio e non debbano ricorrere a itinerari per essi irrazionali. Vogliamo che il Traforo del Fréjus sia aperto ai mezzi pesanti soltanto dopo che sia stata costruita l'autostrada. Chiediamo l'immediata riapertura della Torino-Savona, adottando in successione le misure di sicurezza indicate congiuntamente dalla Regione Piemonte e dal ministero dei Lavori Pubblici. Nel medio termine pensiamo invece si debba studiare la funzione che questa autostrada ha nel sistema dei trasporti dell'area nord-occidentale, in relazione anche al sistema portuale. E se si dovesse concludere che questa funzione è maggiore e diversa che nel presente, allo¬ ra occorrerà programmare interventi massicci, compresa la definizione di nuovi itinerari per certi tratti di un percorso oggi disadatto al grande trasporto. Questi lavori possono essere ovviamente a carico dello Stato, se l'autostrada passa allo Stato. Riteniamo ancora che sul territorio nazionale vi siano tre problemi urgenti da risolvere: il completamento del raddoppio della Aurelia tra Livorno e Grosseto (cento chilometri), il completamento della autostrada Messina-Palermo (un breve tratto), il completamento della superstrada E7, da Roma a Venezia, interrotta in Romagna. Se poi il governo troverà davvero i soldi per completare l'itinerario autostradale tra Livorno e Civitavecchia, tanto meglio; ma, poiché ne dubitiamo, non vogliamo che l'attesa autostrada blocchi il raddoppio della Aurelia. Desidero sottolineare infine, che esiste la copertura finanziaria per il piano delle ferrovie e per gran parte di queste opere stradali. Non si capisce perciò perché tutto ristagni da tempo. Lucio Libertini Responsabile Sez. Trasporti della direzione del pei

Persone citate: Aurelia