Le lettere della domenica

Le lettere della domenica Le lettere della domenica Storie di api sull'altopiano Ho letto con piacere e curiosità l'articolo di Mario RigoniStern riguardante il soccorso all'arnia delle api orfane (La Stampa, 9 settembre). Avendo avuto pure io la passione per l'apicoltura, vorrei suggerire un sistema diverso, che ho sempre attuato con profitto e che trovo più semplice di quello usato da Rigoni-Stern. Capitando la necessità di unire un'arnia orfana con altra arnia provvista di ape regina, è sufficiente scoprire l'arnia con regina, stendere sopra, al posto del coperchio, un foglio di giornale, indi togliere dal basamento l'arnia orfana e sovrapporla a quella con il giornale. Siccome le api si riconoscono solo dall'odore, nell'arco delle 24 ore salgono e scendono dal nido al melario, bucano la carta, si assuefano all'odore reciproco e subito familiarizzano, formando cosi un'arnia forte, predisposta — tempo permettendo — a un buon raccolto. Trascorsi tre o quattro giorni, si toglie l'arnia sovrapposta, avendo cura di fare cadere nell'arnia sottostante, con una piuma, le api dai telaini. Usavo invece il sistema della farina bianca quando avveniva il saccheggio di un'arnia. Si cospargono le api che svolazzano sull'arnia saccheggiata, si esaminano tutte le altre arnie e là dove entrano api con sopra sparsa la farina è individuata l'arnia saccheggia trice: si riducono in essa i passaggi di uscita a due o tre al massimo e il saccheggio termina. Alberto Reale, Alessandria Licenze cateriniane di Ceronetti Leggo su La Stampa del 19 settembre, a firma di Guido Ceronetti, «Inattualità della santa senese - Un pensiero per Caterina». Trovo in prima colonna: «Credo gli dispiaccia...»; in seconda colonna: 'Gli hanno trovato e solennemente ingrandito un merito storico Poco prima si leggeva: «e non gli piacevano che le amicizie maschili.;.». O che l'illustre Ceronetti ' vuol fare l'originale anche nella grammatica? Giulio Trettel, Verona L'articolo di Ceronetti riguardante Santa Caterina da Siena è quanto meno sorprendente per l'originalità delle affermazioni: la Santa senese sarebbe dunque inattuale, lontanissima dal mondo di oggi, relegata in una sfera puramente spirituale, eccetera. Come ha potuto Ceronetti, cnls à a , che si definisce «caterinianenon cristiano» (!), non accorgersi che, a seicento anni dalla morte, la figura e il messaggio della Senese sono di vivissima attualità e che ancor oggi ella si propone come modello per la partecipazione femminile alla vita socio-politica della comunità? Durante il Congresso internazionale tenutosi a Roma lo scorso aprile, studiosi insigni e veri conoscitori del pensiero della Santa hanno ribadito concordemente la sua «contemporaneità», che traspare inequivocabile dagli scritti e in particolare dalle Lettere. Carla Farinetti Testa, Roma Com'è duro pedalare per la Val d'Aosta Premesso che non c'è alcuna intenzione critica verso gli organizzatori del Giro ciclistico della Valle d'Aosta, che si è svolto dal 2 al 7 settembre e che La Stampa ha quotidianamente seguito, ritengo tuttavia opportuno far notare che la recente edizione della corsa è stata tra le più dure, quanto a scelta di percorso, delle 17 sin qui allestite. Diciamo pure troppo dura in relazione al livello medio dei corridori, oltre che al loro stato d'usura al termine della stagione. Considerato poi che molti del partecipanti non superano il ventesimo anno d'età, mi sembra piuttosto rischioso, dal punto di vista atletico, sottoporli a sei giorni di fatiche stressanti (come dimostra il fatto che, per salvare la corsa dalla decimazione, s'è dovuto spesso ricorrere al •ripescaggio» degli arrivati fuori tempo massimo). D'accordo che la Vallèe è fatta in un certo modo, ma, considerati i tempi, certi percorsi potrebbero essere un tantino snelliti, senza alcun timore che ne risulti svilito il contenuto tecnico della corsa, anzi con sicuro vantaggio del tono agonistico della stessa. Guido Vincenti, Ivrea (To) Dall'estero, lezioni di demografia Il Canada è all'incirca venticinque volte l'Italia e ha solo 20 milioni di abitanti. L'Italia, al confronto, ha quindi un tasso sproporzionato di nascite. Perché in Italia non si fa come in Cina: ogni coppia non più di due figli? Si starebbe tutti meglio. Anna Pogolotti, Giaveno (To) Controllo partitico e nomine Rai Ho seguito con interesse la serie di articoli che La Stampa dedica alle contestatissime nomine dei dirigenti Rai-tv. Ma ho l'impressione che sia stato dimenticato, fra i tanti motivi di polemica richiamati dagli intervistati, il principio fondamentale che, a mio parere, è questo: sono i mezzi di informazione ad avere il compito di controllare il potere politico e non viceversa. L'informazione ha più potere degli stessi elettori: questi, infatti, basano le loro scelte in buona parte sulle «informazioni» (e le interpretazioni) che i mass-media danno del potere politico. Rinunciando a questo potere di crìtica, che è imprescindibile dall'intelligenza e dalla verità, cade l'essenza stessa della professionalità giornalistica, televisiva e non. Accettando come scontato il principio che i partiti hanno diritto a un «controllo» sulle notizie, le polemiche sulla «quantità» di questo controllo perdono di rilevanza, essendo basate su un equivoco di fondo. Il male è alla radice. E' irrealistico pensare che, oggi, si possa estirpare. L'unico rimedio possibile è affidato quindi all'onestà intellettuale dei singoli giornalisti. Marco Francini, Roma Qualche volta altrove è peggio Qualche appunto dopo un soggiorno-vacanza in Francia. Prezzi di vari generi pazzeschi. Frutta e verdura costano il triplo che da noi. Un bicchiere d'acqua minerale, 800 lire; una matita, 300; 450 lire per spedire una cartolina; visitare il cadente palazzo dei Papi ad Avignone costa 2 mila lire e altrettanto due corse in autobus a Tolone. Il museo di Tolone, che contiene pregevoli modelli di navi, è aperto fino alle ore 19, ma il custode è quasi sempre assente e lascia il portone chiuso con la scritta: «Visita in corso, aspettate». Un dato positivo: i campeggi francesi non sono cari e sono numerosi e ben organizzati, in complesso meglio degli italiani. Q y cantone, Milano Pompei trasferita a Melbourne Prendo spunto da recenti articoli sui musei e il patrimonio artistico italiano per citare una mia personale esperienza. Due anni fa decisi di visitare finalmente gli scavi di Pompei. Ma non vi riuscii, perché era un lunedi, giorno di chiusura degli scavi. Mi ripromisi di approfittare di una futura occasione, ma, allora, mai avrei pensato che Pompei l'avrei visitata a Melbourne! Quest'anno, infatti, nella città australiana ho avuto l'incredibile sorpresa di poter visitare, presso il modernissimo e vasto edificio della National Art Gallery dello Stato di Victoria, la mostra «Pompei A.D. 79», organizzata grazie all'interessamento dei nostri organi governativi e della Sovrintendenza alle antichità di Napoli. Si è trattato, per me, di un'occasione davvero bellissima: per l'eccezionalità dei reperti archeologici esposti, per l'ottimo allestimento, per l'orgoglio di poter mostrare agli amici australiani una tale te- stimonianza di civiltà di cui il nostro Paese è custode. L'estrema educazione del popolo australiano (in coda sulla strada, ordinatamente, silenziosamente anche per più di mezz'ora, in attesa di acquistare il biglietto per la mostra — circa tremila lire italiane), il suo senso di rispetto per le cose esposte (nessuno allunga un dito per toccare un mosaico o per sfiorare una statua), mi hanno fatto ancor più apprezzare questa «Pompei». Il valore della mostra è stato compreso appieno dal pubblico di Melbourne, al quale stampa e televisione locali non hanno certo lesinato informazioni e commenti sull'avvenimento che può essere considerato il più importante, sul piano culturale, nell'emisfero australe per il 1980. A.Amadelli, Torino La libera docenza è rimasta fuori Sono un libero docente non inserito negli organici universitari. La recente legge sulla docenza universitaria, che pur privilegia numerose categorie di laureati, precari e non, che cosi potranno adire i ruoli di ricercatori o di professori associati, non ha ritenuto idonei a ciò i liberi docenti, ora completamente negletti e decaduti dal prestigio culturale connesso — forse non ingiustamente e fino a non molto tempo addietro — alla non facile acquisizione del titolo. Ritengo che un'opportuna segnalazione a Roma di questa inspiegabile omissione potrebbe concorrere a porvi rimedio, soprattutto se all'iniziativa aderissero tutti gli interessati. Marina Coghe, Torino Frutta e verdura al macero: perché? La Stampa ci informa puntualmente sui rincari dei prezzi. Ma, riferendomi in particolare a quelli sui generi alimentari, non ho ancora trovato una risposta esauriente a questa domanda: perché ogni anno si distruggono tonnellate di frutta e verdura, che invece il consumatore paga a prezzi spropositati? Non mi si dica che è per restare nel mercato Cee: quando sale il caro-vita, quando scatta la contingenza, quando la spirale dell'inflazione ci mette a terra, è poi la Cee a salvarci? Giovanni Turco, Novara Per guarire i malati immaginari Raggruppare i vari enti mutualistici in un solo organismo è una buona soluzione, l'assistenza sanitaria uguale per tutti è un'ottima riforma sociale. Peccato però che le prestazioni mediche lascino molto a desiderare e che molti assistiti siano affetti dalla psicosi di essere ammalati. Una medicina specifica per curare gli ammalati immaginari che affollano le sale d'attesa degli studi medici, potrebbe essere la stessa che ha frenato l'indiscriminato consumo e abuso di medicine: una sia pur modesta tangente a carico dell'assistito, da versare al medico per ogni visita. Carluccio Rosso, Vercelli Premia Lorenz ma tira al piccione Ai primi di settembre la città di Cervia (Ravenna) ha promosso una manifestazione «Cervia - Ambiente» e premiato Konrad Lorenz, l'appassionato studioso di animali (La Stampa, 7 settembre). Noi, gruppi ecologici di Forlì e Ravenna, non possiamo tacere che l'alto senso di civiltà cui si ispira la manifestazione è gravemente contraddetto dalla tolleranza accordata dallo stesso Comune di Cervia alla pratica del tiro al piccione. Abbiamo presentato una petizione al sindaco affinché revochi la licenza da tempo concessa e ricordiamo che questa crudele attività è vietata in gran parte dei Paesi europei. Gaorte/e Zelli, Forlì Anche la casalinga produce reddito Sul fisco applicato ai redditi in famiglia è stato criticato il fatto che, per un reddito prodotto solo dal marito, si paghi una imposta superiore che per un uguale reddito prodotto da entrambi i coniugi. Vorrei mettere in evidenza che «la differenza in più» è, secondo me, largamente compensata non dalla detrazione di imposta per il coniuge, ma dal reddito del lavoro della moglie-casalinga e dagli innumerevoli risparmi che ella può fare interessandosi personalmente della spesa, della cucina, del cucito e di tutti gli altri lavori inerenti la propria casa, cose che la «moglie-lavoratrice» è spesso costretta a fare affrettatamente, e quindi con maggior spreco, o addirittura affidare alle mani, spesso più costose, meno esperte e Interessate, di una colf. q q Caccia, Ovada