I 355 italiani senza visto d'uscita hanno lasciato l'Iraq: oggi a Roma di Franco Mimmi

I 355 italiani senza visto d'uscita hanno lasciato l'Iraq: oggi a Roma Via Amman, per l'intervento del nostro ministero degli Esteri I 355 italiani senza visto d'uscita hanno lasciato l'Iraq: oggi a Roma ROMA — Due notizie molto positive per i nostri connazionali e le nostre imprese in Iraq. L'intervento del ministro degli Esteri ha indotto gli iracheni a lasciar passare in Giordania i 355 italiani fermi al confine per mancanza del visto d'uscita: sono giunti a Amman dove è andato a prelevarli un jumbo dell'Alitalia e stanotte sono scesi a Fiumicino; nel pomeriggio di oggi un DC-8 sbarcherà a Roma un altro gruppo di profughi. Il governo di Baghdad ha garantito il risarcimento dei danni alle nostre imprese e tutte le facilitazioni possibili per la ripresa dei lavori non appena il conflitto sarà terminato. Sempre sul piano economico, vi è da segnalare la richiesta del ministro per il Commercio Estero, Manca, al collega del Bilancio, La Malfa, di convocare al più presto il Cipes (Comitato internazionale per la politica economica estera). Deve esaminare i pro¬ blemi delle nostre industrie operanti in Iran e Iraq, per evitare conseguenze negative alle ditte non coperte dal lato assicurativo. La cosa riguarda soprattutto la Condotte, del gruppo Italstat, impegnata nella costruzione del porto di Bandai- Abbas. Vi è da dire, però, che proprio ieri il governo ha chiesto alla nostra ditta di completare i lavori del primo bacino del complesso, divenuto vitale per gli eventi bellici e l'inagibilità dei porti sullo Shatt el-Arab. Teheran ha assicurato che tutti i costi extra saranno pagati con procedura particolare e che la collaborazione degli italiani «sarà grandemente apprezzata*. Al termine di una settimana a dir poco frenetica, la Farnesina può tirare un bilancio del proprio operato assai positivo, soprattutto se si considera — fa notare il capo ufficio della segreteria generale Baldocci — con quale scarsità di mezzi spesso si debbe operare. Basti dire che l'ambasciatore in Kuwait, che è riuscito a ottenere da quel Paese l'ingresso senza visto degli italiani, è praticamente solo, e che a Baghdad, dove pure l'ambasciatore è riuscito a avviare ai confini i nostri connazionali senza visto d'uscita, la delegazione è composta di tre persone. *Ma ormai — spiega il funzionario —abbiamo piani d'emergenza precostituiti, che consentono di sapere esattamente quanti sono gli italinai nelle zone die diventano calde, dove siano, i mezzi di comunicazione disponibili, così via. E' un'esperienza che ci siamo già fatti in Zaire e in Iran*. 'Infatti — dice il direttore generale del settore emigrazione, Migliuolo — starno n o a -1 riusciti a portar subito i nostri o da Bassora nel Kuwait, prece- dendo tutti gli altri». Migliuolo riassume la situazione degli italiani rimasti nei due Paesi belligeranti. I 40 marinai della «Capriolo», ferma a Khorramshahr (Iran), stanno bene. Quelli della «Golfo di Palermo» da Bassora sono passati quasi tutti in Kuwait. Vorrebbero andarci anche i marinai della «Iniziativa» e della «Tenacia» (che però battono bandiera panamense) ma si dovrà attendere l'autorizzazione della compagnia. Si è già detto degli italiani in Iraq. In Iran: a Teheran vi sono circa 370 persone; 300 nel cantiere sul fiume Lar, verso il Mar Caspio; circa 300 a Bandar Abbas (190 della Condotte e un centinaio della Gie). Quelli di Ahwaz e Abadan (le zone più esposte) sono stati avviati verso Omidieh, sui monti Zagros, Teheran e Isfahan. Due grossi campi sono a Kanjiran (verso il confine col Turkemenistan sovietico, circa 100 persone) e tra Gonabad e Birjan (150 dipendenti della Italstrade). Per tutti costoro, due le vie d'uscita in caso di necessità: verso la Turchia, in treno o autocolonna di pullmann, oppure verso l'Urss. Mosca ci ha già assicurato la precedenza qualora ci si volesse servire del battello che attraversa il Caspio. Per quelli di Bandar Abbas, più isolati, è pronta lina nave in rada, della compagnia D'Amato, di Torre del Greco, che li condurrebbe a Muscat (Oman) o nella più vicina Fujiairah (uno dei sette Emirati Arabi Uniti). Franco Mimmi

Persone citate: Baldocci, Bandar Abbas, D'amato, La Malfa, Manca, Migliuolo