Le lettere della domenica

Le lettere della domenica Le lettere della domenica Stipendi e rischi per i giudici Vorrei riprendere l'argomento «giudici, stipendi e rischi». A fronte della scandalosa pretesa di trattare il giudice di ognuno come uno statale qualsiasi, dimenticando che la storia e la nostra Costituzione lo hanno caricato del sovrumano peso dì «dare ad ognuno il giusto e dire il vero», dico subito, da un lato, di appartenere alla schiera dei magistrati che «non riescono» a scioperare, dall'altro lato affermo che le nostre ripetute rivendicazioni sono sacrosante. Ritengo indubitabile garanzia di tutti che i nostri tribunali e i nostri giudici debbano essere protetti e difesi: adempia a ciò chi è responsabile della pubblica sicurezza. Inoltre è da pretendere che le strutture giudiziarie siano rese moderne, efficienti e veramente corredate: non dovremmo comprarci i libri giuridici in proprio, quei libri e quelle macchine che, secondo le esigenze del nostro lavoro, dovremmo suggerire allo Stato di fornirci. E vengo alla questione delle retribuzioni. Nessuno tollererebbe di venir giudicato da un ignorante, da uno che compie 11 suo lavoro perché possiede mezzi di fortuna. Chiunque pretende la rivalutazione dei propri crediti proprio da persone che sono state, alcuni anni fa, pagate in valore non certo portato negli attuali stipendi: quello proposto non è quindi un aumento, ma una piccola rivalutazione. E. come cittadino giudicabile, vorrei un giudice adeguato al suo compito, corrispondentemente pagato. G c pratQ magistrato Quella riforma che non arriva Leggo su «La Stampa» del 5 settembre la notizia della pre sentazione d'uno stralcio di legge che elevi il tetto della retribuzione pensionabile da 12 milioni 600 mila lire a 18 milioni 500 mila, allo scppo di eliminare una grave ingiustizia e discriminazione attualmente esistente. Purtroppo, dato il sistema di calcolo della pensione, che considera la media della retribuzione degli ultimi tre anni, chi è prossimo alla pensione non potrà usufruire di tale provvedimento che in minima parte. Avrà inoltre l'amarezza di essere stato escluso da un beneficio solo per l'inerzia del nostri governanti, senza alcuna sua colpa. Pertanto occorre che, contemporaneamente, sia eleva ta l'età pensionabile fino a 65 anni, tanto più che di tale innalzamento «tutti» i partiti e i sindacati si sono dichiarati d'accordo. (Non fosse altro che per il beneficio che ne avrebbe l'inps, che godrebbe di contributi per ulteriori anni anziché erogare subito somme per le pensioni). Ed ora parliamo della riforma: è assurdo, inammissibile, vergognoso che dopo due anni di discussioni e promesse si debba leggere che il ministro del lavoro e i sindacati sono d'accordo su quello su cui erano già d'accordo due anni prima. Bei progressi! Che si voglia attendere 112000? Giovanni Briano, Savona Carbone e nucleare Siamo proprio matti? Dunque, a quanto pare, U plano energetico nazionale si baserà soprattutto sul carbone. Purtroppo si avranno ancora qualche migliaio di minatori morti nell'escavazione del carbone (ma saranno soprattutto stranieri, come quegli otto polacchi caduti pochi giorni fa) e le esalazioni carboniose e solforose eruttate in continuità dalle ciminiere delle nuove centrali provocheranno un sensibile aumento di bronchiti e polmo niti. Se poi si faranno delle centrali nucleari, come nonostante tutto sarà necessario, si provvederà a concentrarle su isole come la Capraia, dove sarà più difficile venire a di sturbare i lavori, anche se questo significherà un enorme spreco di energia, per la distanza dai luoghi di utilizzazione, le difficoltà tecniche e le perdite di trasmissione, e anche per dover disperdere in mare, a beneficio dei pesci, miliardi di calorie che potrebbero, con una più sensata localizzazione delle centrali servire al riscaldamento degli ambienti di abitazione. Non importa. Quello che importa, per la cosiddetta «cultura» corrente, è averla vinta su quei tecnici e ingegneri che possono dimostra re, basandosi sui fatti, che l'energia nucleare, con buona pace di Italia Nostra e del W.W.F., è la più pulita, più sicura e più economica delle fonti concentrate di energia attualmente realizzabili, quali tecnici e ingegneri non sono tanto ignoranti di umanesimo da non poter fare una citazione: «Quos vultperdere, "Deus dementat». Donato Garelli, Milano Il bla... bla... bla... della nostra radio Vorrei rivolgere una domanda al critico radiotelevisivo: ha mai dedicato un'ora al mattino o al pomeriggio alle trasmissioni radiofoniche delle due reti? A me tocca riscoprire la radio solamente durante le vacanze estive, a casa o in auto, e finisco sempre con l'interrompere la trasmissione per evitare travasi di bile. Ma è proprio impossibile arginare questo festival delle parole e della sciatteria? Gli esempi sono molti, un'idea potrebbe averla gustando lo spirito e la dialettica di un certo Pier Maria Bologna presentatore de «Le mille canzoni», oppure assaporando qualche puntata de «Il ballo del mattone» dì Franco Nebbia o ancora affrontando le disquisizioni di uno specialista di jazz Una delle trovate è quella di ospitare personaggi più o meno noti e affrontare con loro ogni sorta di discussione coinvolgendo esperti e utenti. Non so per quanto tempo han tenuto banco lo scrittore Mario Pomilio — che pur ammiro e rispetto — e la sua figliola i quali sono stati letteralmente messi a nudo dalla intervistatrice. Possìbile che nessuno si rende conto che tutto ciò non interessa il radioascoltatore? Il discorso potrebbe continuare a lungo e alla base non resta che il rimpianto di quando alla Rai nulla s'improvvisava. E' strano che alla Rai si continuino a tollerare certi programmi. Paolo Camporese, Padova Il canone Rai e la pubblicità Il dott. Basili (Lettere della domenica del 24 agosto) che, e sia detto a suo onore, è il solo funzionario Rai che osi affrontare 1 rimbrotti degli utenti, afferma che l'aumento del canone ripianerà solo il ritardo nell'adeguamento dello stesso. Dimentica, evidentemente, che fra le entrate della Rai vi sono anche le trasmissioni pubblicitarie. Anche le loro tariffe sono state bloccate per tre anni e mezzo? Domenico Garelli, Milano I tre ministri sulla montagna Nei giorni scorsi La Stampa ha posto in particolare rilievo la notizia della salita ai 4559 metri della punta Margherita nel gruppo del Rosa da parte dei nostri tre ministri finanziari Pandolfi, Reviglio e La Malfa con le rispettive consorti. Non è tanto l'impresa dì per se stessa quanto l'eccezionalità e preziosità della scalata, esempio raro se non unico di campioni dell'attuale governo, appartenenti a tre partiti diversi, uniti in un coraggioso collaudo delle proprie capacità fisiche e di amicizia a tutta prova, poiché non potrebbe essere diversamente. Cosi avessero ad imitarli tanti altri uomini, non omuncoli, della nostra squallida scena politica; quanto insegnamento anche morale! Già Guido Rey. poeta e alpinista accademico, diceva che «l'amore per la montagna è bello come una fede, nobile come un'arte, utile nome il lavoro». E chissà che di lassù, in tutta umiltà, non abbiano eleva- to un pensiero propiziatorio al grande Quintino Sella evocandone lo spirito di leggendario ministro delle Finanze dell'allora esiguo Regno d'Italia. Adesso sono in tre a dover compiere l'immane impresa di salvare la baracca. Dovrebbero farcela. Francesco Manfredi, Cuneo Il libro di Robotti perché così caro? In relazione all'articolo apparso su La Stampa in data 9 settembre, a firma Paolo Garimberti. mi permetto di esprimere il mio pensiero. E' soltanto grazie al vostro giornale che possiamo avere notizie sulle pubblicazioni di Paolo Robotti, cognato di To gl iatti, centellinai ore di notizie sui trascorsi staliniani per averli vissuti personalmente e redarguitore ufficiale di Kruscev. Orbene Robotti va in vacanza nelle dacie russe, si fa curare in cliniche russe, ma per pubblicare il libro «storico» viene in Italia e lo vende a 10 mila lire. Tralasciando ogni altro giudizio sul libro che non potrò acquistare, mi pare che Robotti sia più tifoso che storico, più «ultra» che critico. I compagni della base attaccano manifesti e vendono giornali e gratis, non a percentuale e difficilmente potranno farsi un giudizio sull'evoluzione del pensiero e della politica sovietica basandosi sui suoi scritti a lire 10 mila la copia. L. P. Battezzato, Alpignano Con gli allievi del Minotauro Ho sottomano l'articolo di Ceronetti «Nelle fauci del Minotauro» del 31 agosto. Come modesto operatore della fu Scuola, sento di manifestare il mio plauso all'autore per l'acuta analisi ch'egli fa di un'istituzione tanto degradata e avvilita. Fra pochi giorni, dunque, il Minotauro spalancherà le sue orripilanti fauci ingoierà la massa — sempre più massa — dei suoi «utenti» per poi partorire «incretinimento assembleare e l'impostura delle schede, degli esami, delle bocciature e delle promozioni». Il Minotauro deve morire dice Ceronetti; mi spiace deluderlo: il Potere, la Tenebra sono duri a morire. E allora accodiamoci, visto che dobbiamo, oltre che sopravvivere, vivere. Guido Guagnini. Casalnoceto (Al) L'ingresso ai musei adesso costa troppo? Da domenica scorsa, la visita ai musei, monumenti antichi e scavi archeologici è più cara: il biglietto è stato quintuplicato e portato, secondo i casi, a 500 o 1000 lire. Filippo Turati, «il Maestro» ebbe a scrivere che ogni lira rimessa dal ministero della Pubblica Istruzione, erano cento lire risparmiate dal ministero di Grazia e Giustizia. Evidentemente la crescita culturale del popolo non Inte ressa molto all'on. Oddo Biasini, ministro dei Beni culturali. A quando il raddoppio dell'Iva sui libri e i quotidiani a mille lire? Aldo Chiarie, Savona Felici in Germania uccellini e ricci Ho letto (30 agosto) l'articolo sul concorso «Salviamo la natura». Poiché io sono un grande amante di essa, vorrei che le parole che si dicono e le Iniziative che si prendono si trasformassero In realtà. E' assai doloroso per me sentir dire che ogni agosto di ogni anno si preparano milioni di doppiette pronte per la distruzione. E' giusto che chi paga abbia anche il piacere di svagarsi con la propria doppietta, ma che lo faccia esclusivamente nelle riserve e non ammazzi tutto ciò che gli capita davanti Qui in Germania, nonostante tutto la natura viene rispettata da tutti, qui c'è più vita per le piccole bestioline che circolano con assoluta tranquillità, sapendo che non si troveranno mai di fronte a una doppietta pronta a far fuoco, non parliamo poi dell'ordine e della pulizia per le strade: qui addirittura i ricci, i merli e tanti altri animaletti, entrano perfino nelle case, mentre in Italia scappano a mille miglia lontano quando ci vedono. Pacifico Donato Solingen (Germania) Impianti "solari" e denuncia fiscale Vorrei chiedere al ministro delle Finanze se a partire dalla prossima dichiarazione dei redditi sarebbe possibile introdurre una voce di detrazione per la spesa relativa a un impianto alternativo di calore (pannelli solari) installato per la propria casa di abitazione Spero che questa domanda possa essere da voi trasmessa e proposta in modo acconcio; come incentivazione — ad esempio — al risparmio energetico. Gastone Frasaio Pino Torinese