Anche sulla strada del tabacco crisi, licenziamenti e tensione di Francesco Santini

Anche sulla strada del tabacco crisi, licenziamenti e tensione Il pericolo per mille posti scuote la valle del Sele Anche sulla strada del tabacco crisi, licenziamenti e tensione Le dipendenti dei tabacchifici da Eboli a Battipaglia si preparano a marciare su Napoli - Lo Stato sembra deciso a chiudere due stabilimenti -1 sindacati: «La Philip Morris e la Delta Fin si assicurano il 63% del prodotto: temiamo però la liberalizzazione delle sigarette» DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE BATTIPAGLIA — Nuovi sussulti scuotono la Valle del Sele: da Eboli, a Battipaglia sino a Pontecagnano le anziane dipendenti dei tabacchifici si preparano a marciare su Napoli. L'appuntamento è per il giovedì della prossima settimana e il sindaco di Battipaglia, Enrico Giovine, avverte: «71 pericolo di mille licenziamenti fa vivere momenti psicologici difficili da controllare: nulla posso garantire». Evoca il ricordo delle giornate che sconvolsero Battipaglia e la rivolta di Eboli. Nel suo ufficio, al centro della citta, appare accorato: «Problemi antichi e distorsioni moderne ci assillano, forte è la tensione». Racconta di una disoccupazione intellettuale 'inaccettabile; di una citta cresciuta troppo in fretta e mostra le cifre: 16 mila abitanti nel 1951,65 mila nel 1980. •Ma sono dati incerti — aggiunge — cifre induttive, calcolate sulla scuola d'obbligo che òggi assorbe 8 mila iscrizioni e sull'acquedotto che ha 15 mila utenze-. Il sindaco non conosce la sua città. La speculazione edilizia ne ha sconvolto i contorni. I morti della primavera del '69 si ebbero per la chiusura di un tabacchificio. A quei disordini fecero seguito soltanto promesse: 1800 posti di lavoro per Battipaglia, 3300 per la ri volta di Eboli. Ne sono arrivati soltanto 300 e la piana del Sele ora riprende le richieste dinanzi lo spettro che aggre disce il settore del tabacco, in una crisi che appare irrever sibila. Con 500 mila quintali di tabacco essiccato la Campania assicura il 50 per cento della produzione nazionale. Nel percorrere la regione, mi gitala di ettari sono occupati dalle foglie verdi e carnose della pianta. Le miscele delle «MS» vengono da queste terre con qualità «burley» e «orientale». Ma l'Ati, l'Azien da tabacchi italiani dell'Efim, è decisa ad abbandonare il settore. Dei quattro tabacchifici della Piana del Sele è di sposta a mantenerne in attività soltanto due e chiede di tornare alla lavorazione stagionale. La crisi si protrae da dieci anni. Risale al 1969 quando, con gli accordi Cee fu liberalizzata la produzione. In questo periodo l'occupazione si è ridotta di 4 mila unità nella lavorazione delle foglie mentre il Monopolio ha ristretto le sue quote di mercato e ritira il 15 per cento del prodotto. Alla Camera del Lavoro di Battipaglia c'è molta prece cupazione. «La Philip Morris e la Delta Fin si assicurano il 63 per cento del prodotto—dice il consigliere regionale Aita —il 12 per cento va alle cooperative, il 10 ai consorzi agrari il pericolo è che con la liberalizzazione delle sigarette anche il settore della produzione possa essere toccato dalla crisi». Se il sindaco democristiano di Battipaglia evoca lo spettro della rivolta, a Salerno il segretario della federazione comunista. Paolo Nicchia, subì to replica che la democrazia cristiana «é decisa a giocare carte avventurose, a cavalcare la tigre della tensione». La polemica sale mentre le mille tabacchine della Piana si pre parano a una lotta senza ter mini e si dicono pronte a ripetere l'esperienza dello stabili mzspdumrtBvt3uvncspm mento Farina di Battipaglia. E' la storia di una occupazione interminabile: più di sette mesi, per difendere il posto di lavoro di una manodopera non specializzata, ad un salario inferiore alle 400 mila lire mensili, esposta a periodi lunghissimi di cassa integrazione. Dice il sindaco di Battipaglia: «io sono favorevole alla mobilità: il piano alternativo del governo prevede 34 miliardi per la Campania: una via di uscita sarà trovata». Il piano prevede una raffineria di olii a Pontecagnano, con attracco a 400 metri dalla spiaggia, ed un laboratorio per la produzione di frutti di mare. Per i sindacalisti di Salerno le proposte governative appaiono «risibili». .Chi può andare da una tabacchina di 50 anni e dirle che da domani si deve occupare di olii per l'agricoltura?» si domandano alla Camera del Lavoro mentre il sindaco ammette che il •materiale umano dei tabacchifici non è facile de gestire». Nell'incertezza i capannoni abbandonati dell'essicatoio Santa Lucia a Pontecagnano diventano i monumenti di una crisi che appare inarrestabile. «La mano pubblica — dice il funzionarlo comunista di Salerno — vuole abbandonare il settore e la de tenta di coprire con polveroni inesi- stenti lo sganciamento dell'Efim dal tabacco». Il sindaco di Battipaglia replica: «iVon è possibile trasformare industrie stagionali in industrie permanenti come sì è fatto in questi dieci anni: una soluzione salterà fuori». Quale, ancora nessuno lo dice mentre le operaie della Piana del Sele si preparano alla marcia su Napoli. A 50 anni passati, in gran parte analfabete, le mille dipendenti dell' Ati invocano la lotta. Ad Eboli, a Pontecagnano, alla Saim di Bersano, tutte ripetono la stessa frase: «Per anni abbiamo lavorato in condizioni spaventose, dodici ore al giorno in situazioni igieniche di pericolo. Ora ci gettano via. Ma noi ci faremo sentire». C'è chi promette il blocco dell'autostrada e chi vuol fermare le comunicazioni ferroviarie. Giovedì saranno tutte a Napoli, a Santa Lucia, alla sede della Regione, a poche centinaia di metri dal porticciolo del contrabbando, dai bassi dove si smerciano stecche di americane. Francesco Santini

Persone citate: Aita, Bersano, Enrico Giovine, Paolo Nicchia, Philip Morris