Dieci Regioni al governo: «Risolviamo la crisi con prospettive di sviluppo»

Dieci Regioni al governo: «Risolviamo la crisi con prospettive di sviluppo» Incontro per la Fiat nel palazzo di piazza Castello Dieci Regioni al governo: «Risolviamo la crisi con prospettive di sviluppo» Le richieste in un documento: no ai licenziamenti, varo immediato del Piano auto, sblocco dei diecimila miliardi per le Ferrovie e avvio del Piano autobus - Il ricorso all'Europa Dieci Regioni a confronto sulla crisi Fiat: Piemonte, Abruzzo, Lombardia, Molise, Lazio, Liguria, Emilia, Sicilia, Puglia e Campania. Tutte sedi di insediamenti Fiat, e perciò tutte preoccupate, hanno risposto immediatamente all'invito loro rivolto dal presidente e vicepresidente piemontesi, Enrietti e Sanlorenzo, per una discussione collegiale. Per la prima volta, nella storia delle Regioni, si è assistito a un incontro organizzato in soli due giorni e svoltosi con celerità e concretezza. Nello spiegare la situazione, Sanlorenzo ha offerto alcune proposte all'esame di assessori e presidenti: 1° - Sollecitare al governo una politica industriale, «orientamentopreciso che oggi nonc'è» ; 2° - Approvazione rapida di un piano di settore, cioè del plano auto; 3° - Concreto programma aziendale «non solo di cosiddetto risanamento attraverso i licenziamenti, ma di ristrutturazione orientata del settore» ; 4" - .Profondo rinnovamento di tutta la politica industriale ed economica del nostro paese» ; 5" - Avvio del piano integrativo delle Ferrovie dello Stato per l'impiego dei «diecimila miliardi che giacciono senza decisione di utilizzo», e del piano autobus, anch'esso già deciso, ma fermo ; 6° - Insistere sul governo perché lo stabilimento previsto dall'accordo Fiat - Peugeot per la costruzione di un milione di motori l'anno «sia insediata nel Mezzogiorno d'Italia». Questo sesto punto è collegato alla richiesta di un'apertura europea per quanto riguarda la politica dell'auto. In questo senso le 9 Regioni invitate all'incontro aderiscono all'iniziativa già presa dal Piemonte (la decima Regione presente ieri con il presidente, il vicepresidente e gli assessori Alasia, Rivalta, Testa e Cernetti). Tutti i punti messi in discus- sione da Sanlorenzo compaiono in un documento unitario che comincia, ovviamente, con il rifiuto dei licenziamenti. A proposito della politica europea si chiede che essa 'impegni i governi ad una collaborazione indispensabile per far assumere all'industria automobilistica europea il suo ruolo sul mercato internazionale ispirandosi al principio più volte proclamato della necessità di un nuovo assetto economico internazionale basato su una diversa geografia degli investimenti e su una cooperazione tecnica, scientifica, legislativa oggi resa più che mai indispensabile per uscire dalla crisi». L'intervento dell'Europa è vi¬ sto anche sotto un altro aspetto. Esiste il Fondo sociale europeo al quale i Paesi membri della Comunità possono accedere per interventi appunto di carattere sociale, compresa la formazione professionale. Le dieci Regioni si impegnano ad una politica coordinata di formazione professionale che consenta, mediante il ministero del Lavoro, l'accesso a questo fondo. • Un piano articolato di interventi di riqualificazione potrebbe consentire un limitato ricorso alla Cassa integrazione senza danneggiare l'azienda e senza far ricorso alla mobilità» dice l'assessore Cancrini del Lazio che l'ha proposto. Ma per avviare la pratica è necessario cono¬ scere e discutere i piani dell'azienda. Si è parlato di mobilità: la richiesta al governo è di «una definizione legislativa dei temi connessi al collocamento e alla mobilità, cosi da consentire alle Regioni di sviluppare una politica attiva nei confronti del mercato del lavoro». Ecco: questi, in sostanza i temi e le richieste emersi In tre ore di serrato dibattito e che ricalcano sostanzialmente 1 documenti già presentati da Enrietti al ministro Foschi. Le Regioni si sentono •parte attiva-; non è la prima volta che rivendicano questa posizione e non soltanto per questa circostanza. Nel caso specifico questa «attività» si traduce in un «comitato di coordinamento tra le Regioni sedi di insediamenti Fiat per premere sul governo al fine di risolvere la crisi e intervenire attivamente nell'elaborazione del piano di settore per l'automobile». Domenico Garbarino Stabilimenti Fiat Attivita Addetti Torino - Miraftori Autoveicoll 53.989 Torino - Eivaita Autoveicoll 17.952 Torino - Lingotto Autoveicoll 9.995 Desio (Mi) Autovetturc 4.440 Cassino (Fr) Autovetture 10.000 Termoli (Cb) Meccanica 2.819 Bari Componentistica 2.700 Firenze Meccanica 1.790 Vado (Savona) Autoveicoll 1.750 Termini Im. (Pa) Carrozzeria 3.200 Sulmona (Aq) Meccanica 1.012 Napoli Componentistica 952 Chivasso . . .. Torino Autovetture U£U Verrone (VerceUi) e* l'anc,a Torino - Spa Velcoli ind. 8.800 Torino - Ricambi Veicoli Ind. 1.100 Torino-Tela! Veicoli ind. 1.750 Brescia Veicoli ind. 5.500 Caraerl (No) Veicoli ind. 1.100 Suzzara (Mantova) Veicoli Ind. 1.100 Milano Veicoli ind. 2.100 Valle Ufita (Avellino) Veicoli ind. 1.100 Maranello (Modena) Vett, sportive l ^ Modena Vett. sportive Bolzano (Lancia) Veic. special! 2.200 Torino (Aba'rth e C.) Ricambi 361 PregnanaM.se (Aifo) Motori 358 Rozzano (Mi) Carrelli elev. , Bari Carrelli elev. 'lle Modena (Orlandi) Carrozzerie 195 Foggia (Sofim) Mo tori 1.050