Quando un sindaco della dc ha per compagno di giunta un assessore comunista... di Clemente Granata

Quando un sindaco della dc ha per compagno di giunta un assessore comunista... Il singolare caso di Borgomanero. Quando un sindaco della dc ha per compagno di giunta un assessore comunista... DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE BORGOMANERO — «Le dirò — afferma con un mezzo sorriso l'assessore socialdemocratico Pino Preti — che qui almeno da vent'anni è di moda far la buriana nella vita amministrativa. Non per nulla le elegioni del consiglio comunale sono sfasate rispetto al quadro nazionale e andremo alle urne tra un anno: E precisa: «I terremoti al vertice della giunta sono tradizionali. Nel 73, per esempio, era sindaco lo Zanetta, de; poi venni io; poi venne Piergiorgio Borgna. Dal 76 ai nostri giorni ci sono stati Peppino Cerutti e Gabriele Giromini, socialdemocratici e adesso c'è il Bacchetta, democristiano. Ammetto però che ora la situazione è abbastanza anomala». Infatti, Giuseppe Bacchetta, 49 anni, funzionario di banca, che ha l'appoggio della stragrande maggioranza del comitato cittadino democri stiano, si trova al vertice di una giunta di cui fanno parte, oltre al socialdemocratico Preti e ai socialisti Piercarlo Forhara e Mario Pettinaroli, anche due comunisti, Iginio Cavallazzi e Giuseppe Pastore. Diciamo meglio: Bacchetta dovrebbe trovarsi al vertice di una giunta composta nel modo che si è detto. In realtà da quando è stato fatto sindaco (30 luglio scorso) si è rifiutato di convocare l'organo esecutivo proprio perché di esso fanno parte i comunisti. Questi ultimi già hanno chiesto e torneranno a chiedere lunedi le dimissioni di Bacchetta e minacciano di denunciarlo alla magistratura per omissione di atti d'ufficio non avendo egli riunito la giunta. Si parla di amministrazioni difficili in Italia. Ma questo, visto almeno dall'esterno, è un caso unico e paradossale. Tanto vale, per districarci un po' in una materia cosi ingarbugliata, prendere le mosse dall'inizio, vale a dire dal 1976. Quell'anno fa l'ingresso in municipio una giunta bicolore (psdi-psi) appoggiata dall'esterno dal pei, che poi entrerà a far parte dell'organo esecutivo e capeggiata da Peppino Cerutti, socialdemocratico, il cui partito qui ha tradizioni abbastanza consolidate. L'8 giugno di quest'anno costui è eletto consigliere regionale e si dimette dalla carica di sindaco per questioni di incompatibilità. In vista della sua elezione al consiglio regionale, data per certa, alcuni mesi prima era stato stipulato un accordo tra socialisti e socialdemocratici in seguito al quale, al momento delle dimissioni di Cerutti, la carica di sindaco sarebbe andata ai socialisti. Si dice che in cambio i socialisti abbiano promesso ai socialdemocratici la carica di presidente dell'Unità sanitaria locale andata invece poi a un repubblicano. Si dice, ma pare che nel documento dell'accordo non si parli di una tale promessa. Quale che sia la verità un fatto è certo: dopo l'8 giugno i socialdemocratici denunciano l'intesa precedente e pretendono di nuovo il posto di sindaco. Con i socialisti è la rottura e il 15 luglio scorso il psdl rifiuta di votare il candidato socialista Fornara. Fumata nera per l'elezione del sindaco anche nella successiva convocazione finché il 30 luglio si giunge al ballottaggio. Giuseppe Bacchetta, democristiano, ha undici voti dal suo partito, Fornara dieci voti dal psi e dal pei, i socialdemocratici votano per un loro candidato, Zappelloni (sei voti). Cosi Bacchetta si trova nominato sindaco in una giunta che non gli piace per la presenza del comunisti. Che non gli piace, lo dice chiaramente il 30 luglio, tanto è vero che si riserva di accettare la nomina. Ma il 19 agosto, dopo la ratifica della delibera da parte del Coreco, giura davanti al prefetto, diventa sindaco a tutti gli effetti, ma l'organo esecutivo non lo convoca. «Perché allora ha accettato la carica, signor sindaco? E perché se la giunta non le piace non si dimette?». Risponde Bacchetta: «Ho accettato dopo aver preso tempo in attesa che si chiarissero i rapporti fra i partiti, ma il chiarimento non è venuto. Ai comunisti, e magari anche ai socialisti, sarebbe piaciuta la situazione di stallo. Loro avrebbero voluto arrivare alle amministrative del prossimo anno con la giunta retta dall'assessore anziano, il socialista Fornara. Ma, oltreché politicamente scorretto, il fatto sarebbe contrario alla legge la quale afferma che la presenza di un sindaco è necessaria. Perché non mi dimetto? Perché non cambierebbe nulla. L'occordo tra le sinistre si è frantumato. Si mettano di nuovo insieme, garantiscano la presenza di un sindaco e io mi allontano senza obiezioni». sechcogimtrl'osce gagachveremmnsailmpdlateclpmcnmm Di accordi amministrativi se ne potrebbero fare parecchi vista la composizione del consiglio comunale: de 12 seggi, pei 6, psdi 6, psi 4, pri 1 e msi 1. La de ora tratta col psi, tratta col psdi e col pri, ma all'orizzonte non si vedono schiarite mentre tra socialisti e socialdemocratici i rapporti si sono guastati a tal punto che una ricucitura non appare facile. Cosi tutto è fermo, anche se il sindaco assicura di garantire lo svolgimento dell'ordinaria amministrazione e di essere pronto, per i problemi più rilevanti, a convocare la conferenza dei capigruppo. «Afa quale ordinaria amministrazione può assicurare il sindaco?», esclama Fornara, socialista. E aggiunge: « Capisco la de che vota come è giusto un suo rappresentante, ma non capisco Bacchetta che blocca l'amministrazione». «E'politica personalistica la sua — sbotta Cavallazzi, assessore comunista —, ma se non convoca la giunta lo denunceremo. Quanto a noi vorremmo di nuovo l'accordo tra le sinistre e ci auguriamo che il dissidio psdi-psi sia superato». 'Però — dice Preti, socialdemocratico — noi l'avevamo detto ai comunisti: votate per il nostro Zappelloni, sei voti nostri, sei vostri fanno dodici mentre il Bacchetta rimane a 11. Ma il pei non ci ha dato retta». Polemiche, insinuazioni, accuse, controaccuse. Intanto si profila l'ombra del commissario e la gente che vorrebbe essere bene amministrata sta a guardare incredula e frastornata. Clemente Granata

Luoghi citati: Borgomanero, Italia