Ricompaiono i nomi di Freda e di tutti nelle indagini sulla strage di Bologna

Ricompaiono i nomi di Freda e di tutti nelle indagini sulla strage di Bologna La procura ha ancora tre giorni di tempo per gli ultimi interrogatori Ricompaiono i nomi di Freda e di tutti nelle indagini sulla strage di Bologna Un magistrato: «Forse l'attentato è stato compiuto per fare loro un omaggio» - Il 23 settembre l'inchiesta passerà all'Ufficio istruzione: «Dobbiamo stringere i tempi» - Continuano a ritmo serrato i confronti in carcere DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE BOLOGNA — Dichiarazione dei giudici che indagano sulla strage del 2 agosto: Dobbiamo stringere i tempi. Mancano settantadue ore alla formalizzazione, prima di quell'appuntamento interrogheremo tutti gli imputati*. Dichiarazione di Ugo Sisti, procuratore della Repubblica: «Lasciateci in pace per due o tre giorni. Abbiamo molto da fare*. Dichiarazione di un ufficiale del carabinieri: «La caserma è piena di detenuti che devono essere ascoltati*. Dichiarazione di Aldo Gentile, consigliere istruttore aggiunto incaricato di decidere sulla richiesta di formalizzazione anticipata: «Sto ancora studiando gli atti. Vedremo tra qualche giorno*. Dichiarazione di due legali difensori di parte civile: «I giudici sembrano preferire di non averci tra i piedi agli interrogatori. Noi intendiamo però partecipare. Siamo all'erta ventiquattro ore su ventiquattro*. E in giornata partecipano agli interrogatori. Dunque, ancora tre giorni di istruttoria sommaria, tre giorni nei quali l'accusa farà una prima valutazione, un bilancio dal quale forse dipenderà l'esito futuro dell'inchiesta. Quindici interrogatori condotti a ritmo sostenuto. Nell'elenco anche coloro che per l'accusa sono grandi protagonisti e non soltanto sfumate comparse: Dario Pedretti e Sergio Calore, accusati di «ideazione e organizzazione esecutiva» del massacro; Claudio Mutti, un inquietante personaggio che non riesce a nascondere amori sviscerati per le dittature, per quelle nere appartenute ad un passato purtroppo non ancora scordato e quelle africane : è stato il primo a tradurre il libretto verde di Muhammad Gheddafi; apprezzati nella destra più estrema anche certi suoi studi sul filosofo Julius Evola. Lo considerano un po' il cardine attorno al quale gira la sovversione neonazista e neofascista in Emilia e bbligato punto di contatto). ,n il Veneto. L'elenco degli imputati continua. C'è Pier Luigi Scarano, e ci sono Ulderico Sica Fabio De Felice, Maurizio Neri, Guido Zappavigna, Mario Corsi, Francesco Bianco, Alessandro Pucci, Francesco Corrado, Paolo Pizzonia e Saverio Macrina. Li legherebbe il vincolo dell'associazione sovversiva e tra loro, sembrano convinti i giudici bolognesi, ci sarebbe anche il mostro che ha portato nella sala d'aspetto della stazione di Bologna la valigia imbottita di esplosivo. Nella caserma «Marsili». proprio di fronte al palazzo di giustizia, il giudice Claudio Nunziata ha ascoltato Massimiliano Fachini, padovano, personaggio di prima grandezza nella nebulosa nera veneta. E' il figlio dell'ex questore «repubblichino» di Verona, ha un «pedigree» politico invidiabile agli occhi di molti camerati. Lo hanno già sottoposto a confronti e interrogatori. Lo sviluppo ultimo dell'associazione sovversiva nelle Venezie, sarebbe dipeso da lui. e dalle sue risposte e dai suoi stessi dinieghi i magistrati sperano di cogliere un quadro meno sfumato della situazione. Interrogatorio ieri anche per Dario Pedretti, che apre l'elenco degli imputati nel processo per la strage. Ha ventitré anni, nel 1975 aggredì un agente durante i funerali di Nikj Mantakas, uno studente di destra arrivato a Roma dalla Grecia dei colonnelli; tre anni più tardi nuovo anClmdcmsaluv arresto nel corso delle indagini per la rapina all'armeria Centofanti, a Roma: in quell'episodio mori Franco Anselmi, da molti ritenuto tra i fondatori di Ordine Nuovo. In carcere non ci rimase molto, ma nel dicembre del '79 finisce ancora dietro le sbarre, accusato di aver assaltato un laboratorio di gioielleria: in un tascapane gli furono trovate due bombe a mano. E ancora sentiti Claudio Mutti e, al carcere mandamentale di Piacenza, due personaggi ritenuti «minori»: Corrado e Pucci. Li ha ascoltati il sostituto procuratore Attilio Dardani. Nei giorni scorsi più volte è stato interrogato anche Carlo Roberto Rinani, anch'egli veneto, anch'egli considerato un protagonista. Quindi gli inquirenti battono con insistenza la strada che da Roma arriva al Veneto e, proprio nell'inquietante Padova, pensano forse di trovare una chiave per capire l'intero quadro dell'eversione neofascista. Il nome di Freda, in questa istruttoria, non è ancora stato fatto, ma molti personaggi sono stati suoi amici. Uno dei giudici ha detto: «Forse la strage è stata compiuta per fare un omaggio a Freda e Tati*. E' un mondo nascosto che poco alla volta le indagini portano alla luce. Ci sono state perquisizioni a tappeto, anche in Toscana, dove sono stati controllati personaggi come Roberto Gallastroni, di Arezzo, già inquisito nell'indagine su Ordine Nero, e Mauro Tornei, di Lucca. Dice il sostituto procuratore Rossi «Altre indagini sono in corso affidate alla polizia giudizia¬ ria. Stiamo valutando i rapporti tra i vari gruppi. Abbiamo delle sensazioni e non vogliamo trascurarne alcuna per poter dare al giudice istruttore un quadro il più compie to possi bile*. L'indagine diretta da Bologna è a tappeto: da Palermo arriva nel pomeriggio la notizia dell'arresto della moglie di Francesco Mangiameli, giustiziato nei giorni scorsi dai camerati e ritenuto coinvolto nel delitto Amato. Al di là delle dichiarazioni ufficiali, la tensione a palazzo di giustizia non sembra essersi allentata. Da Roma ieri è tornato il procuratore Sisti, ci sono state riunioni e colloqui tra i giudici che si occupano della strage, il procuratore, e alcuni membri del Consiglio superiore della magistratura. Esiste il problema dell'invio dei pubblici ministeri alle udienze dei processi «minori». Rivolto a Francesco Pintor, membro bolognese del Consiglio superiore della magistratura, il dottor Sisti ha esclamato: «Non mando i mei sostituti*. Quindi ancora le polemiche. Oggi nuova tornata di interrogatori, a Bologna, e forse a Piacenza. Vincenzo lessandoti