Ankara: pena capitale per un estremista che domenica aveva ucciso un ufficiale di Mimmo Candito

Ankara: pena capitale per un estremista che domenica aveva ucciso un ufficiale È la prima condanna a morte del nuovo regime militare turco Ankara: pena capitale per un estremista che domenica aveva ucciso un ufficiale DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE ANKARA ■— Il primo condannato a morte del nuovo regime turco è un giovane dell'organizzazione rivoluzionaria «Sol», uno dei tre estremisti che avevano ucciso un capitano dell'esercito a Adanail giorno 14. Un suo compa- gno è stato condannato a undici anni, dieci di carcere duro. Se la Corte militare d'appello confermerà la sentenza, il condannato verrà impiccato non essendoci più il Parlamento che doveva ratificare il verdetto. La Turchia si avvia alla sua lenta normalizzazione. Continuano le ricerche e le perquisizioni casa per casa, vengono sciolte le organizzazioni sindacali, mentre la nomina di militari come sindaci e governatori sta ricoprendo a tappeto l'intero Paese. Non tutto però è ancora tranquillo; in alcune regioni il coprifuoco resta dalle 20 alle 5 del mattino. Ma i carri armati sono rientrati tutti nelle caserme, restano a pattugliare le strade soltanto i soldati. L'attività di repressione non supera la barriera di una censura non ufficiale, ma estremamente severa. Si tentano telefonate per intervistare leaders politici e sindacali e si sentono telefoni che suonano a vuoto. Le notizie sugli arresti arrivano scarse e reticenti; dei parlamentari «tenuti in custodia» si sa soltanto che sono cinquanta: la metà appartiene al partito di Ecevit, ben undici (sui diciotto dell'intero suo gruppo parlamentare) sono del movimento fascista di Turkes; ci sono poi cinque fondamentalisti islamici e sette deputati dell'ex primo ministro Demirei. Non tutto è tranquillo, nemmeno all'interno delle forze armate che hanno preso il potere. Le «pericolose divisioni' che, aveva detto Evren nel suo discorso di martedì, stavano minando l'unità nazionale dell'esercito, trovano conferma nella diffusione ormai insistente di voci sulle profonde infiltrazioni di Turkes tra gli ufficiali di medio-alto rango. La ventottesima divisione di Mamak sarebbe stata, cosi, l'unico reparto delle forze armate a non partecipare all'operazione della notte dell'll, perché ritenuta controllata da uomini «troppo sensibili' alle propagande di Turkes. E subito dopo il giuramento solenne dell'altro ieri, il Consiglio nazionale di sicurezza militare (che forma il nuovo direttorio del Paese) si è riunito per valutare i tempi e i modi di una purga politica all'interno delle Forze armate. Ci sarebbero ufficiali agli arresti in parecchie province, ma nessuno può confermare la notizia che peraltro molti giurano autentica. Queste fratture nell'esercito confermano la condizione generale di crisi del Paese. «anche se — dice il prof. Dogu Ergil — 7ion si va ancora al di là di uno scontro tra una destra progressista e una destra tradizionalista'. Il prof. Ergil. che insegna scienze politiche all'università di Ankara, fa un'analisi disperatamente lucida della tragedia del suo Paese, e la chiude con la certezza che «si preparano tempi bui'. Quando ci saluta, dice che tra qualche tempo potremmo anche non incontrarci: «Perora la repressione tocca l'estrema destra e l'estrema sinistra. Se le cose non vanno come i militari sperano, le ricerche e gli arresti arriveranno inevitabilmente fino a quella sinistra democratica che non può sperare nulla da un regime autoritario'. E' ancora una volta il dramma dei Paesi che perdono la democrazia. Quando i generali l'accantonano per mettere le cose a posto, sono però loro a decidere poi cosa significano «le cose a posto». Questo giovane professore turco, sportivo, cordiale, educato in America, molto cortese e molto franco, potrebbe doversi pentire di ragionare con la propria testa. Gli abbiamo chiesto se potevamo citare la nostra conversazione, ha risposto di sì, senza reticenze. La speranza, evidentemente, non è ancora morta in Turchia. Ma l'attenzione dei Paesi democratici è la sola cosa che possa aiutarla. Mimmo Candito

Persone citate: Ecevit, Evren, Turkes

Luoghi citati: America, Ankara, Turchia