La fame ucciderà un milione di africani di Marco Tosatti

La fame ucciderà un milione di africani L'allarme della Fao: i Paesi donatori aumentino già da quest'anno gli aiuti La fame ucciderà un milione di africani ROMA — La morte per fame miete vittime in Africa. Un milione di persone corrono il rischio di perire, quest'anno, nel continente, o direttamente per carenza di cibo, o in conseguenza di malattie legate alla mancanza di alimentazione adeguata. Siccità, carestia e guerre hanno creato una situazione tanto grave e drammatica che Edouard Saouma, il direttore generale della Fao (Food and agriculture organization) ha convocato ieri una riunione dei Paesi «donatori», per esaminare il problema, e studiare le possibilità di invio di nuovi soccorsi. Ventisei Paesi africani sono in difficoltà più o meno serie, o vi si troveranno subito dopo l'epoca del raccolto. Nell'immediato futuro la loro domanda di importazione di cereali (alimento base) sarà di 5 milioni e 700 mila tonnellate, più del doppio della media degli anni passati. Le condizioni di estrema povertà in cui si trovano faranno si che una gran parte del fabbisogno dovrà arrivare sotto forma di «soccorso»: almeno due milioni e 400 mila tonnellate, secondo i calcoli della Fao. Gli aiuti già promessi per il 1980-1981 ammontano a circa 500 mila tonnellate; è necessario reperire un altro milione e 900 mila tonnellate, se si vuole mantenere la situazione sotto controllo. Ed è questo lo scopo principale della riunione organizzata da Saouma. «Questa è un'occasione per i fatti, non per la retorica» ; ha cosi esordito il direttore generale, rivolgendosi ai delegati dei Paesi «donatori» e delle altre «agenzie» internazionali di sviluppo e soccorso agricolo. Le cifre appena fornite rappresentano il problema in tutta la sua scarna drammaticità. Ma hanno contribuito a formare altre cifre, assai più tragiche, perché traducono in numeri dolore, sofferenza, paura e, in ultima analisi, morte, per centinaia di migliaia di esseri umani. In primo luogo le guerre: conflitti piccoli e grandi hanno fatto si che In Africa vi siano adesso 4 milioni di rifugiati, su un to¬ tale mondiale di dieci milioni. Rifugiati che non hanno mezzi di sostentamento, in Paesi di per sé già in lotta per la sopravvivenza. In Somalia, il mese scorso, 23 campi ospitavano 765 mila rifugiati, conseguenza della guerra con l'Etiopia e della siccità che ha colpito quella zona. Il Sudan ha assorbito circa 500 mila rifugiati (un censimento esatto non è mai stato compiuto), e probabilmente mancheranno 50 mila tonnellate di cereali, delle 160 mila necessarie a salvarli dalla morte per fame. Altri 110 mila esuli sono stati accolti dal Camerun, che però non dispone di mezzi sufficienti a nutrirli. Un discorso a parte va fatto per l'Uganda. L'invasione dell'esercito della Tanzania, e la guerra che ha provocato la cacciata di Idi Amin, ha avuto come conseguenza anche la perdita del raccolto, e le già fragili strutture agricole della regione non si sono ancora riprese. Nel nord del Paese, la Karamoja, si stima che circa 20 mila abitanti siano morti per malnutrizione dal gennaio scorso. Ma le guerre non sono l'unico protagonista della tragedia. Verso la metà degli Anni 60, l'Africa produceva il 98 per cento del suo fabbisogno alimentare. In base alle previsioni più favorevoli, nell'85 il deficit si sarà decuplicato: dal 2 per cento al 20 per cento. Negli ultimi dieci anni la produzione agricola è cresciuta annualmente dell'uno per cento, mentre la popolazione ha un tasso di sviluppo annuo del 3 per cento. E' sufficiente' allora che si susseguano, come è il caso, due o più anni di carestia per sconvolgere un equilibrio già precario, e mettere, letteralmente, alla fame milioni di esseri umani. La Fao e gli altri organismi internazionali si trovano a fronteggiare problemi di urgenza e mole impressionanti. Sono necessari, immediatamente, aiuti supplementari equivalenti a 550 mila tonnellate di cibo. A causa delle conseguenze della carestia del '79, e della situazione dei rifugiati circa la metà di questo stock verrà assorbito da Etiopia e Somalia. «Afa la presente crisi va considerata unica — ha detto Saouma —; non è l'inizio di un nuovo ciclo di emergenze. I problemi di base dell'agricoltura africana possono essere risolti I governi del continente sono ben consapevoli della gravità della situazione in cui l'Africa si trova e ho fiducia che possano gradualmente incominciare a invertire questa linea di tendenza». Marco Tosatti

Persone citate: Edouard Saouma, Idi Amin