I dottori della lira di Renato Cantoni

I dottori della lira Una malattia, tante cure I dottori della lira La recentissima pubblicazione delle cifre concementi il deficit della nostra bilancia commerciale in luglio (1767 miliardi) non è certamente esaltante e ha rinfocolato le polemiche sul futuro della lira. In sette mesi il deficit della nostra bilancia commerciale è stato di 9532 miliardi contro i 4725 dell'intero 1979. La differenza e l'entità del passivo sono eloquenti e sgomentanti. Non vi è dubbio che la tendenza negativa del divario fra importazioni e esportazioni non solo non è mutata ma si aggrava progressivamente e il ritmo si accelera sempre più. Può darsi che il timore di un mutamento a breve scadenza della parità di cambio della nostra moneta abbia notevolmente contribuito a premere le cifre verso il peggio, ma non vi è dubbio alcuno che cosi continuando la situazione economica italiana diventerà insostenibile. Non è infatti sufficiente razionare il credito costringendo le imprese a indebitarsi verso l'estero e colmando in tale misura il «buco» valutario. La recessione che ha colpito alcuni settori produttivi in Europa inasprisce, fra l'altro, la con correnzialità e appiattisce profitti. Non è un mistero che molte nostre esportazioni sono effettuate in perdita e che i contrai ti stipulati per il 1981 sono stati fatti più per assicurare lavoro che per profittare di una con giuntura favorevole. Non pochi imprenditori hanno alzato gli occhi al cielo confidando in una buona stella, piuttosto che nei preventivi già in partenza poco entusiasmanti. Se il prezzo dell'oro non fosse esploso da un anno a questa parte, permettendo una provvidenziale e colossale rivalutazione delle riserve possedute dalla Banca d'Italia, oggi saremmo già molto vicini alla situazione valutaria di quei paesi eccessivamente indebitati che si vedono rifiutale o lesinare ulteriori finanziamenti. Per ora un «rìschio Italia» non esiste, ma fino a quando? E' poi opportuno addossare alle imprese rìschi di cambio che nel caso di un severo aggiustamento della parità della lira si tradurrebbero in grosse perdite difficilmente assorbibili? Non per nulla molti imprenditori prudentemente riducono la produzione e il risultato è la cassa integrazione per parte dei dipendenti. Per risolvere la crisi non mancano proposte che però sono poco realistiche, come la richiesta della diminuzione del costo dei finanziamenti. D'altra parte la difesa a oltranza del tasso di cambio di una moneta produce ripercussioni che nelle condizioni attuali sono intollerabili per l'Italia. In Spagna da alcuni anni è stata attuata una politica di stretta difesa del tasso di cambio della moneta. La manovra è riuscita ma a prezzo di una profonda crisi che ha coinvolto buona parte dell'economia e che non ha trovato soluzione. In Gran Bretagna i conservatori, ritornati al potere, hanno impostato un piano di austerità attraverso il ritorno all'economia di mercato. La sterlina ne ha largamente beneficiato, ma l'inflazione tarda a scendere ai livelli desiderati, la disoccupazione cresce e aumenta l'agitazione fra i ceti produttivi che non hanno più la fiducia iniziale nella buona riuscita della manovra. Con questo non si vuol dire che la terapia migliore sia una svalutazione. Ha ben detto l'on. Cossiga, recentemente a Bari, che una correzione del tasso di cambio suscita aspettative di una ripetizione a breve scadenza dell'operazione, vani ficando ogni eventuale e discu tibile beneficio. D'altra parte non si può neppure continuare a difendere la nostra moneta solo con misure tecniche, che in ultima analisi significano ulteriori restrizioni creditizie o imposizioni sull'interscambio con l'estero, ambedue da considerare medicine di emergenza e di breve efficacia. Inoltre la compressione dei consumi interni, qualora non fosse contestualmente sostituita da idonei investimenti, procurerebbe una diminuzione della domanda interna e, per una serie di reazioni a catena, aggraverebbe la crisi. Come si vede la situazione è molto confusa e non esiste un piano che possa accontentare tutti quanti. Considerate le miracolose possibilità di recupero che in molti frangenti hanno dimostrato gli italiani, al momento sarebbe necessario e sufficiente impostare una politica d'intervento semplice e chiara, eliminando o sospendendo per «stalo di necessità» tutti quei giochi e funambolismi politici e sociali che aumentano la confusione e riducono il già ristrettissimo margine di credibilità dei poteri cen- trali Renato Cantoni

Persone citate: Cossiga

Luoghi citati: Bari, Europa, Gran Bretagna, Italia, Spagna