Un rapimento sulla Laguna e Melanzio eroe partigiano di Nerino Rossi

Un rapimento sulla Laguna e Melanzio eroe partigiano I romanzi di Carlo Della Corte e Nerino Rossi Un rapimento sulla Laguna e Melanzio eroe partigiano Carlo Della Corte: «Grida dal palazzo d'inverno», ed. Mondadori, pag. 240, lire 6500. Nerino Bossi: «Melanzio», ed. Rusconi, pag. 212, lire 6500. Due romanzi diversissimi come Grida dal palazzo d'inverno di Carlo Della Corte e Melanzio di Nerino Rossi hanno in comune l'attenzione anche accanita portata sui personaggi e sui luoghi e gli ambienti e il fondamentale disinteresse per la vicenda che pure vi è raccontata. Questo modo di intendere il romanzo è più evidente, quasi addirittura denunciato con un filo di ironia dall'autore stesso, nell'opera di Della Corte. In più, intorno al protagonista, che si è comprato un'isola nella Laguna e vi abita con la moglie e la figlia, pensando al capolavoro poetico che intende scrivere e a bere e mangiare con attenta e raffinata abbondanza, si affolla tutta una serie di figure della memoria familiare fissate con passione amaramente divertita per i casi e le stranezze dell'esistenza. Su una rappresentazione cosi statica, eppure fascinosamente avvincente per la capacità di scrittura aspra e acuta che ha Della Corte, si inserisce la vicenda del rapimento della dodicenne figlia del protagonista a opera di una vecchia amante di questo, che vuole cosi vendicarsi e, al tempo stesso, soddisfare il desiderio di maternità in quella che è diventata una sempre più frenetica pazzia. Ma anche un evento cosi clamoroso, che ha conseguenze disastrose per la pigrizia e la solitudine del protagonista, riempiendogli di gente la casa e conducendo alla follia la moglie, finisce a passare in secondo piano di fronte ai tipi, alle situazioni, ai luoghi che via via egli visita alla ricerca di indizi o anche solo di uno sfogo alla disperazione. In questa gallerìa di personaggi che vivono di espedienti o di un faticatissimo lavoro, immersi nell'atmosfera di una Venezia piena di immondizie e di nebbia, fra rari momenti di precaria luce, si concentra l'arte di Della Corte: mirabile nel cogliere In un tratto immediato e sempre felicissimo una figura, uno scorcio di Laguna o di città, l'Interno di un'osteria, in forza di una rabbia che, dopo la distruzione della famiglia, scatta nella pigrizia del protagonista, fino a farne una sorta di disperato eroe che attraversa l'orrore e la bruttezza del mondo, costretto a farne l'esperienza fino in fondo, al di fuori del suo dorato «palazzo d'inverno». Nerino Rossi prosegue in Melanzio la sua rappresentazione di un mondo contadino della Romagna ormai perduto. Protagonista è il personaggio che dà il titolo al romanzo, un mercante di maiali che ama e conosce bene il mondo delle campagne, prudente anche se non vile, attento al guadagno, ma pronto a collaborare perché minori siano le ingiustizie e le soperchlerie. n periodo in cui il romanzo si svolge è quello compreso fra l'arrivo dei tedeschi dopo l'armistizio e i primi mesi dopo la liberazione, e vede Melanzio e gli altri contadini alle prese con tedeschi e fascisti, mentre la resistenza partigiana si fa sempre più intensa e attiva. Ci sono gesti eroici e pietosi, in un misto, che è quello della vita, di violenza e di sopportazione, fra vittime e carnefici (ma neppure il capitano tedesco che è andato a vivere in casa di Melanzio è troppo cattivo, anzi difende una sua disperata umanità sotto la ne cessità di obbedire alle leggi della guerra). Ecco: se mai Rossi, questa volta, ha forse idealizzato troppo 1 suoi personaggi contadini e popolari. Melanzio muore da eroe, sacrificandosi per salvare un suo giovane amico, Cleto, da un gruppo di uomini che, dopo la liberazione, cerca di continuare la lotta eliminando' tutti gli avversari in vista di un'utopica rivoluzione. Ma eroici sono anche tanti altri personaggi: il prete don Primo, che si offre come ostaggio ai tedeschi e, alla fine, prigioniero anch'egli, collabora con Melanzio per la salvezza di Cleto, e poi tutta la folla dei contadini con la loro antica saggezza. Ma nei ritratti di questa folla contadina e nelle splendide descrizioni della terra di Romagna si concretano le virtù maggiori del narrare di Rossi: attento con amore e trepidazione a luoghi e figure di un passato ormai perduto più che a fatti e vicende. G.Bàrberi Squarotti

Luoghi citati: Cleto, Romagna