Tre secoli di terribili avventure sui mari raccontati da «artisti» per grazia ricevuta

Tre secoli di terribili avventure sui mari raccontati da «artisti» per grazia ricevuta Raccolti in un interessante volume gli ex voto dei marinai liguri Tre secoli di terribili avventure sui mari raccontati da «artisti» per grazia ricevuta RIOMAGGIORE — Tre secoli di vita sul mare, drammi umani, paurose avventure, burrasche, naufragi sono raccontati negli ex voto marinari raccolti nei santuari e nelle chiesette dei paesi della Riviera di Levante compresi tra Framura e Lerici, cioè lungo la costa delle Cinque Terre e nel Golfo di La Spezia. I quadretti sono allineati alle pareti del tempio, nelle nicchie degli altarini dedicati alla Madonna o al Santo patrono, altri dimenticati nelle sacrestie che odorano di incenso e legno vecchio. Piccole tavole, di fattura semplice e ingenua, a colori vivaci, qualcuna dipinta dallo stesso «scampato a sicura morte», altri commissionati a pittori del luogo, veri precursori dei naif se non nello spirito almeno della tecnica. Sono i famosi P.G.R. (per grazia ricevuta), alcuni, piU antichi ancora, addirittura siglati V.F.G.A. (voto fatto grazia avuta) e ricordano drammatiche storie vissute sul mare, ore di terrore in lotta con la tempesta, tragedie collettive e anche fatti di cronaca singoli: come quella del marinaio caduto in mare e poi salvato, o del giovane mozzo ucciso da un fulmine sotto gli occhi del padre comandante. Testimonianze di fede da parte di uomini semplici, magari bestemmiatori, ma che nei momenti di maggior pericolo, qjuando l'imbarcazione era in balia dell'uragano o stavano per essere sommersi dalle onde, si rivolgevano per istinto alle figure celesti che più conoscevano per averle viste nelle chiese dei loro borghi. Protagonisti di queste tavolette le navi più note dei secoli scorsi, i grandi velieri, le golette, i brigantini, la tartana, la pareggia, il pinco, il navicello, la bombarda, il bovo delle Cinque Terre. I velieri che superavano i capi e sfidavano gli oceani, quelli impiegati per il commercio nel Mediterraneo, i pescherecci sottoposti ai rìschi delle improvvise tem peste anche nel mare di casa e infine le prime navi a vapore. E in alcune di queste ultime tavolette la Madonna non compare più circondata dalle nuvole sopra l'imbarcazione in pericolo, quasi a volerla lasciare lontana dal fumo che esce dai fumaioli. «La figura della Vergine — osserva Laura Secchi, ispettrice del Museo navale di Pegli nella presentazione di un volume sugli ex voto marinari curato dalla Cassa di Risparmio de La Spezia —viene rappresentata in modo diverso e chiamata con appellativi diversi a seconda dei luoghi nei quali è venerata». Cosi la Madonna del Rosario della chiesa di Bonassola, appare in veste di giovane mamma affettuosa con il bimbo stretto al collo; la Maria di Soviore, venerata da Bonassola a Monterosso, siede tenendp il bimbo morto sulle ginocchia; la Madonna del Santuario di Reggio, adorata a Vernazza, e quella di Montenero a Riomaggiore ricordano le immagini venute dall'Oriente; la Madonnina Bianca di Portovenere è dipinta a mezzo busto e a mani giunte con il bimbo in grembo. Appare nell'angolo di un cielo tempestoso sopra 11 navicello «Bello Portovenere» che, come dice la dedica, «/u colpito da forte libeccio e per grazia di N. S. nominata Madonna Bianca la portò in salvo». La Vergine Annunziata è invece la protettrice dei marinai di Lerici e la scena dell'annunciazione appare nell'ex voto per il salvataggio del brigantino «Francesco Catterino» sorpreso dalla tempesta il 25 febbraio del 1849 nel Golfo di Guascogna; sempre all'Annunziata è dedicata la tavoletta dal secondo di bordo Giambattista Biaggini salvatosi con l'intero equipaggio dal naufragio del brigantino «Rapallo» diretto a Baltimora il 22 ottobre del 1880. Nel santuario di Vernazza è conservato l'ex voto che ricorda la terribile avventura di un marinaio: 'Gaetano Rossida Vernazza, diciottenne, navigando nel Golfo Leone sul bastimento "Luigi Erosa" il 15 settembre 1874, ad un'ora dopo la mezzanotte per violentissima tramontana caduto in mare vestito d'incerata e con gli stivali, dopo una disperata lotta di tre ore e venti minuti invocato l'aiuto di Maria SS. si salvò miracolosamente». Nello stesso santuario è riprodotto il naufragio del transatlantico «Principessa Mafalda» a 150 miglia dalla costa brasiliana la sera del 25 ottobre 1927. H dono è 'Offerto alla N. S. di Reggio da cinque superstiti di Vernazza». Gli ex voto marinari di questo tratto della Riviera di Le-' vante ricordano cosi, senza retorica, con espressioni semplici, trecento anni di avventure sul mare; le tavolette più recenti risalgono al tempo dell'ultima guerra. Questa antica tradizione si va ora perdendo anche se i pericoli per i naviganti non sono ancora scomparsi. Bruno Marchiare

Persone citate: Bruno Marchiare, Golfo Leone, Laura Secchi, Madonna Bianca, Mafalda