Oggi si torna a scuola tanti i problemi aperti di Marco Tosatti

Oggi si torna a scuola tanti i problemi aperti Gli studenti sono dodici milioni ■ Oggi si torna a scuola tanti i problemi aperti Messaggio di Pertini: «È nella gioventù che sono riposte le nostre speranze» - Maturità classica «riformata» in luglio? ROMA — Quasi 12 milioni di studenti tornano oggi a scuola. Ancora una volta, dopo minacce di scioperi rientrate, scossoni, disguidi e ritardi la traballante macchina dell'istruzione pubblica si rimette in moto. Come sempre, non a pieno regime; nonostante che la riapertura sia stata ritardata d'ufficio di sei giorni, per concedere un po' di respiro ai provveditorati, immersi fino al collo nell'assegnazione delle 'cattedre e nei ricorsi, in molte classi il consiglio del docenti è tutt'altro che completo, né lo sarà, se la tradizione degli anni passati conta qualcosa, ancora per qualche settimana. Prima di partire per la Cina popolare il presidente della Repubblica ha indirizzato un messaggio di saluto al- mondo della scuola; quasi a voler sottolineare — per i politici, che spesso tendono a dimenticarlo — quale sia l'importanza di questo settore. Il saluto è rivolto al ministro della Pubblica Istruzione, Sarti, affinché lo trasmetta a studenti, genitori e insegnanti. «Anche quest'anno — dice Pertini — all'apertura delle scuole mi troverò all'estero, in visita nella Repubblica Popolare Cinese, e non mi sarà quindi possibile incontrarmi, come sarebbe stato mio vivo desiderio, con una rappresentanza di insegnanti, studenti, operatori scolastici per intrattenermi con loro, discutere dei loro problemi, augurare un buon inizio dell'anno scolastico. Lo dico con sincero rammarico, perché ricordo quanto fu lieta per me l'occasione realizzatasi nel 1978, e che spero di poter ancora ripetere nei prossimi anni». Pertini afferma di essere a conoscenza delle «gravi e pressanti questioni' che travagliano il mondo della scuola, e si augura che le attuali controversie possano essere appianate con soddisfazione generale. Ma «ciò che deve essere preminente per tutti è il valore educativo, la funzione sociale, la grandee decisiva importanza della scuola per la formazione e l'avvenire delle giovani generazioni. E' nella gioventù che sono riposte le nostre speranze». Il presidente della Repubblica ha parlato di gravi e pressanti questioni. Ma anche se l'azione congiunta del ministro della Pubblica Istruzione e del presidente del Consiglio è valsa, nei giorni passati, a risolvere il problema degli anticipi ai professori, e a dare garanzie di soluzione alla vicenda dei 110 mila precari e dei 6 mila presidi incaricati, restano da sciogliere alcuni nodi fondamentali. La riforma della scuola secondaria è sicuramente uno di questi. Bloccato dalla crisi di governo del gennaio scorso, il disegno di legge relativo è stato «ripescato», e si trova in discussione a Montecitorio. Con quali scadenze e quale futuro, non è possibile dirlo. Ma in attesa di un'approvazione non vicina, a quanto sembra il ministro Sarti sta esaminando la possibilità di «riformare» la maturità sin dal luglio prossimo. Un secondo grosso problema, e urgente, è rappresentato dalla riforma degli organi collegiali. Entro dicembre in molti istituti si dovrà andare a votare. Il Parlamento farà in tempo, per evitare il boicottaggio sullo stile di quello organizzato l'autunno scorso, a emanare una legge che soddisfi tutte le esigenze? Un comitato ristretto, a Montecitorio, ha preparato una bozza di documento su cui, a parte certi punti, si è trovato un accordo. Ma esistono ancora scogli di notevole pericolosità da superare. Da oggi, per i 215 giorni di scuola fissati dalla legge, questi ed altri problemi (la riforma dell'amministrazione scolastica, per esempio) tornano ad essere il pane quotidiano per quasi dodici milioni di studenti, come s'è detto, e oltre 700 mila insegnanti. Il rapporto fra questi ultimi e gli alunni comincia ad essere meno pesante. La curva demografica decrescente, in Italia, fa si che le classi siano sempre meno piene, un fenomeno che si accentuerà ancora di più nei prossimi anni. Il calendario di quest'anno non presenta grosse novità. Le vacanze di Natale andranno dal 24 dicembre al 3 gennaio 1981, quelle pasquali saranno comprese nel periodo 16-21 aprile. Altri giorni «extra»: Ognissanti (1 novembre), l'Immacolata (8 dicembre), la Liberazione (25 aprile), il 1° maggio. La scuola si chiuderà il 17 giugno per le elementari e le medie inferiori; il 14 per le secondarie superiori. Anche quest'anno, sulla base di quanto aveva stabilito il ministro Valitutti, le lezioni dovranno durare 60 minuti ciascuna, salvo particolari disposizioni per i giorni in cui sono previste cinque o più ore di lezioni consecutive. Marco Tosatti

Persone citate: Pertini, Sarti, Valitutti

Luoghi citati: Cina, Italia, Roma