Le sciabolate del ministro di Paolo Patrono
Le sciabolate del ministro OSSERVATORIO Le sciabolate del ministro L'università francese è di nuovo in ebollizione. E chi, nelle sfere del potere, ha un ricordo diretto del «maggio '68» (come l'attuale ministro della Giustizia Alain Peyrefitte che allora era al ministero dell'Educazione) osserva con inquietudine il pesante malessere di studenti e professori. Lo smantellamento (non metaforico ma reale) dell'università di Paris-Vincennes (l'ateneo sperimentale sorto dopo il terremoto causato dal «maggio») rasa al suolo dalla ruspe in pochi giorni e trasferita d'autorità a St-Denis e il clamoroso «caso Macciocchi» (insegnante di sociologia a Vincennes e licenziata bruscamente per «incompatibilità» fra la sua funzione di docente e il mandato di euro-deputato) sono due episodi della crisi cha pare stia investendo l'università francese, forse rappresentano soltanto la .punta d'un iceberg. Un settore dei docenti e la parte più «politicizzata» degli studenti segnalano già dall'anno scorso un processo di «normalizzazione» condotto dall'energica «Madame le Ministre» Alice Saunier-Seité. Si è cominciato con l'adozione di una serie di norme tendenti a ridurre sensibilmente il numero degli studenti stranieri nelle università francesi. E già queste restrizioni avevano scandalizzato quanti ricordano la secolare e profonda tradizione cosmopolita delle istituzioni culturali francesi. Poi, negli ultimi mesi, il vento della «restaurazione» ha preso a soffiare ancora più impetuoso, travolgendo quanto resisteva ancora della riforma varata dopo il «maggio» da Edgar Paure, vecchia volpe della politica francese uscito dai ranghi d'un radicalismo borghese e non certo libertario. Nemmeno questa legge, che ave¬ va avuto come «padrino» un riformista moderato (oggi ondeggiante fra i neogollisti e le sirene del giscardismo), pare essere bene accetta a un governo che pur s'ispira al «liberalismo avanzato», la dottrina politica di Gi scard. Il compito di «normalizzare» gli atenei, di togliere quel po' di iniziativa (maggiori poteri ai rettori, briglia più allentata per docenti e studenti ammessi a cogestire parzialmente l'università, qualche caso di «sperimentalismo» didattico) è toccato naturalmente all'energica Madame Alice, Ecco, quindi, Alice Saunier-Seité che a colpi di sciabola «rimette ordine» nell'università: reintroduce un concorso nazionale per il reclutamento dei professori sotto l'autorità di una rinata casta di «mandarini», poi riduce le prerogative dei rettori. E colpo finale di quest'azione di restaurazione, Madame Alice «razionalizza» i corsi di studio, cioè cancella con un tratto di penna i corsi che avevano pochi allievi o quelli che facevano un'inutile concorrenza a corsi analoghi di un'università vicina. Ma proseguendo il processo di «normalizzazione ideologica» sopprime anche numerosi corsi di punta, condotti da nomi prestigiosi. Che cosa potrà accadere? La «contro-riforma» ha suscitato vaste reazioni tra gli studenti, ma anche fra i professori come diceva giorni fa alla conferenza stampa di appoggio alla Macciocchi il sociologo Alain Touraine. Di fronte a questa levata di scudi, il primo ministro Barre (ex docente d'economia all'università) ha accettato d'incontrarsi prossimamente con i rettori. Molti sembrano decisi a chiedere le dimissioni di Madame Alice. Paolo Patrono llilSìiìUiiÌBiìiNiS;^^ ti ministro Alice Saunier-Seité: dura «normalizzazione»
Persone citate: Alain Peyrefitte, Alain Touraine, Barre, Edgar Paure, Macciocchi, Madame Alice
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