Sciolti Parlamento e partiti
Sciolti Parlamento e partiti Sciolti Parlamento e partiti NOSTRO SERVIZIO PARTICOLARE ANKARA — Con un colpo di Stato militare attuato senza spargimento di sangue, poco prima dell'alba di Ieri, il generale Kenan Evren ha assunto il controllo della Turchia, destituendo il primo ministro Suleyman Demirel. Questi è «sotto la protezione dell'esercito», cioè agli arresti domiciliari, con il capo dell'opposizione Bulent Ecevit, il facente funzioni di presidente Ishan Sabri Caglayangil, il leader del partito islamico di salvezza nazionale Necmettin Erbakan e altri 118 fra parlamentari e sindacalisti (forse portati a Istanbul). Non si ha notizia di Alpaslan Turkes, capo del partito del movimento nazionalista: forse ha già lasciato il Paese. La Costituzione del 1961 è stata sospesa, il Parlamento dissolto e tutte le attività politiche interrotte; la legge marziale, già in vigore in venti province, è stata estesa alle altre 47; è stato proclamato il coprifuoco a tempo indeterminato ad Ankara e nelle maggiori città (ma nel pomeriggio c'è stata una breve sospensione, per consentire l'acquisto di generi alimentari); per qualche ora tutte le comunicazioni telefoniche sono state interrotte; il traffico aereo è stato riaperto nel pomeriggio, ma solo per l'estero; carri armati e reparti dell'esercito pattugliano ininterrottamente le vie della capitale e presidiano gli edifici pubblici. «Abbiamo assunto il potere per fermare la corsa della nazione verso la guerra civile», ha dichiarato il generale Evren nel primo comunicato diffuso alla radio, ieri mattina alle sei; per evitare, ha aggiunto, «che seguaci di ideo logie fasciste o comuniste o fanaticamente religiose di struggessero la Repubblica turca». A mezzogiorno, in un discorso radiotelevisivo durato mezz'ora, Evren ha dichiarato che al più presto verrà formato un Consiglio dei ministri: «Fino a quel mo mento —ha detto — il Consiglio nazionale da me presieduto si assume tutti i poteri». Il Consiglio è formato, oltre che da Evren, dal generale Nurettin Ersin, comandante dell'esercito, dal generale Tahsin Sattinkaya, comandante dell'aviazione, dall'ammiraglio Nejat Tumer, comandante della marina; dal generale Sedat Celasun, comandante della gendarmeria, dal generale Haydar Saltik, comandante delle forze dell'Egeo, nominato segretario generale del Consiglio. «La Turchia — ha detto ihmllc(Continua a pagina 2 in ottava colonna) Ankara. Nel centro della capitale i carri armati presidiano le strade più importanti (Tel. Upi)
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