Ritorna il silenzio nel pareo di Monza ora che la Formula 1 se ne va ad Imola di Marzio Fabbri

Ritorna il silenzio nel pareo di Monza ora che la Formula 1 se ne va ad Imola Il Gran Premio si disputerà sul circuito «Dino Ferrari» Ritorna il silenzio nel pareo di Monza ora che la Formula 1 se ne va ad Imola Sull'autodromo la celebre competizione riprenderà solo nel settembre 1981 Italia Nostra dice: «Speriamo che le auto da corsa non vengano più qui» MONZA — Arrivare all'autodromo, attraverso la foresta già immersa nella nebbiolina di queste mattine di fine estate, impressiona per il silenzio: l'assenza di ogni rumore colpisce più del rombo delle Formula 1, spentosi un anno fa e destinato a tornare solo nel settembre 1981. Già si sentono gli uccelli, tutto è tirato a lucido come se mancas sero poche ore al cinquantunesimo Gran Premio d'Italia che, invece, non ci sarà mai. E' vero: si disputerà ad Imola, su un circuito che porta il nome del figlio di Enzo Ferrari. Dino, ma qui nella capitale della Brianza è un'altra cosa .Dal '36 li ho visti tutti. Mio padre era bidello, non poteva darmi i soldi e io allora passavo dal buco della rete. Poi sono arrivato fino alla tribuna d'onore». Chi parla è Pier Franco Bertazzini, attualmente assessore allo Sport del Comune di Monza, in pas sato anche sindaco della città. .Non bisogna enfatizzare — prosegue — certamente non è una tragedia ma Monza perde qualcosa e noi, classe politica, dobbiamo fare l'esame dì coscienza per vedere se s'è fatto tutto per evitarlo. Per quanto mi riguarda io, il Gran Premio, lo vedrò: come tifoso dell'Alfa Romeo e del monzese Brambilla andrò a Imola». Sulla sponda opposta c'è Vittorio Pigazzini, consigliere di Italia Nostra uno di quelli che vorrebbe vedere sparire per sempre l'autodromo. •Domenica? Una giornata come le altre. Spero di farmi una bella passeggiata nel silenzio del parco-, dice. Un sostitutivo del Gran Premio ci sarà. Chi vuole potrà vedere anche all'autodromo di Monza le macchine del circo di Ecclestone, però solo su uno schermo gigante piazzato sotto le tribune. Magra consolazione dato che la telecronaca avverrà nel quadro di un gemellaggio Lombardia-Emilia Romagna. Alla Sias (società concessionaria dell'autodromo) non hanno neanche voglia di fingere serenità. 'Abbiamo l'assoluta proibizione di parlare sull'argomento Imola-. Il direttore, ing. Bacciagaluppi, è inavvicinabile ma sembra di capire che il suo pensiero non sia molto diverso da quello di Gigi Del Signore, presidente effettivo dell'Unione Società Sportive, di cui l'ingegnere è presidente onorario. Del Signore, all'autodromo non c'è mai stato ma anche lui si sente depauperato. «Sono d'accordo per un principio di alternanza — esordisce ma il colpo di mano contro di noi mi offende. Senza contare l'impegno profuso sull'impianto per migliorarlo e renderlo, com'è ora, uno dei migliori del mondo. Benché rispettoso delle tradizioni vorrei ricordare quello che ha dato Monza all'automobilismo: può essere cancellato con un\ colpo di spugna». Nei confronti di Imola c'è fair-play ma ogni tanto affiorano i sentimenti veri: -L'unico motivo sensato—dice categorico, Bertazzini — è quello di dare una soddisfazione al 'vecchio" di Maranello. Altre non ce ne sono-. Il sindaco Emanuele Cirillo sostiene: -Essere privi del Gran Premio dev'essere sprone per ricon quistarcelo ed esaminare definitivamente un problema, la collocazione dell'autodromo nel parco ricordando che la società di gestione è disposta farne un impianto aperto che oltre alla pista ospiti campi da tennis, piscine e perfino un palazzetto coperto». A Monza c'è addirittura una associazione «Amici dell'Autodromo». «SI — dice Roberto Conti — a Imola avranno anche fatto cose belle, ma questa è la pista di Ascari, Fangio, Moss, Clark, Nuvblari. Il nome di Monza è alla pari solo di quelli di Nilrburgring e di Indianapolis. Andare a Imola? No, per carità: fosse stata una corsa di moto, magari, ma la Formula 1 è un'altra cosa». Un socio dell'associazione (ne ha 5000) ha quasi le lacrime agli occhi: -Non è stata una bella cosa portarci via il Gran Premio. La nostra è la più. bella pista del mondo. Ci hanno voluto cacciare in serie B, come quelli del Milan, ma noi di colpe non ne abbiamo» Io — ribadisce Pigazzini — credo che se l'autodromo se ne andasse i monzesi lo dimenticherebbero presto. Lo so: ci sono miei concittadini che si commuovono magari in Finlandia quando trovano le sigarette marca "Monza" ma a me non fa né caldo né freddo. Io preferisco che 20.000 auto non vengano ad asfissiare e a sradicare gli alberelli appena piantati». Dove si sfiora il dramma i nei «Ferrari Club», a metà fe riti nell'orgoglio di campanile e a metà soddisfatti perché il Gran Premio sarà tutto Ferrari, anche nel nome della pista. Ad Imola, però, non ci andrà nessuno. -Siamo andati a Zandovoort in pullman» dice Mauro Ambrosi, cassiere del «Ferrari Club Monza 5» riuni to nella saletta della trattoria «Da Antonio». Dice che non vedrà il Gran Premio perché a Imola ci sarà troppa folla per la rete stradale e occorre ranno ore per venire via. Nessuno gli crede. -Tolto il Gran Premio — confessa — et hanno tolto tutto. Eravamo conosciuti nel mondo per questo è ora è un bello smacco». Gli ecologi rispondono, im placabili: -Semmai ci spiace per gli abitanti di Imola che quest'anno il Gran Premio, con annessi e connessi, se lo dovranno sorbire loro». Marzio Fabbri